Ticino

Verso il no al credito Ofima, con invito a ritirare la richiesta

La Gestione, in attesa degli accertamenti giuridici, è piuttosto contraria. Dadò: ‘Ha proprietari miliardari, faccia un gesto per il Ticino’

Il restauro, nel frattempo, è stato completato
(Ti-Press)
5 marzo 2024
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Si avvierebbe verso la bocciatura – con l’invito di una parte della commissione parlamentare della Gestione rivolto a Ofima a ritirare l’istanza di sussidio – il messaggio del Consiglio di Stato che chiede, appunto, 1,5 milioni di franchi per il restauro globale dello stabile amministrativo, a Locarno, dell’Ofima, le Officine idroelettriche della Maggia. Un bene culturale d’interesse cantonale. Sul tema la commissione – che settimana scorsa ha sentito il responsabile dell’Ufficio beni culturali (Dipartimento del territorio) – ha avviato degli approfondimenti giuridici legati alla legge sulla protezione dei beni culturali per capire, ad esempio, se il Cantone debba o meno intervenire ogni volta che viene chiesto un sussidio per il restauro di un bene culturale protetto. I proprietari di Ofima, lo ricordiamo, sono Axpo (30%), Alpiq (12,5%), Iwb (12,5%), Bkw (10%), Città di Zurigo (10%) ed Ewb (5%). Azionisti economicamente piuttosto solidi ai quali si aggiunge si aggiunge il Canton Ticino (20%).

«Possiamo avere tutte le perizie giuridiche che vogliamo, per quanto mi riguarda non firmo e non voto alcun rapporto per concedere un sussidio del genere». Per il deputato e presidente del Centro Fiorenzo Dadò è «una questione di principio. I padroni di Ofima hanno miliardi di capitale. Non è normale che per una riattazione vengano a chiedere soldi al Cantone». E qui la richiesta: «Invito i proprietari di Ofima a fare un gesto nei confronti del Ticino, e ritirare la richiesta di sussidio. Se la facessero in breve tempo, ci permetterebbero di non andare con il dossier in Gran Consiglio. Per Ofima – ricorda Dadò – si tratta di una cifra di poco conto, per le finanze cantonali invece no».

Stringato, invece, Bixio Caprara: «Ribadisco quanto dichiarato già settimana scorsa: sono in corso degli approfondimenti e aspettiamo il loro esito prima di esprimersi. Sicuramente – riconosce il deputato del Plr – ci sono delle criticità».

Durisch: un no? Rafforzerebbe lo spirito della legge

Se a verifiche fatte, la commissione della Gestione deciderà di non concedere il contributo, «io non mi opporrò di sicuro alla decisione», afferma a sua volta il capogruppo dei socialisti in Gran Consiglio Ivo Durisch. «Se l'aiuto a Ofima non venisse dato o fosse concesso ma ridimensionato di molto, lo spirito della legge cantonale sulla protezione dei beni culturali ne uscirebbe, ritengo, rafforzato – evidenzia Durisch –. E ne uscirebbero rafforzati in particolare l’articolo secondo cui, cito, il Cantone partecipa ai costi di manutenzione regolare, di conservazione e di restauro dei beni culturali protetti di interesse cantonale, previo esame del progetto di intervento e quando i lavori non possono essere finanziati con altri mezzi, nonché l’articolo che stabilisce che il contributo è determinato in funzione della natura dei lavori e considerando una serie di elementi, fra i quali la situazione economica del proprietario. L’aiuto pubblico si giustifica quindi per quegli enti e quei privati che non hanno sufficienti mezzi finanziari per restaurare un bene culturale di loro proprietà. Mi sembra che non sia il caso di Ofima».

Bignasca: questo contributo non gode di grandi consensi

Il capogruppo leghista Boris Bignasca taglia corto: il contributo per il restauro dello stabile di Ofima «non gode di grandi consensi, del resto in questo periodo molto difficile per le finanze del Cantone la politica sta ponendo particolare attenzione anche agli investimenti, alla loro sostenibilità». Da noi interpellato la scorsa settimana, era stato ancor più esplicito: «Ci sono beni culturali in Ticino appartenenti a privati, singoli o società, finanziariamente ben messi, che sono stati ristrutturati completamente a spese dei medesimi privati. Credo che Ofima possa tendenzialmente fare lo stesso. Questo ritenuto da un lato le finanze estremamente importanti di Ofima e dei suoi azionisti, dall'altro la difficile situazione finanziaria del Cantone”.