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Radar, la competenza resta (anche) alle Polizie comunali

Il Consiglio di Stato respinge una mozione di Lega e Udc che chiedeva di dare la responsabilità unica dei controlli alla Polizia cantonale: ecco i perché

Il tema ora andrà in commissione
(Ti-Press)
2 settembre 2023
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I controlli della velocità saranno ancora di competenza pure delle Polizie comunali, che continueranno quindi a mettere i radar assieme alla Polizia cantonale. A dirlo è il Consiglio di Stato preavvisando negativamente una mozione inoltrata nell’ottobre 2019 da alcuni deputati di Udc e Lega (primo firmatario l’allora granconsigliere Piero Marchesi). L’atto parlamentare, sul quale deve ora esprimersi il Gran Consiglio, è chiaro: il “Basta vessare i cittadini con i radar” campeggia nel titolo e citato è anche un caso specifico risalente a qualche settimana prima del deposito della mozione, quando “a Bellinzona la locale Polizia comunale ha eseguito un controllo di velocità sui 50 km/h a pochi metri dal cartello indicante 80”, scrivono i deputati leghisti e democentristi. Un esempio “concreto e oggettivo del fatto che questo controllo sia stato basato più sulla facilità d’incasso che sulla prevenzione”. Detta breve: far cassetta. Da qui, la proposta di rendere di competenza esclusiva della Polizia cantonale i controlli radar.

Ma se chiara è la mozione, altrettanto chiara è la risposta del Consiglio di Stato: indietro non si torna. Attualmente, scrive il governo, “le Polizie comunali esercitano un compito di polizia locale che è molto importante nel contesto ticinese, poiché garantiscono la presenza capillare su tutto il territorio comunale, facilitato dalla conoscenza del territorio e delle sue peculiarità, che permette loro di garantire la sicurezza sulle strade tramite controlli mirati, importante compito preventivo nell’ambito della prossimità”. Inoltre, si legge ancora nel messaggio, “il contatto diretto e quotidiano con le persone, facilitato dal contesto locale, consente loro di capire le esigenze circa i posti sensibili dove è auspicabile procedere con un controllo della velocità. Che si tratti di strada cantonale o comunale”.

‘Sarebbe avventato procedere con una modifica legislativa come questa’

Ciò detto, “è opportuno a nostro avviso mantenere la competenza delle Polizie comunali di effettuare controlli radar sia sulle strade comunali che cantonali, e riteniamo avventato procedere con modifiche legislative così come quelle proposte nella mozione, soprattutto poiché sono conseguenti a un singolo caso (quello citato di Bellinzona, ndr) e non sono frutto di un’attenta e approfondita analisi”.

La direttiva del marzo 2023

Al contrario, il Consiglio di Stato ritiene sia opportuno continuare sulla strada tracciata dalla nuova direttiva per i controlli di velocità del 23 marzo 2023. Direttiva cui si è giunti dopo un monitoraggio partito nel 2019 – e per forza di cose ridotto nel tempo a causa della pandemia –, ma che è arrivata “a fissare degli standard minimi da rispettare, e ha lo scopo di uniformare la metodologia, le modalità e le procedure per i controlli della velocità effettuati dalla Polizia cantonale e dalle Polizie comunali e nel contempo garantire il coordinamento fra le stesse”. Tra le nuove disposizioni in vigore da marzo e approvate dal Consiglio cantonale dei comandanti di polizia, figura anche “il principio che il controllo di velocità non deve essere a ridosso di un segnale di cambio di velocità (e torniamo al caso di Bellinzona citato, ma era il 2019, ndr), ma che occorre mantenere una distanza di almeno 100 metri dallo stesso”.

Non è finita: “Oltre a definire la formazione di base e continua che devono avere gli operatori secondo la legge per essere autorizzati a utilizzare gli apparecchi di rilevamento della velocità”, un’altra importante novità “è il principio secondo cui la Polizia cantonale, tramite il V° Reparto della Gendarmeria stradale, Sezione tecnica, coordinerà i controlli radar su tutto il territorio cantonale e fungerà da organo di vigilanza responsabile delle verifiche operative e amministrative (back office), con il compito di uniformare i controlli eseguiti dagli operatori, allo scopo di assicurare una formazione uniforme e garantire un elevato livello qualitativo”.

La vigilanza, va da sé, resta fondamentale. E sempre il V° Reparto della Gendarmeria stradale, in collaborazione con un esponente designato di un corpo di polizia di un comune polo, “avrà poi la facoltà, sulla base della frequenza, della statistica dei controlli effettuati, o in caso di conflitto con altre postazioni radar, di ordinarne l’annullamento o lo spostamento, in special modo se gli stessi sono ripetuti e costanti nel medesimo tratto stradale”.

‘A beneficio di tutti e per prevenire gli incidenti’

Il coordinamento e la vigilanza dei controlli radar, scrive ancora il Consiglio di Stato rispondendo alla mozione di Lega e Udc, “permetteranno in futuro di evitare che si verifichino casi come quello oggetto della mozione, e ciò a beneficio di tutti i cittadini nell’ottica della prevenzione degli incidenti”.