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Politica in tv: frequenze rossoverdi e voci senza microfono

Partecipazione a dibattiti su Rsi e TeleTicino: Amalia Mirante ha monitorato la ‘presenza mediatica’ dei partiti. ‘Consegnerò il documento ai direttori’

Lega la più sottorappresentata
(Ti-Press)
30 gennaio 2025
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Su Rsi e TeleTicino quello socialista è il partito che gode di maggiore esposizione mediatica. Non possono certo lamentarsi i Verdi, anzi. Sottorappresentata, sia a Comano che a Melide, la Lega. Televisivamente e radiofonicamente inesistenti, salvo sporadici interventi, le formazioni minori, quelle che in Gran Consiglio non fanno gruppo (minimo cinque eletti).

È quanto emerge da un ‘monitoraggio’ sulla presenza di esponenti dei partiti nostrani “in trasmissioni di carattere informatico e di approfondimento politico” nelle due emittenti, quella pubblica (Rsi) e quella privata (TeleTicino), eseguito di recente da Amalia Mirante, artefice e deputata di Avanti con Ticino&Lavoro, sbarcato alle elezioni cantonali 2023 nel Legislativo cantonale con tre deputati. Numeri, grafici, tabelle e considerazioni sono in un rapporto di diciotto pagine, che, dice Mirante alla ‘Regione’, «consegnerò ai direttori di Rsi e TeleTicino». L’economista e docente universitaria ha esaminato un periodo di quattro mesi, dal 1° settembre al 31 dicembre 2024. Dieci le trasmissioni sotto la lente. Sei della Rsi (156 ospiti): ‘60 minuti’, ‘Democrazia diretta’, l’edizione delle 20 del ‘Telegiornale’, ‘Il Quotidiano’, gli speciali televisivi sulle votazioni del 22 settembre (iniziativa biodiversità e riforma previdenza professionale) e del 24 novembre (Efas, potenziamento strade nazionali e affitti) e ‘Modem’. Quattro quelle di TeleTicino (204 ospiti): ‘Matrioska’, ‘Detto tra noi’, ‘La domenica del Corriere’ e ‘Ticinonews Sera’. Il monitoraggio, scrive Mirante, “tiene conto delle presenze nei principali format dichiaratamente ‘politici’, ossia quelli dedicati ai dibattiti e alle interviste, considerando sia gli ospiti ricoprenti cariche pubbliche sia coloro che, pur non essendo eletti, rappresentano ufficialmente un’area politica”. Con una premessa importante: “Il contesto nel quale questo monitoraggio prende forma è quello fornito dalla Legge federale sulla radiotelevisione e relativa Ordinanza, dalla Concessione alla Ssr e, più in generale, dalla prassi deontologica e giornalistica del nostro Paese”. Le emittenti che operano in regime di servizio pubblico, ricorda Mirante, “hanno degli obblighi specifici in merito alla rappresentanza delle diverse sensibilità politiche”. Obblighi “volti a garantire un’informazione equilibrata e a promuovere il pluralismo delle opinioni”. Le emittenti che ricevono finanziamenti pubblici “devono rappresentare in modo adeguato la pluralità degli avvenimenti e delle opinioni nell’insieme delle loro trasmissioni redazionali”.

‘Lega la più sottorappresentata’

