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Licei e Commercio, in parlamento il documento dei direttori

L'Mps inoltra un'interpellanza al governo sui problemi (disagio allievi, difficoltà amministrative...) evidenziati dai vertici delle Medie superiori

In sintesi:
  • Sergi e Pronzini: nel documento spunti per analisi e riflessioni
  • ‘Dipartimento e Consiglio di Stato come intendono affrontare le questioni sollevate?'
Studenti liceali
(Ti-Press)
7 agosto 2024
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Non è certo passato inosservato il documento, di cui ha riferito oggi la ‘Regione’, nel quale i direttori dei Licei e della Scuola cantonale di commercio segnalano alcuni problemi che stanno investendo le Scuole medie superiori in Ticino: fra questi un numero crescente di allievi in prima classe poco preparati e motivati, l’aumento delle segnalazioni di disagio da parte di studenti e docenti, nonché le sempre maggiori difficoltà d’ordine amministrativo, con la conseguente necessità di disporre di più risorse. Tant’è che il documento è già oggetto di un atto parlamentare. Per la precisione di un’interpellanza al Consiglio di Stato firmata dal Movimento per il socialismo. Secondo il quale, il rapporto del Collegio dei direttori “contiene importanti spunti di analisi e riflessioni”. Analisi, riflessioni ma anche domande. Non poche: sono infatti una decina quelle che i deputati Giuseppe Sergi e Matteo Pronzini pongono al governo, e meglio al Decs, il Dipartimento educazione, cultura e sport.

Una raffica di quesiti

I due granconsiglieri dell’Mps chiedono anzitutto se Decs e Consiglio di Stato abbiano “preso atto e discusso di questo documento che mette in luce aspetti problematici” della nostra scuola media superiore. “Se sì, a quali conclusioni ha portato l’analisi degli aspetti contenuti” nello scritto del Collegio dei direttori degli istituti? In caso contrario, come intende affrontare, il governo, i temi sollevati? “Più in particolare”, il Consiglio di Stato “condivide l’affermazione dei direttori secondo la quale un numero sempre maggiore di allievi di prima classe risulta poco preparato?”. Se la condivide, incalzano Sergi e Pronzini, cosa intende fare “affinché gli studenti e le studentesse che terminano la Scuola media siano in grado di affrontare gli studi superiori?”. Se non la condivide, “quali pensa che siano allora le ragioni di questa scarsa preparazione e dei tassi di selezione così elevati nelle Scuole medie superiori?”. E ancora: “Se il governo non ha ancora un’opinione formata sulla questione, ritiene (o ha già deciso) di avviare un’analisi approfondita sulle ragioni e le ‘responsabilità’ – per usare un termine al quale fa riferimento il documento citato – di questa situazione?”.

Come si è detto, la lista dei quesiti è lunga. “Il Consiglio di Stato, e il Decs in particolare, dopo gli avvenimenti dello scorso giugno alla Scuola cantonale di commercio (minacce di un allievo a una docente) hanno voluto tranquillizzare l’opinione pubblica sostenendo che la situazione era sotto controllo e che le misure in atto (in particolare il ruolo dei docenti di mediazione) fosse sufficiente – ricordano i due parlamentari dell’Mps –. Dal documento – rilevano – risulta invece che la situazione tende a peggiorare, che la ricerca di risorse e di risposte adeguate è ancora in alto mare”. E quindi: governo e Dipartimento “non pensano di dover correggere le affermazioni pubbliche rilasciate in giugno (pensiamo in particolare alle interviste del capo Divisione del Decs)?”.

E poi il Preventivo 2025...

A complicare le cose c’è la prevista manovra di rientro bis, ovvero ancora tagli e risparmi, per il pareggio dei conti cantonali. L’interrogativo è inevitabile. “Viste la situazione” e “le rivendicazioni di nuove risorse” da parte dei direttori, Sergi e Pronzini domandano al Consiglio di Stato se ritiene, nel quadro del Preventivo 2025, “di dare risposte adeguate alle richieste formulate sia dal punto di vista medico-psicologico che da quello amministrativo”. Infine: “Nel documento i direttori delle Scuole medie superiori sostengono, correttamente, di essere contrari a un’idea di ‘scuola medicalizzata’ e di ritenere, piuttosto, ‘che vada costruita la presenza di servizi esterni che collaborino dall’interno della scuola, affinché la scuola stessa non si trasformi in un servizio e possa invece dedicarsi ampiamente a quegli ambiti che le sono propri’. Questo significa – aggiungono gli interpellanti – ripensare complessivamente il rapporto tra la scuola e i servizi medico-psicologici”. Ebbene, il governo “condivide questo orientamento e ha già iniziato una riflessione in proposito?”.

Trattandosi di un’interpellanza, l’Esecutivo risponderà in Gran Consiglio (dovrebbe… l’Ufficio presidenziale del Gran Consiglio potrebbe infatti decidere di trasformarla in un’interrogazione, con conseguente risposta scritta del governo e inevitabile dilatazione dei tempi) nella prossima seduta del parlamento, quella di metà settembre.

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