Dopo le risposte del governo all’interrogazione di gennaio, Petralli chiede ulteriori lumi: ‘Le ore non andrebbero calcolate come lavoro ordinario?’
“Il governo conferma che tutti i contratti del personale di pulizia scolastico, non solo alcuni, contemplano l’indicazione relativa alle ore dedicate alle grandi pulizie alla fine e all’inizio dell’anno scolastico, come pure l’indicazione che durante questo periodo non sia possibile fare vacanza”. La deputata dei Verdi e sindacalista Vpod Giulia Petralli non ci sta e torna all’attacco. E lo fa con una nuova interrogazione in cui chiede al Consiglio di Stato come mai le ore delle grandi pulizie nelle scuole non facciano parte dell’onere annuale e non vengano calcolate come lavoro ordinario, se sono di regola ordinarie.
Petralli, lo ricordiamo, aveva inoltrato un atto parlamentare in merito lo scorso gennaio, sollecitando l’Esecutivo ticinese a chiarire quale sia la situazione contrattuale relativa alle grandi pulizie nelle scuole. A questa prima interrogazione il governo ha risposto a inizio luglio, spiegando che “le ore di grandi pulizie scolastiche vengono calcolate tenendo conto della superficie e della sua tipologia, come pure del tipo di locale in questione. Per esempio, i pavimenti in linoleum, molto diffusi in corridoi e aule, possono richiedere una deceratura e una riceratura con una frequenza che dipende dallo stato e dal grado d’usura degli stessi. Generalmente – specifica sempre il governo – a parità di metratura di superficie, la pulizia di un pavimento in linoleum richiede un numero di ore superiore rispetto alla pulizia a fondo di un pavimento in piastrelle (ad esempio, dei servizi igienici)”. Non solo. Il Consiglio di Stato indica anche che “le sedi scolastiche possono necessitare di pulizie straordinarie al termine dell’anno scolastico”. E illustra: “Per tal motivo, i contratti di lavoro del personale ausiliario di pulizia contemplano una stima di ore aggiuntive straordinarie all’anno (ore supplementari) per grandi pulizie scolastiche, da farsi se richieste dal funzionario dirigente della sede di servizio e dal Servizio pulizia della Sezione della logistica”.
A gennaio Petralli chiedeva se fosse vero che il personale in questione non potesse prendere vacanze in estate. “Il personale ausiliario di pulizia – rileva dal canto suo il Consiglio di Stato – ha le vacanze in estate e durante le altre vacanze scolastiche. Di norma le grandi pulizie scolastiche vengono svolte immediatamente dopo la chiusura dell’anno scolastico e durano da due a tre settimane consecutive”. La granconsigliera ecologista sollevava poi il tema della malattia o degli infortuni, chiedendo “cosa succede se il dipendente incaricato si ammala o si infortuna in estate e non può effettuare queste ore che gli sono state attribuite” e se “segnatamente il dipendente incaricato beneficia dell’indennità perdita di guadagno”. In caso di infortunio, annota il governo, “l’indennità è calcolata su 365 giorni”. In caso di malattia, invece, “l’indennità è calcolata sui giorni effettivamente pianificati durante l’anno scolastico”. In altre parole, “le ore straordinarie non sono assicurate”. Nello specifico, per quanto riguarda le ore aggiuntive straordinarie (ore supplementari) relative alle grandi pulizie scolastiche, indica il Consiglio di Stato, “la copertura per infortunio professionale (e per infortunio non professionale nel caso in cui il tempo di lavoro è pari ad almeno otto ore/settimana), che garantisce l’Indennità per perdita di guadagno è data fino al trentunesimo giorno a partire dall’ultimo giorno di lavoro”. E prosegue: “La copertura per malattia non è data in quanto le ore straordinarie non sono coperte dall’assicurazione perdita di guadagno per malattia”.
In tal senso, evidenzia il governo, “le grandi pulizie scolastiche sono delle attività straordinarie e, in quanto tali, non necessariamente effettuate. Esse dipendono dallo stato degli ambienti della sede di servizio conseguentemente al loro utilizzo e alle loro caratteristiche”. Non da ultimo, continua ancora il Consiglio di Stato, “l’assegnazione delle ore di grandi pulizie tra il personale di pulizia delle sedi di scuola avviene su base contrattuale, in base alle necessità di grandi pulizie e tenuto conto delle disponibilità e capacità della singola persona addetta alle pulizie”.
Petralli torna quindi alla carica: “Sarà pur vero che non il 100% delle persone che si occupano delle pulizie scolastiche è poi chiamato a effettuare le grandi pulizie a fine anno scolastico e prima dell’inizio dell’anno – si legge nella nuova interrogazione – ma resta il fatto che, secondo informazioni raccolte, questo onere, con relativi obblighi, viene citato in tutti i contratti e che semmai l’eccezione è costituita da una minoranza di personale che non effettua queste grandi pulizie (e non da chi le effettua). In questo senso è poco ragionevole nascondersi dietro la forma del lavoro su richiesta, come fa il Consiglio di Stato nella risposta del 3 luglio, visto che esso coinvolge la quasi totalità delle persone che svolgono le pulizie nelle scuole”. E chiede quindi ulteriori lumi su quali sedi delle scuole cantonali siano state oggetto negli ultimi cinque anni di grandi pulizie al termine dell’anno scolastico, quante persone siano state chiamate a effettuare le grandi pulizie e quante no, quante ore svolgano queste persone nel quadro delle pulizie straordinarie e, qualora si confermi che queste ore non sono straordinarie ma regolari nella maggioranza dei casi, se intenda ancora opporsi a far inserire le ore delle grandi pulizie nel contratto di lavoro annuale come tempo di lavoro ordinario.