laR+ ARGE ALP IN TICINO

Convegno su acque e cultura alpestre

La gestione sostenibile delle acque è stata al centro sia della presidenza della Comunità di lavoro delle regioni alpine (Arge Alp) da parte del Canton Ticino, sia di un convegno promosso ad Ambrì dallo stesso Ticino con la partecipazione di numerosi esperti svizzeri ed esteri.

Nel comunicato diffuso dal governo si sottolinea come “la gestione dell’acqua è uno dei temi che accomunano tutte le regioni dell’arco alpino, e porta con sé una serie di questioni della massima attualità, dalla scarsità d’acqua sugli alpeggi all’abbassamento della falda freatica, senza dimenticare l’accresciuto pericolo di alluvioni e i prolungati periodi di siccità, che mettono in difficoltà l’agricoltura di montagna, obbligando sempre più spesso i contadini a concludere in anticipo la stagione estiva sugli alpeggi d’alta quota”.

Lo scopo del convegno organizzato ad Ambrì era, appunto, “quello di condividere le evidenze scientifiche fin qui raccolte nelle diverse regioni, stimolando il trasferimento di conoscenza e la sensibilizzazione del pubblico”. Con anche della concretezza però, dal momento che “i relatori invitati hanno presentato una serie di soluzioni innovative già adottate sui territorio dell’arco alpino, sviluppate ad esempio per contrastare gli effetti dei periodi di grande siccità, e orientate a un uso sostenibile delle risorse idriche. Sono state in particolare illustrati dettagli tecnici e infrastrutturali di alcuni progetti che permettono di trattenere l’acqua in alta quota, sfruttando i periodi di pioggia particolarmente intensa”.

Senza dimenticare, ovviamente, “il ruolo centrale dei fiumi e dei torrenti alpini che con i loro 7 milioni e 300mila chilometri di lunghezza totale rappresentano vere e proprie arterie del paesaggio, che alimentano la metà della popolazione delle regioni alpine, e devono pertanto essere gestiti ponendo l’accento in modo sistematico sia sulla quantità, sia sulla qualità delle loro acque”.

Il messaggio di fondo che è emerso dal convegno, è che “l’attività alpestre rimane un pilastro della vita non solo dell’arco alpino, ma anche per tutte le economie nazionali interessate”. L’auspicio, infatti, “è che gli scambi di conoscenza promossi dalla Comunità Arge Alp permettano di sensibilizzare la politica, affinché venga riconosciuta l’importanza di proteggere le zone di estivazione del bestiame, in relazione alla disponibilità di acqua”. Questo viene riconosciuto come “un tema della massima urgenza, tenendo conto degli effetti dei cambiamenti climatici, che richiede una collaborazione transfrontaliera accresciuta, sia nell’ambito della condivisione di buone pratiche, sia per quanto riguarda i necessari investimenti infrastrutturali”.

La volontà del Ticino, insomma, è stata quella di “mettere in primo piano la cultura alpestre, approfittando al massimo della presidenza di turno di Arge Alp, allo scopo di sensibilizzare la popolazione sul tema della gestione sostenibile delle acque”. Un approccio, conclude il Consiglio di Stato, “che segue con coerenza le politiche adottate dal Cantone negli ultimi anni, in particolare con la costituzione del Gruppo di monitoraggio sulla siccità in ambito agricolo, avvenuto a seguito della grave siccità verificatasi durante l’estate del 2022”.