Nell’analizzare le “presenze mediatiche” dei partiti, Mirante ha considerato il loro peso politico alla luce dei risultati conseguiti alle ultime elezioni cantonali e federali (2023) e riferiti al Gran Consiglio e al Consiglio nazionale. Il Ps, annota Mirante, “è il più sovrarappresentato in entrambe le emittenti, con una differenza di +11,1 punti percentuali su Rsi e +9,4 su TeleTicino per il Gran Consiglio, mentre per il Consiglio nazionale le discrepanze aumentano ulteriormente (+11,9 Rsi e +10 TeleTicino)”. Questo, si afferma nel documento, “suggerisce un’elevata visibilità mediatica rispetto al peso elettorale”. I Verdi “risultano fortemente sovrarappresentati su Rsi (+7,4 Gran Consiglio, +3,7 Consiglio nazionale), ma mostrano un equilibrio maggiore su TeleTicino (+1 Gran Consiglio, ma con una sottorappresentanza rispetto al Consiglio nazionale -2,7). Ed eccoci ai democentristi: “L’Udc, sebbene sovrarappresentata su Rsi (+8,3 Gran Consiglio, +3,5 Consiglio nazionale), mostra un equilibrio maggiore su TeleTicino, seppur rimangano +4,4 punti percentuali rispetto al Gran Consiglio (-0,4 rispetto al Consiglio nazionale). E i cugini leghisti? “La Lega appare sistematicamente sottorappresentata in entrambe le emittenti, con differenze di -6 punti percentuali su Rsi e -4,2 su TeleTicino per il Gran Consiglio. Anche a livello nazionale, rimane sotto la soglia di rappresentanza proporzionale, con -4,5 su Rsi e -2,7 su TeleTicino”. Ma altresì il Plr, continua il rapporto, “risulta sottorappresentato, seppur in misura minore, con discrepanze di - 3,9 su Rsi e -2,7 su TeleTicino per il Gran Consiglio”: tuttavia, prosegue Mirante, “è interessante notare come TeleTicino riesca a garantire una rappresentazione quasi perfettamente bilanciata per il Consiglio nazionale (-0,1 punti percentuali di differenza)”. Il Centro “mostra una rappresentanza più equilibrata su TeleTicino (-0,3 per il Gran Consiglio, -0,5 per il Consiglio nazionale), mentre su Rsi risulta più penalizzato (-2,8 e -3)”. Il Movimento per il socialismo (Mps) “si distingue per una sovrarappresentazione su TeleTicino (+2,2 per il Gran Consiglio), mentre su Rsi non è stato mai invitato, segnando un netto squilibrio”. Avanti con Ticino&Lavoro, Più Donne, Partito comunista, Pvl e Helvethica “risultano costantemente sottorappresentati in entrambe le emittenti, a testimonianza della scarsa attenzione mediatica nei confronti di formazioni minori”.

Sintetizza Mirante: “Si evidenzia una tendenza alla sovrarappresentazione di alcune forze politiche, come il Ps, l’Udc e i Verdi, che godono di una visibilità superiore rispetto ai risultati ottenuti nelle urne. Al contrario, formazioni politiche come la Lega, il Plr e il Centro risultano generalmente sottorappresentate rispetto alla loro effettiva forza elettorale, con una marcata sottorappresentanza della Lega. La presenza dei partiti minori (Avanti con Ticino&Lavoro, Più Donne, Partito comunista, Mps, Pvl e Helvethica) è di fatto nulla nel caso della Rsi e decisamente sottorappresentata a TeleTicino. Rammentiamo che tali forze politiche rappresentano il 13,2% dei voti espressi in Gran Consiglio (13 eletti su 90) e il 10,5% dei voti per il Consiglio nazionale”.

L’auspicio: ‘Maggiore attenzione’

Insomma l’auspicio, si afferma nel documento, è “di una maggiore attenzione da parte delle emittenti monitorate nel rispettare i principi di parità di accesso e pluralismo informativo, adottando criteri più trasparenti e bilanciati nella selezione degli ospiti”. Aggiunge Mirante: “Un monitoraggio continuativo e un confronto costruttivo tra media e rappresentanti politici potrebbero contribuire a colmare queste discrepanze e a garantire una rappresentazione più equa delle diverse forze politiche presenti sul territorio, rafforzando la fiducia dei cittadini nel servizio pubblico. Una fiducia della quale il servizio pubblico, confrontato con sfide epocali di ambito politico, tecnico, e di mercato, ha più che mai bisogno per giustificare la propria esistenza e il contributo richiesto ai cittadini e alle imprese”.

A stabilire il quadro normativo al cui interno si muovono radio e televisioni sono, come detto, la Legge federale sulla radiotelevisione (Lrtv), la relativa Ordinanza e la Concessione della Ssr. La sezione 2 della Lrtv dedicata ai principi applicabili al contenuto dei programmi stabilisce, all’articolo 4, capoverso 4, che “i programmi delle emittenti concessionarie devono rappresentare in modo adeguato la pluralità degli avvenimenti e delle opinioni nell’insieme delle loro trasmissioni redazionali”. Da tener presente anche l’articolo 6: “Le emittenti concepiscono liberamente i propri contenuti redazionali e la pubblicità, in particolare per quanto riguarda la scelta dei temi, l’elaborazione dei contenuti e la forma della presentazione, e ne assumono la responsabilità”.