Acque sempre più agitate attorno ai ristorni dei frontalieri, un tesoretto, che da un paio di settimane è motivo di grande discussione. Il governo Meloni ha presentato un emendamento alla legge di Bilancio 2025, in discussione alla Camera dei deputati, che nel solco di una mozione della Lega in Consiglio regionale della Lombardia, vorrebbe destinare una quota dei ristorni a favore delle crisi aziendali del territorio a ridosso del Canton Ticino.
“Attraverso un emendamento alla legge di Bilancio 2025 presentato venerdì 13 dicembre, il governo ha chiesto di riportare per l’attribuzione diretta dei ristorni ai Comuni il rapporto tra numero di frontalieri e popolazione residente dal 3 al 4%, e ha modificato le casistiche di utilizzo della quota dei ristorni di parte corrente (fino al 50% dei ristorni attribuiti a ogni Comune), introducendo quale modalità prioritaria la destinazione per iniziative volte a compensare le ricadute socio-economiche derivanti da crisi aziendali insistenti sul territorio di competenza. Si tratta di provvedimenti contro i Comuni di frontiera che – commenta Massimo Mastromarino, sindaco di Lavena Ponte Tresa, nonché presidente dell’Associazione comuni italiani di frontiera, che in una nota inviata al governo e ai parlamentari del territorio, chiede lo stralcio dell’emendamento – modifica una legge di ratifica di un trattato internazionale (con la Svizzera, ndr) votato all’unanimità dal parlamento italiano solo 18 mesi fa. L’emendamento contraddice il decreto del ministro dell’Economia che solo 4 mesi fa stabiliva per gli anni 2024 e 2025 il rapporto frontalieri-popolazione di un comune al 3% e nessun vincolo per l’utilizzo in parte corrente. L’emendamento contraddice l’articolo 9 del Trattato italo-svizzero, che stabilisce che i ristorni siano versati a beneficio dei Comuni italiani di confine e che i criteri di riparto e di utilizzo siano definiti di intesa con i competenti organi regionali”. Continua Mastromarino: “L’emendamento penalizza e mette in difficoltà, oltre alla Città di Varese, soprattutto i piccoli Comuni di confine delle Province di Como e di Varese, privati dei ristorni, che attraverso il loro utilizzo in parte corrente rispondono ai bisogni dei propri cittadini. L’emendamento mette in difficoltà i Comuni che, con impegno e fatica, hanno predisposto i bilanci di previsione per il prossimo anno, sicuri di poter far conto su risorse a loro già assegnate con i criteri stabiliti dal decreto del ministro dell’Economia prima richiamato, emanato il 13 agosto di quest’anno”. M.M.