Malva Cometta Leon e Marco Narzisi hanno ottenuto l'attestato del Corso di giornalismo della Svizzera italiana
Contrastare i contrabbandieri di fake news e difendere, attraverso i mass media, la libertà e la democrazia. Sono chiamati a questa ‘missione’ anche i colleghi de ‘laRegione’ Malva Cometta Leon e Marco Narzisi, freschi di diploma al Corso di giornalismo della Svizzera italiana.
In una cerimonia, tenutasi nell’aula del Gran Consiglio a Palazzo delle Orsoline, a Bellinzona, la presidente della Commissione dei corsi Natascha Fioretti, il direttore dei corsi Roberto Antonini e la presidente della Commissione d’esame Monica Piffaretti, hanno consegnato le pergamene ai sedici giornalisti e agli otto operatori dei media che hanno frequentato i corsi 2023/2024 e provenienti da diverse testate del nostro cantone.
“Un’edizione – si legge in una nota stampa – segnata da un ricco programma, sia teorico che pratico, orientato a trasmettere i fondamentali del giornalismo e al contempo a fornire strumenti ed esperienze sul campo per mettere i giovani professionisti nella condizione di affrontare al meglio le nuove sfide e le nuove sollecitazioni di un mondo professionale sempre più complesso e in costante evoluzione. In particolare, ad aver caratterizzato questa edizione, è stata un’apertura verso nord per conoscere meglio progetti e realtà giornalistiche nel resto della Svizzera, una sensibilità umanistica e filosofica, un’attenzione per l’attualità e i temi caldi come il conflitto israelo-palestinese e in generale uno sguardo ampio al giornalismo al di fuori dei nostri confini”.
Per citare alcuni esempi, Kenneth Forder, ex alto funzionario del Dipartimento di Stato americano, ha spiegato come funziona l’amministrazione USA; Cédric Passard, professore di scienze politiche all’Università di Lille, ha raccontato la grande tradizione della satira in Francia e i limiti della libertà d’espressione; Didier Desormeaux, giornalista, saggista, docente ai Corsi di giornalismo di France Télévision ha spiegato evoluzioni e caratteristiche del giornalismo francese; Andrew Spannaus, giornalista, presidente dell’Associazione stampa estera Milano ha acceso le luci sul giornalismo negli USA e Nathalie Pignard-Cheynel, professoressa all’Uni di Neuchâtel, ha spiegato come la digitalizzazione sta cambiando il modo di fare giornalismo. E poi, ancora, il giovane giornalista russo Kirill Artemenko, direttore di Paperpaper, ha raccontato la sua esperienza e le difficoltà di fare giornalismo in esilio.
Inoltre il Corso di giornalismo ha organizzato due serate pubbliche. La prima, quella inaugurale, ha visto protagonista Ezio Mauro, giornalista che per un ventennio è stato direttore del quotidiano italiano laRepubblica (1996-2016). Una serata organizzata in collaborazione con la RSI che ha visto – oltre agli studenti – un pubblico numeroso e partecipe. Un altro momento importante, dedicato agli studenti ma aperto anche al pubblico, è stato la serata con il premio Pulitzer Gerard Ryle, direttore dell’International Consortium of Investigative Journalists, famoso per aver condotto in collaborazione con importanti testate di tutto il mondo l’inchiesta sui Panama e sui Pandora Papers.
Tutto questo restando fedele a quanto sancito nella legge del 16 giugno del 1986 con cui il Cantone approvò in via definitiva l’istituzione del Corso di giornalismo stabilendo che deve “contribuire alla preparazione alle carriere professionali nel giornalismo stampato, parlato e visivo e all’esercizio delle attività pubblicistiche; esso costituisce inoltre un supporto culturale di aggiornamento per tutti i giornalisti professionisti”.