Un'indagine dell'Ufficio di statistica rileva che la Svizzera italiana sia la regione linguistica più sensibile alle conseguenze del cambiamento climatico
Il riscaldamento globale e la carenza d'acqua preoccupano molto la Svizzera italiana. È questo il dato che emerge dalla nuova pubblicazione dell'Ufficio cantonale di statistica, dedicata alla percezione della qualità dell'ambiente e comportamenti in materia ambientale, curata da Michele Rigamonti e che mette a confronto le varie sensibilità nelle regioni linguistiche.
Ebbene, “dalle risposte riferite alla potenziale pericolosità per l'essere umano e per la natura dovuta a cambiamenti climatici e tecnologici, quella che appare, soprattutto rispetto alla Svizzera tedesca, è una Svizzera italiana particolarmente preoccupata dalle tematiche legate all'ambiente”, si legge infatti nell'analisi dell'Ust. Tra gli undici temi proposti, in Canton Ticino e nelle valli del Grigioni italiano quelli che preoccupano di più sono “la carenza d'acqua e il riscaldamento globale, ritenuti ‘molto pericolosi’ rispettivamente dal 75 e dal 66% circa degli svizzero-italiani”. Risultati che “potremmo quasi definire sintomatici della sensibilità della regione” se si considera che in questi due ambiti particolari le preoccupazioni in Svizzera francese scendono al 66 e al 54%, mentre in Svizzera tedesca addirittura al 39 e al 45%.
Constatazioni simili possono essere fatte anche per quanto concerne la perdita di biodiversità legata alla scomparsa di specie animali e vegetali e per l'utilizzo di pesticidi chimici che, sottolinea l'Ust, “vengono ritenuti ‘molto pericolosi’ dal 59 e dal 56% degli intervistati nella Svizzera italiana: proporzioni che scendono al 46 e al 40% circa in Svizzera tedesca”.
Per le restanti tematiche, la Svizzera italiana appare “meno preoccupata”. Infatti, vengono ritenuti come ‘piuttosto pericolosi’ argomenti quali l'ingegneria genetica in campo alimentare, la riduzione delle scorte di materie prime, le centrali nucleari o ancora lo sviluppo di abitazioni e infrastrutture e il traffico motorizzato. Appaiono, però, “delle discrepanze” ancora più marcate nel confronto con la Svizzera tedesca: in merito, ad esempio, al traffico motorizzato e allo sviluppo di abitazioni e infrastrutture in Svizzera italiana sono ritenuti ‘molto pericolosi’ dal 30 e dal 29%, a fronte del 13 e 18% nella regione di lingua tedesca.
Nella nostra area linguistica, “si discute e ci si informa relativamente di frequente in merito ai temi ambientali, con il 57% della popolazione che discute di questi argomenti almeno una volta alla settimana o una volta al mese”. Dopo aver rilevato ancora una volta come la Svizzera italiana abbia il record nell'utilizzo del proprio mezzo a motore e sia ultima nell'utilizzo del trasporto pubblico, è il momento delle conclusioni. Conclusioni che portano l'Ust a rilevare come l'inchiesta condotta nel 2023 “sembra suggerire che l'onda verde che aveva lasciato tracce nel rilevamento del 2019 sembra avere ancora degli effetti: in particolare nella Svizzera italiana dove tuttavia anche temi come i costi della salute e la disoccupazione destano non poca preoccupazione”. Non è dato sapere, a ogni modo, “se la sensibilità verso i temi ambientali sia dovuta, ad esempio, a una migliore conoscenza dei fenomeni in atto a livello mondiale, agli eventi vissuti sulla propria pelle, oppure a una migliore informazione personale”.
Infine, e andando oltre i temi prettamente ambientali, “l'indagine mostra una Svizzera italiana particolarmente sensibile a temi quali i costi della salute e la disoccupazione: ritenuti dei problemi ‘molto grandi’ rispettivamente dal 68 e dal 27% circa dei cittadini, con una differenza del 20% per entrambi rispetto alla Svizzera tedesca”.
Questa inchiesta “permette di evidenziare non solo le sensibilità in ambito ambientale, ma anche in merito a temi che hanno un impatto indiretto su di esso e che generalmente sono influenzati dalla conformazione territoriale di una regione”. Come visto, “la Svizzera italiana è particolarmente attenta alla natura che la circonda e sarà quindi di particolare interesse attendere la prossima inchiesta per confermare o meno questa marcata sensibilità, soprattutto quando saremo prossimi alla deadline stabilita per il raggiungimento dei 17 obiettivi dello Sviluppo sostenibile dell'Agenda 2030 delle Nazioni Unite, adottata dalla Svizzera nel 2015”.