Ticino

L’Udc: ‘L’uso dei radar deve essere più trasparente’

Controlli velocità, mozione democentrista chiede al Consiglio di Stato misure per garantire una ‘prevenzione effettiva’ ed evitare di fare cassetta

L’occhio che non perdona
(Ti-Press)
7 febbraio 2025
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C'è poco da fare: il tema dei radar per il controllo della velocità su strade e autostrada è sempre sotto i riflettori della politica. Soprattutto per l'aspetto repressivo, che si traduce in multe. Ma anche per l'ubicazione degli apparecchi. A suonare la carica stavolta è l'Udc, che con una mozione chiede al Consiglio di Stato “di introdurre misure che garantiscano maggiore trasparenza, prevenzione effettiva e un utilizzo più mirato ed equo dei controlli di velocità, affinché la fiducia dei cittadini verso le istituzioni venga preservata".

Due le istanze all'indirizzo del Consiglio di Stato, e in particolare del Dipartimento istituzioni a conduzione leghista (Norman Gobbi), titolare del controverso dossier. La prima: "Vincolare e garantire che almeno l'80% dei controlli avvenga in tratti stradali ritenuti critici per la sicurezza (aree scolastiche, cantieri stradali, tratti in cui si riscontrano statisticamente numerosi incidenti)". Non solo: "Il governo, oltre ad approntare direttive chiare in merito, deve fornire annualmente una lista aggiornata dei controlli radar effettuati sul territorio ticinese dalla Polizia cantonale e dalle Polizie comunali, giustificandone l’installazione, al fine di garantire trasparenza e una corretta informazione ai cittadini". La seconda richiesta: "Predisporre un rapporto annuale che valuti l’impatto reale dei controlli radar effettuati sulla riduzione degli incidenti e su un fattivo aumento della sicurezza stradale, confrontando i dati pre e post installazione, per garantire che i dispositivi siano realmente utili alla sicurezza stradale". E questo, si ricorda nella mozione, "al fine di ripristinare la fiducia dei cittadini nell’effettivo obiettivo dei controlli di velocità e garantire che essi siano realmente finalizzati alla prevenzione e alla sicurezza stradale".

L'atto parlamentare arriva da buona parte del gruppo democentrista in Gran Consiglio: Alain Bühler (primo firmatario), Tiziano Galeazzi, Andrea Giudici, Aline Prada. "Negli ultimi anni – si afferma nella mozione –, l’uso dei radar stradali in Ticino ha sollevato un acceso dibattito tra cittadini, automobilisti e autorità". Se da un lato i controlli della velocità "sono essenziali per garantire la sicurezza stradale e ridurre il numero di incidenti, dall’altro emerge la crescente percezione che il loro utilizzo non sia sempre orientato alla prevenzione, bensì alla generazione di entrate finanziarie per il Cantone e i Comuni". E i dati degli ultimi anni "confermano questa tendenza: nel 2022, gli incassi derivanti dai radar hanno raggiunto i 13,37 milioni di franchi che crescono a 16,1 milioni a preventivo 2025".

Parallelamente, aggiungono i quattro deputati, "l’incremento del numero di controlli radar ha portato a una riflessione sulla loro collocazione e modalità d’uso". Sebbene la Polizia cantonale e le Polcomunali "abbiano indicato che i radar vengono posizionati in base a criteri di sicurezza e a segnalazioni da parte della popolazione, diversi casi mostrano che essi vengono installati anche in tratti di strada privi di un reale pericolo, ma potenzialmente più redditizi in termini di multe". Questo aspetto "rafforza il sospetto che il loro impiego vada oltre la sola tutela della sicurezza stradale".

Il Consiglio di Stato, rammentano Bühler e colleghi, "ha risposto a diverse interpellanze confermando che non vi sono obiettivi di incasso assegnati alla Polizia cantonale, ma non ha fornito risposte esaurienti rispetto alla trasparenza nella gestione degli incassi e alla loro destinazione. Inoltre, l’assenza di un obbligo di segnalazione preventiva dei radar fissi e mobili contribuisce a rafforzare l’idea che la funzione repressiva sia prioritaria rispetto alla funzione preventiva". L’impiego dei radar, insiste l'Udc, "deve essere chiaramente finalizzato alla sicurezza dei cittadini e non a un incremento delle entrate per le casse cantonali e comunali".