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‘Salute mentale, togliere lo stigma della presa a carico’

Il Consiglio di Stato ritiene evasa una mozione di Petralli (Verdi) e Sirica (Ps), condividendone ‘principi e finalità’ ma ricordando quanto fatto finora

Un problema sempre più acuto
(Depositphotos)
9 febbraio 2024
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Ne condivide "principi e finalità, con particolare attenzione al disagio giovanile e psichico in generale". Soprattutto riguardo allo stigma da togliere: "Un costante lavoro di informazione e sensibilizzazione è una via efficace per smontare i pregiudizi e avvicinare ai professionisti chi soffre a causa di un disagio psichico". Ma il Consiglio di Stato ritiene evasa una mozione dei deputati Giulia Petralli (Verdi) e Fabrizio Sirica (Ps) che chiedeva un progetto pilota con il quale dare occasione alla cittadinanza di potersi rivolgere a professionisti della salute mentale "in modo gratuito e semplice, oltrepassando così le barriere culturali e fisiche dell'accesso alla presa a carico della sfera psicologica". Nel concreto, la mozione chiedeva di "essere presenti sul territorio durante una o più giornate per promuovere la salute mentale; mettere a disposizione della popolazione, in un setting aperto e gratuito dei professionisti della salute mentale; promuovere i servizi cantonali e le possibilità di presa a carico ampliate dalla recente modifica nazionale".

‘Un orientamento cui tendere’

Il governo ritene evase queste richieste perché sta già facendo tanto in materia. Ma la premessa è d'obbligo: "L'accesso a spazi di ascolto e sostegno per la difficoltà e i momenti di disagio vissuti dalle persone, auspicabilmente in contesti di accoglienza a bassa soglia e de-stigmatizzanti, rappresenta un orientamento a cui tendere nella riorganizzazione del sistema di cura per la salute mentale". Anche perché, continua a scrivere il Consiglio di Stato nel suo messaggio, "le evidenze, tanto scientifiche quanto del buon senso comune, indicano che in tali spazi ad accesso facilitato è possibile intercettare le forme di disagio espresse in modo subclinico o – comunque – non istituzionale che, se non adeguatamente riconosciute, potrebbero evolvere in condizioni di maggiore gravità".

In questo senso, si legge ancora nel testo, "è necessario orientarsi a un quadro più vasto e articolato di prossimità strategica, che includa tutte le interfacce solidali in cui il bisogno di sostegno psicologico può affiorare, quali l'ambito della medicina di famiglia, quello scolastico e quello della consulenza". Accanto al sostegno in queste aree strategiche il Consiglio di Stato però si spinge anche più in là. Vale a dire che "il modello dello ‘psicologo deambulante o di strada negli spazi pubblici’ messo gratuitamente a disposizione della comunità in luoghi accessibili a tutti, può favorire un ulteriore superamento di alcune delle barriere culturali e fisiche che limitano l'accesso alle terapie e lo sviluppo di una rete capace di cogliere il disagio all'interno della comunità".

‘Necessario ripensamento del sostegno in termini di prevenzione’

Ma c'è un altro punto fermo, però. Secondo l'Esecutivo "va altresì detto che per promuovere la salute mentale attraverso la riduzione dello stigma associato alla presa in carico psicologica, è ineludibile un intervento di sensibilizzazione più intensivo della creazione di spazi e occasioni di confronto con specialisti accessibili in luoghi pubblici". In altre parole: "Sono semmai necessari sia un ripensamento del sostegno psicologico in termini di prevenzione e della valutazione tempestiva dei bisogni psichici, sia un'adeguata pianificazione degli invii nelle situazioni che richiedono un approfondimento".

Ciò detto, il Consiglio di Stato precisa che "sono già numerose le iniziative e le attività legate alla sensibilizzazione, alla promozione della salute mentale e alla prevenzione, rivolte alla popolazione in generale, inclusi progetti specifici per gruppi a rischio". Inoltre, "l'accesso a bassa soglia ai servizi di supporto psicologico, in contesti non stigmatizzanti, è già promosso attraverso svariati canali". In più, "anche la recente modifica dell'ordinamento sulla presa a carico della psicoterapia da parte dell'assicurazione malattia migliora la facilità e l'equità di accesso a queste prestazioni".

L'informazione al riguardo "avviene tramite i professionisti della salute e in particolare i medici di famiglia, che dovrebbero rappresentare la porta d'accesso al sistema sanitario". Quindi, "è opportuno mantenere un approccio equilibrato, che non alimenti un ricorso a prestazioni non necessarie, tema ben noto nell'ambito della crescita dei costi dell'assicurazione malattia".