Luce verde al rapporto di Quadranti (Plr) sulla moratoria sui permessi a esercitare a carico della LaMal di infermieri indipendenti e organizzazioni
Luce verde da parte della commissione parlamentare Sanità e sicurezza sociale alla moratoria che vuole limitare il rilascio di nuove autorizzazioni per infermieri indipendenti e organizzazioni di assistenza e cure a domicilio a carico della LaMal, la Legge federale sull’assicurazione malattia. Tutti i commissari della Sanità e sicurezza sociale – con la riserva di Tamara Merlo (Più Donne) e Alex Gianella (Plr) – hanno infatti sottoscritto il rapporto del deputato liberale radicale Matteo Quadranti sul messaggio del Consiglio di Stato dello scorso 3 luglio. Messaggio governativo contenente appunto la modifica legislativa necessaria per poter applicare lo strumento della moratoria al rilascio di nuove autorizzazioni per infermieri e relative organizzazioni attive nelle cure a domicilio. La palla passa dunque al Gran Consiglio, invitato dalla commissione ad approvare il rapporto di Quadranti.
Un passo alla volta. “Da tempo – premette Quadranti nel suo rapporto – sono sorte preoccupazioni relativamente all’aumento continuo dei costi della salute e conseguentemente dei premi di cassa malati che sono chiamati a coprirli”. Il Cantone, precisa, “ha però alcuni margini di manovra per ridurre la spesa e di sicuro per ridurne l’aumento. Cittadini/assicurati, le Casse malati e altri attori della sanità ne avrebbero altri, anche maggiori”. In tal senso, l’aumento “incontrollato” dei costi dei servizi di cure a domicilio private e degli infermieri indipendenti gioca, secondo Quadranti, un ruolo comunque importante, “complice in parte una domanda in crescita dovuta all’invecchiamento della popolazione e alla strategia di mantenere gli anziani al proprio domicilio il più a lungo possibile”. Tant’è, rimarca il deputato, che “il Ticino è il primo e l’unico Cantone in cui gli Spitex privati fatturano più di quelli pubblici, che oggi rappresentano meno del 50% del mercato”. La conseguenza? L’aumento dei costi di finanziamento residuali a carico dello Stato: “In Ticino – viene messo in evidenza nel rapporto – la spesa media per assicurato nel settore delle cure a domicilio è costantemente al di sopra del valore medio: nel 2022, per esempio, la spesa ammontava a 224,80 franchi per assicurato, contro una media nazionale di 131,50. Con un aumento, dal 2011 al 2022, del 152,75%, a fronte di una media nazionale dell’85,19%”. Tra i motivi della “crescita incontrollata dei servizi privati, che fatturano più di quelli pubblici” il fatto che “le casse malati paghino senza svolgere controlli approfonditi”. Di più. Negli anni sarebbe anche emerso come gli Spitex privati senza contratto collettivo di lavoro tendano a sfruttare i dipendenti, spesso gonfiando le fatture.
Attraverso questa modifica di legge, il governo vuole dunque sfruttare lo strumento in vigore a livello federale dal 1° luglio di quest’anno, che permette ai Cantoni di adottare una moratoria nel settore delle cure a domicilio qualora i costi nel settore aumentino a livello cantonale in misura maggiore rispetto alla media svizzera. Come detto, la spesa media ticinese per assicurato nel settore delle cure a domicilio è tra le più alte a livello nazionale e nell’ultimo decennio ha registrato il tasso di crescita più elevato di tutta la Svizzera.
“La commissione – scrive Quadranti nel proprio rapporto – è da tempo preoccupata per l’esplosione del fenomeno, sia dal lato della qualità delle cure erogate, sia dei conseguenti costi”. E aggiunge: “Si condivide la volontà del Consiglio di Stato di applicare con rigore gli strumenti concessi ai Cantoni per cercare di contenere la crescita dei costi sanitari e quindi dei premi dell’assicurazione malattia, garantendo nel contempo un approvvigionamento territoriale adeguato”. In questa direzione, viene rilevato dal liberale radicale, “nel settore delle cure a domicilio l’impatto finanziario risulta non solo sui premi assicurativi, ma anche sugli enti pubblici, tenuti a erogare ai fornitori di prestazioni il finanziamento residuo dei costi non coperti dai contributi dell’assicurazione malattia (secondo la chiave di riparto: 20% Cantone, 80% Comuni)”.
A fine maggio, rievoca poi Quadranti, il Dipartimento sanità e socialità aveva avviato una consultazione in merito, coinvolgendo gli attori interessati sul territorio: “Delle nove prese di posizione giunte, sette hanno accolto favorevolmente la proposta di attribuire al Consiglio di Stato la competenza di limitare il numero di infermieri e di organizzazioni di infermieri autorizzati a esercitare a carico dell’Aoms (l’Assicurazione obbligatoria delle cure medico-sanitarie, ndr), condividendo il timore che la nuova facoltà di fornire prestazioni infermieristiche senza prescrizione medica porti a un ulteriore incremento dei costi”. Consultazione di cui la Sanità e sicurezza sociale ha preso atto: “La commissione – illustra a ogni modo Quadranti – è consapevole che nella misura in cui la presente moratoria non potrà avere effetti retroattivi il rischio è che vi sia una corsa, nel frattempo, alle richieste di autorizzazioni fintanto che la moratoria, e quindi la presente modifica legislativa, non entrerà in vigore”.
Dalla seduta della Sanità e sicurezza sociale di oggi è arrivata anche una bocciatura all’iniziativa parlamentare del deputato dell’Mps Matteo Pronzini volta a rendere le condizioni retributive dei dipendenti dell’Eoc analoghe a quelle in vigore per il personale ospedaliero di Zurigo. La maggioranza della commissione, a eccezione del Partito socialista, dei Verdi, di Più Donne e del deputato del Centro Claudio Isabella, ha infatti sottoscritto il relativo rapporto, sempre di Quadranti.