Duro comunicato della Federcommercio, che critica la posizione possibilista del Consiglio di Stato sul dimezzamento della franchigia per spesa all'estero
Non le manda a dire la Federcommercio, che con un duro comunicato rimprovera al Consiglio di Stato la posizione presa durante la consultazione federale sull’abbassamento, da 300 a 150 franchi, della soglia oltre la quale si è tenuti a pagare l’imposta per acquisti all’estero. Come riferito dalla ‘Regione’, per il governo questa misura metterebbe ulteriormente a rischio il potere d’acquisto della popolazione. Ebbene, per la Federcommercio “l’analisi del Consiglio di Stato tiene unicamente conto degli interessi dei consumatori che acquistano oltre confine, trascurando quelli dei commerci locali, che devono sopportare solo le conseguenze dell’aumento del costo della vita e della situazione stagnante dei redditi”. Chi vuole già incentivare gli acquisti oltre frontiera, ricorda la Federazione dei commercianti, è il governo italiano che ha recentemente abbassato il limite, da 155 a 70 euro, oltre il quale è possibile chiedere il rimborso dell’imposta sul valore aggiunto (Iva). “La misura, che ha il chiaro intento di sostenere la ripresa del settore turistico italiano, va però a discapito dell’economia ticinese”.
La Federcommercio ricorda anche le difficoltà del momento per i negozianti ticinesi, in particolare l’inflazione e il franco forte. “Il commercio al dettaglio cantonale sta attraversando una crisi che si protrae da anni. La continua erosione delle cifre d’affari mette fortemente a repentaglio la sopravvivenza di molte aziende e il conseguente mantenimento dei posti di lavoro che esse generano. A fronte di queste prospettive – si legge – ci saremmo aspettati tutt'altra tutela da parte del Consiglio di Stato. Una tutela a favore del tessuto economico locale, assicurato dal commercio al dettaglio”.
La federazione presieduta da Lorenza Sommaruga ritiene anche “incomprensibile il mancato coinvolgimento in una tematica così importante e delicata”. Il comunicato auspica anche una “chiara presa di posizione in favore del settore del commercio al dettaglio a salvaguardia delle sue aziende e dei numerosi posti di lavoro che garantisce”.