Ponti, Baratti e Allio all’unisono: ‘Il contenimento delle assunzioni con partenze e prepensionamenti aiuterà finanze ed efficienza’. La Giso dice no
“Una misura necessaria per valorizzare l’efficienza e le competenze delle istituzioni cantonali”. Di più: “Con questa iniziativa si vede l’opportunità di rafforzare l’organizzazione e le competenze del sistema pubblico esistenti”. E c’è la concreta possibilità di “attenuare il peso delle finanze pubbliche, favorire la strada per la digitalizzazione nella pubblica amministrazione, facilitare l’e-government e creare le dovute sinergie con diversi stakeholders del tessuto socioeconomico ticinese”. Insomma, l’iniziativa popolare ‘Stop ai dipendenti pubblici’ lanciata il mese scorso da un comitato interpartitico composto da esponenti di Udc, Lega, Plr, Centro, Aiti e Camera di commercio piace – e molto – a Giovani liberali radicali ticinesi, Giovani Udc e Movimento giovani leghisti che, con un comunicato congiunto, prendono posizione assicurando un sostegno granitico.
Nel testo cofirmato dai tre presidenti – Asia Ponti (Glrt), Diego Baratti (Gudc) e Alessio Allio (Mgl) –, si legge infatti come “negli ultimi anni il Canton Ticino ha visto il numero di dipendenti pubblici aumentare significativamente in diversi uffici di diversi dipartimenti, portando a un incremento dei costi sulle finanze pubbliche”. Per carità, l’importanza del settore pubblico viene riconosciuta: “È un pilastro indispensabile della nostra società”. Però ci son tanti però, a partire dal fatto che “debba essere a complemento del settore privato, perché il governo non possiede i mezzi finanziari, gli strumenti e le competenze per fare tutto”. E quindi, “sebbene il settore pubblico abbia rivestito un ruolo determinante (e trainante) nella gestione della più grande crisi sanitaria degli ultimi tempi e molte attività del governo siano imprescindibili – continua la nota –, è possibile ripensare a una gestione più agile e digitalizzata, migliorandone l’organizzazione interna e valorizzando le competenze professionali di chi è già attivo”.
Ponti, Baratti e Allio ritengono, quindi, che “il contenimento delle assunzioni contribuirà a ridurre l’incremento del debito pubblico e il carico economico che grava sui cittadini di oggi e di domani”. E ancora: “Bisogna valorizzare le risorse e il capitale umano esistente, promuovendo un modello di servizio pubblico che punti ad alleggerire le pratiche burocratiche e velocizzare i processi, evitando così un carico oneroso sia di tempo, sia monetario per cittadini e dipendenti cantonali”. Con la cosa più importante rappresentata dal fatto che “si darebbe una sana struttura all’organico cantonale senza dover licenziare nessuno, ma affidandoci a partenze e pensionamenti”. Senza dimenticare, continua la nota, che “l’iniziativa per frenare l’aumento dei dipendenti cantonali trova un reale riscontro in questo momento storico in cui la digitalizzazione è protagonista in tutti i contesti lavorativi, modificandone i processi e snellendo le procedure”. Un esempio? “La digitalizzazione dei servizi amministrativi di base, come il rilascio di documenti e licenze alleggerisce il carico operativo, riduce i costi e accelera i tempi di risposta”. Sempre rimanendo nell’ambito delle nuove tecnologie, “l’adozione di piattaforme digitali governative per la gestione delle pratiche e delle comunicazioni con i cittadini aumenterà la trasparenza e renderà più semplice l’interazione con la pubblica amministrazione”. Di conseguenza, “un settore pubblico più agile e moderno sarà in grado di rispondere alle esigenze di una società in evoluzione”.
L’iniziativa è sostenuta anche dal padronato economico e imprenditoriale, e infatti Glrt, Gudc e Mgl sottolineano come “un settore pubblico agile, collaborativo e in sinergia con gli altri asset del tessuto socioeconomico rappresenta un’opportunità per promuovere una maggiore competitività e un’economia più dinamica”.
Il comunicato dei giovani di Plr, Udc e Lega è stato accolto «con molto piacere» dal primo firmatario dell’iniziativa popolare, il presidente cantonale e consigliere nazionale democentrista Piero Marchesi che ci spiega come «è importante che anche per i giovani sia importante avere un’Amministrazione cantonale che funziona, con i costi sotto controllo e possa dare prospettive anche lavorative: è sicuramente nel loro interesse, e anche nel nostro perché non chiediamo di smontare lo Stato, ma di renderlo più efficiente ricordando che nel confronto intercantonale il Ticino spende molto, ma molto di più».
Ma, tra i giovani, c’è anche chi dice no. E lo fa con forza. La Gioventù socialista, infatti, è dell’opposto avviso rispetto a Glrt, Gudc e Mgl. Da noi interpellata per una reazione, Laura Guscetti infatti conferma che «chiaramente siamo contrari a questa iniziativa, riteniamo che sia fuorviante e arbitrario credere che sia possibile ridurre il personale rispetto al numero della popolazione, perché lo Stato deve essere sempre, attraverso il personale, in grado di far fronte alle necessità e alle emergenze». Quella per il personale, secondo la rappresentante della Giso, «non è un eccesso di spesa, perché necessaria al fine di garantire i servizi fondamentali e una vita dignitosa alla popolazione». Per Guscetti, «senza uno Stato efficiente sono a rischio accesso alla formazione, sanità, socialità e trovo che questa iniziativa e altre politiche della destra vadano a smantellare il servizio pubblico. È rischioso, perché a pagarne saranno sempre le fasce più deboli della popolazione». Inoltre, «i proponenti si dimenticano delle peculiarità del Ticino: una popolazione anziana, un territorio variegato, l’essere un cantone periferico e quindi il non poter condividere strutture sociosanitarie ed educative con altri cantoni».