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La Gestione chiede a Ofima di rinunciare al sussidio

Ristrutturazione stabile amministrativo di Locarno, la commissione parlamentare scrive al Cda e richiama la difficile situazione finanziaria del Cantone

Lo stabile amministrativo ristrutturato
(Ti-Press)
4 giugno 2024
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La commissione parlamentare della Gestione invita i vertici di Ofima “a rivalutare l'opportunità di fare capo al contributo cantonale proposto a suo tempo in un contesto finanziario evidentemente molto diverso”. Tradotto: a rinunciare al sussidio di 1,5 milioni di franchi per il restauro del palazzo amministrativo delle Officine idroelettriche della Maggia a Locarno, bene culturale di interesse cantonale. L’invito è contenuto in una lettera che la Gestione ha indirizzato di recente al Consiglio di amministrazione di Ofima.

Il motivo? L’attuale difficile situazione finanziaria del Cantone. Una situazione “certamente a voi ben nota, che ha costretto a una sensibile riduzione del credito a disposizione dell'Ufficio dei beni culturali per beni tutelati”, scrive la commissione del Gran Consiglio. Che aggiunge: “È una situazione che costringe a un'attenta ponderazione dei possibili contributi erogati in particolare tenendo conto della presenza di numerosi proprietari di immobili tutelati con una fragilità finanziaria manifestamente maggiore di quella di Ofima”.

Nella lettera la Gestione si complimenta con Ofima “per la ristrutturazione dello stabile avvenuta nel pieno rispetto delle indicazioni date dall’Ufficio dei beni culturali a seguito dell’inserimento dell’immobile nel catalogo dei beni culturali d'interesse cantonale ai sensi della Legge sulla protezione dei beni culturali viste le indubbie qualità architettoniche e storiche del vostro palazzo progettato dall’architetto Mariotta. Un intervento che avete sostenuto e concluso con successo con mezzi finanziari propri grazie alla vostra solidità finanziaria, permettendo di salvaguardare correttamente il vostro storico stabile”.

Il dossier, il dibattito

La polemica intorno alla vicenda era scoppiata a inizio anno quando sui banchi della Gestione era arrivato il messaggio del Consiglio di Stato con la richiesta del credito. Un periodo durante il quale la politica cantonale era alle prese con l’ostico Preventivo 2024 e l’allegata manovra di rientro. «Il sussidio è inopportuno e ci meraviglia che sia stato chiesto – affermava già a suo tempo il deputato del Centro Fiorenzo Dadò –. Non va bene che si vada a dare soldi a una solida società che da oltre 70 anni guadagna sulla più grande ricchezza del nostro cantone, quella idrica». I proprietari di Ofima, lo ricordiamo, sono Axpo (30%), Alpiq (12,5%), Iwb (12,5%), Bkw (10%), Città di Zurigo (10%) ed Ewb (5%). Azionisti economicamente piuttosto solidi ai quali si aggiunge il Canton Ticino (20%).