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‘C’è margine per riciclare meglio gli scarti da cucina’

Le capacità per valorizzare gli scarti da cucina ci sono. È quanto ha voluto precisare Okkio, l’Osservatorio per la gestione ecosostenibile dei rifiuti, dopo alcuni articoli apparsi negli scorsi mesi sui media. “Una nostra verifica presso le due ditte ticinesi che offrono il servizio di raccolta e trattamento conforme degli scarti da cucina da vari anni a ristoranti, hotel, ospedali e anche già a vari Comuni ha però rilevato che dispongono ancora di sufficienti capacità e interesse ad accogliere maggiori quantitativi”. Okkio ricorda poi come il 35,4 per cento del contenuto degli Rsu (Rifiuti solidi urbani) siano di tipo biogeno, ovvero scarti a cucina e scarti verdi. “Se trattati in impianti di biogas possono produrre non solo energia calorica ed elettrica, ma anche digestato organico, usato in agricoltura e nel giardinaggio come sostituto dei concimi chimici. “Nel caso in cui finiscono nei sacchi degli Rsu, gli scarti da cucina vanno all’inceneritore e contribuiscono all’inquinamento atmosferico e alla produzione di ceneri e ad altre scorie inutilizzabili che alle nostre latitudini sono depositate nella discarica di rifiuti speciali di Lostallo/Sorte”. Afferma deciso l’Osservatorio per la gestione ecosostenibile dei rifiuti: “Bruciare scarti da cucina o umido, per natura composti per l’80-90 per cento da acqua, è quindi un controsenso sia ecologico, sia economico”. Nel comunicato viene poi fatto notare come il 17% gli scarti da cucina contenuti nei sacchi Rsu, secondo un rilevamento dell’Ufficio federale dell’ambiente, sia ancora commestibile. “Se facciamo un piccolo calcolo sulla situazione in Ticino dove inceneriamo annualmente circa 70mila tonnellate di Rsu, con i dati dell’Ufam risulterebbero essere ca 24’500 le tonnellate di scarti biogeni che potrebbero essere trattati da impianti di compostaggio o di Biogas. Il loro smaltimento a Giubiasco, a 151 franchi per tonnellata (Iva inclusa), comporta per i Comuni una spesa annua di circa 3,7 milioni di franchi. Importo che, a seconda dell’ubicazione geografica, potrebbe raddoppiare se tenessimo conto anche dei costi di raccolta e trasporto. Si tratta di un calcolo teorico – riconosce Okkio nel suo comunicato – ma che inquadra bene la situazione quantitativa e gli interessi in gioco”.

La premessa è chiara: incentivare la diminuzione degli sprechi alimentari. “Ma quando essa non è possibile, va favorita l’economia circolare e il riciclo”. Da qui l’appello di Okkio rivolto alle autorità comunali affinché valutino attentamente l’introduzione del servizio di raccolta e trattamento degli scarti da cucina come già fatto da una ventina di comuni ticinesi”. L’Osservatorio fa poi notare come la raccolta dell’umido sia un servizio che in Italia è offerto in maniera standard porta a porta.