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Marchesi (Udc): ‘Guardiamo al futuro con un certo entusiasmo’

Al Comitato cantonale democentrista soddisfazione e sorrisoni dopo le Elezioni comunali: ‘Ennesima tappa di crescita del nostro partito, ora lavorare’

Il presidente Udc Piero Marchesi
(Ti-Press)
23 aprile 2024
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«Concludiamo questo ciclo elettorale con risultati che ci permettono di guardare al futuro con un certo entusiasmo, perché i risultati sono molto positivi». Il presidente dell’Udc Piero Marchesi non nasconde in alcun modo la propria soddisfazione post Elezioni comunali, e davanti al Comitato cantonale democentrista convocato questa sera a Lugano l’aria di festa era palpabile. Numerosi i neo municipali eletti – raddoppiati nel loro totale – a partecipare e dispensare sorrisi, altrettante numerose le pacche sulle spalle per quella che Marchesi definisce «ennesima tappa di crescita del partito, che è sempre più presente e vicino ai cittadini grazie ai nostri rappresentanti che siedono e siederanno nei municipi e nei consigli comunali». Consigli comunali dove l’Udc è passata «da 35 a 60 eletti: molto importante».

‘Da 12/15 sezioni siamo passati a 40’

Anche perché, sottolinea Marchesi, «la presenza a livello comunale porta un riverbero molto positivo sulle Elezioni cantonali e federali, perché dove c’è un cittadino che rappresenta l’Udc attivo nel Legislativo o nell’Esecutivo comunale si ottengono risultati migliori nelle altre elezioni. Questa è la strategia che abbiamo adottato ormai otto anni fa, quella di cercare di crescere a livello territoriale». Il risultato? Beh, buono: «Dalle 12/15 sezioni che avevamo, siamo passati a circa 40. Il lavoro da fare resta molto, ma nei prossimi anni abbiamo tutto il tempo per crescere e radicarci ulteriormente nel territorio».

‘Continueremo a lavorare per finanze sane’

Territorio per il quale, assicura il presidente cantonale e consigliere nazionale, i democentristi «continueranno a battersi a ogni livello istituzionale per finanze più sane, per fare in modo che quello che pagano i contribuenti venga impiegato nel migliore dei modi possibili». E subito viene in mente quel ‘Decreto Morisoli’ che – Marchesi dixit – «deliberatamente governo e partiti di maggioranza hanno deciso di non applicare, quando invece il popolo in maniera molto chiara ha detto come risanare le finanze, cercando di limitare la spesa». Con una rivendicazione: «Nessuno di noi ha auspicato tagli draconiani, è chiaro però che se prima di tutto il governo aspetta due anni prima di far qualcosa e prendere in mano il boccino, lasciando sedimentare il tema perché ci sono prima le Cantonali poi le Federali, ci si ritrova con misure anche drastiche, comunicate all’ultimo minuto, che hanno sollevato molte proteste. Alcune delle quali, va detto, legittime».

‘Un modo di fare politica poco svizzero’

Questo, denuncia Marchesi, «è un modo di fare politica poco svizzero». E lo dice prendendo ad esempio quanto succede a Berna, «dove la Confederazione ha un problema di indebitamento e sia il Consiglio federale sia le due Camere si stanno impegnando per mettere un freno a questo indebitamento: riducendo la spesa e agendo sugli sprechi, che per noi sono nel settore dell’asilo e i contributi verso l’estero». Certo, anche sotto la Cupola federale le posizioni sono diverse: «Ma si dibatte, si cercano soluzioni», rinnova Marchesi.

‘Pronti al Decreto Morisoli allungato’

Tornando al Ticino, oltre al ricordare che il gruppo in Gran Consiglio «sta lavorando al prolungamento di due anni del Decreto Morisoli», il presidente Udc afferma che «non è da escludere il far capo al popolo con il lancio di altre iniziative per mettere ancora più corsetti per finanze sane. Se il popolo continua a dire cosa fare e non viene fatto, bisogna insistere ancora di più con la democrazia diretta».