Ticino

Condanne a misure terapeutiche, cosa si è fatto e si farà

Giustizia penale, il governo: ‘In questi anni migliorata la presa a carico dei casi’. Un gruppo di lavoro per ‘ulteriori approfondimenti’

Il carcere penale della Stampa
(Ti-Press)
14 febbraio 2025
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L’atto parlamentare è del dicembre 2022, ma il tema resta d’attualità. “La nostra società è sempre più confrontata con problematiche legate alle turbe psichiche e di conseguenza, negli anni, sono aumentati in modo considerevole” anche “i procedimenti penali conclusisi con l’ordinazione di una misura terapeutica”: così “in tutta la Confederazione”, il che “costituisce una preoccupazione”, alla quale lo Stato “nell’interesse pubblico” è chiamato “a dare una risposta”. Parole del Consiglio di Stato contenute nel recente articolato parere sulla mozione di Ivo Durisch e Luca Pagani. Mozione con cui il granconsigliere socialista e l’allora deputato del Centro chiedevano al governo di creare in Ticino “un’istituzione psichiatrica appropriata”: una struttura specifica per la presa a carico – “fuori dal penitenziario” – delle persone condannate a misure terapeutiche stazionarie. Pur valutando positivamente “intento e spirito” dell’atto parlamentare, l’Esecutivo ritiene “prematuro procedere nel senso indicato dai mozionanti”. Ciò non significa che non si è fatto o non si farà nulla. Anzi, “si è fatto molto per migliorare la gestione di questo aspetto”, scrive il Consiglio di Stato, prospettando l’istituzione di un gruppo di lavoro per “approfondire ulteriormente” la questione.

Cosa dice il Codice

Premessa d’obbligo: le misure terapeutiche stazionarie comprendono il trattamento di turbe psichiche (articolo 59 del Codice penale), il trattamento della tossicodipendenza (ad esempio da alcol, stupefacenti o farmaci: articolo 60) e le misure per i giovani adulti (articolo 61). Una misura stazionaria, spiega ancora il governo, è una sanzione penale ordinata dal giudice nel caso in cui la sola pena non sia sufficiente a dissuadere il reo dal commettere ulteriori reati. Le misure vengono eseguite, stando sempre al Codice, “in un’appropriata istituzione psichiatrica o in un’istituzione per l’esecuzione delle misure, così come in un penitenziario”. E hanno “un duplice scopo: da un lato proteggere la popolazione da autori di reato affetti da disturbi mentali, da dipendenza da sostanze o da disturbi della personalità, dall’altro ridurre il rischio di recidiva fornendo un trattamento o un’assistenza adeguata a queste persone”.

Il Servizio di medicina penitenziaria

Dal 2018, ricorda il Consiglio di Stato, il Servizio di medicina penitenziaria è garantito dall’Ente ospedaliero cantonale, sulla base di un contratto di prestazione a tempo indeterminato tra la Divisione giustizia (Dipartimento istituzioni) e lo stesso Eoc. Il citato servizio “in questi ultimi anni ha ampliato la sua attività, occupandosi anche della presa a carico dell’esecuzione delle misure terapeutiche delle persone collocate alle Strutture carcerarie cantonali”. L’attuale gestione di questo genere di misure “può dirsi quantomeno soddisfacente: sono difatti stati implementati diversi correttivi che hanno aumentato gli standard qualitativi di presa a carico e che, di conseguenza, hanno portato risultati concreti nel percorso terapeutico e di risocializzazione delle persone interessate”. Il Servizio di medicina penitenziaria, prosegue l’Esecutivo, “garantisce un’ampia e adeguata presa a carico delle persone soggette a una misura terapeutica stazionaria, permettendo così la gestione all’interno delle Strutture carcerarie cantonali di un buon numero di casi che richiedono una condizione di contenimento accresciuta ai sensi dell’articolo 59 capoverso 3 del Codice penale”, secondo il quale “fintanto che sussiste il pericolo che l’autore si dia alla fuga o commetta nuovi reati, il trattamento si svolge in un’istituzione chiusa: il trattamento può svolgersi anche in un penitenziario secondo l’articolo 76 capoverso 2, sempreché il trattamento terapeutico necessario sia assicurato da personale specializzato”. Il governo ribadisce dunque come l’esecuzione di misure terapeutiche stazionarie in un penitenziario “sia una facoltà concessa, a determinate condizioni, dalla legislazione federale”.

Il nuovo carcere

I provvedimenti sin qui adottati non sono comunque ancora sufficienti, osserva il Consiglio di Stato: da qui la volontà di “ulteriormente approfondire la tematica nell’ottica di individuare soluzioni a medio-lungo termine”. Il governo intende pertanto costituire “un gruppo di lavoro”. La questione delle misure terapeutiche stazionarie verrà considerata anche nel quadro degli approfondimenti legati alla prospettata costruzione del nuovo carcere penale.