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‘Nella posa dei radar le multe non sono un criterio’

Il governo risponde a Passalia e Caroni (Centro). ‘Nella collocazione grande importanza ai luoghi sensibili e pericolosi, non alle possibili entrate’

‘Per fare cassetta o a scopo preventivo?’
(Keystone)
1 luglio 2024
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Nel 2023 sono stati posizionati 382 controlli della velocità con apparecchi radar mobili o pistola radar in località, 126 fuori località e 271 in autostrada. Di questi ultimi “oltre un quarto dov’è presente un cantiere”. Non solo. Per quanto concerne gli apparecchi radar semi-stazionari, sempre nel 2023, 74 sono stati collocati in località, “in particolare vicino a passaggi pedonali o a fermate del bus”, 9 fuori località e 43 in autostrada, “di cui la metà in prossimità di un cantiere”. È fornendo questi dati che il governo mira a “confutare la diceria sollevata dagli interpellanti”, i deputati del Centro Marco Passalia e Paolo Caroni, secondo cui “è luogo comune tra la popolazione sostenere che i controlli radar siano posizionati in strade o zone scelte soprattutto per far cassetta, invece che in luoghi pericolosi a scopo preventivo”. In merito, si legge dunque nella risposta del Consiglio di Stato all’interpellanza, trasformata in seguito in interrogazione, di Passalia e Caroni, da questi dati “emerge chiaramente come nella posa dei radar sia data grande importanza ai luoghi sensibili e pericolosi, e che non entri assolutamente in linea di conto il parametro delle possibili entrate derivanti da multe”.

Secondo il Consiglio di Stato, dalle cifre presentate nella risposta ai granconsiglieri, ispiratisi al radar incendiato sull’A2 ad Airolo in aprile, “risulta come venga data una rilevanza preponderante ai controlli di velocità nelle località, dove è notorio che vi sia un accresciuto pericolo per i pedoni in caso di velocità sostenuta, come pure nei cantieri in autostrada, dove si trovano persone che lavorano in prossimità della carreggiata e sono particolarmente esposte al rischio di incidente”. In tal senso, spiega il documento, “la posa dei radar soggiace sia a rigide direttive tecniche emanate dall’Ufficio federale delle strade (Ustra) sia ad analisi d’opportunità effettuate dalla Polizia cantonale sulla base di strategie e criteri precisi, come la presenza di cantieri, le condizioni relative al volume di traffico, la statistica, i vincoli tecnici, i punti potenzialmente pericolosi o le tratte a rischio”. Viene peraltro rimarcato dal governo come “a volte siano gli stessi Comuni o i privati cittadini a segnalare la necessità di effettuare controlli radar in zone che ritengono a rischio”.

‘Nessun obiettivo o indicazione alla Polizia cantonale’

Oltre alla collocazione dei controlli di velocità, Passalia e Caroni chiedevano poi lumi sui relativi incassi per le multe da radar e sul numero degli appostamenti. “Nel 2023 – chiarisce il Consiglio di Stato – i ricavi della Polizia cantonale, per quanto di sua competenza, per controlli con radar fissi e semi-stazionari ammontano a 10’368’997,40 franchi, mentre per i controlli con radar mobili a 1’464’097,64, per un totale di 11’833’095,04 franchi. Nel 2022 sono stati di 11’658’907,57, mentre per i controlli con radar mobili di 1’712’243,03, per un totale di 13’371’150,60 franchi”. Nel 2023 c’è quindi stata una leggera flessione dell’11,5% delle entrate derivanti da controlli per eccesso di velocità rispetto agli anni passati. Riguardo invece al numero degli appostamenti, nel 2023 la Polizia cantonale ha effettuato 459 controlli radar mobili e 320 controlli con pistola laser.

I due deputati sollecitavano inoltre il governo rispetto a eventuali indicazioni alla polizia sul numero di controlli e sugli incassi previsti: “La Polizia cantonale – viene fermamente sottolineato – non ha mai ricevuto alcun obiettivo o indicazione, né da parte del Dipartimento delle istituzioni né da altri, sui controlli di polizia, sui controlli di velocità e sugli incassi”, e viene anzi ribadito “che gli apparecchi di rilevamento della velocità vengono impiegati allo scopo di garantire la sicurezza della circolazione stradale e disciplinare il traffico e che pertanto non vi sono indicazioni sul numero di controlli né tantomeno sugli incassi previsti”.

Sono mai state prese in considerazione modalità alternative di dissuasione della velocità, in particolare in linea con il principio della prevenzione e non della repressione? “Da circa un anno – illustra l’Esecutivo cantonale – la Polizia cantonale si è dotata di un ‘radar amico’, ovvero un apparecchio itinerante dotato di monitor luminoso che registra e mostra al conducente la sua velocità di transito in un determinato tratto di strada. Questo apparecchio rende attento il conducente sulla sua velocità di percorrenza per sensibilizzarlo e ha uno scopo puramente preventivo in quanto non sono inflitte multe. Lo stesso viene utilizzato sia a livello preventivo sia per verificare le diverse e numerose segnalazioni dei cittadini.

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