Ticino

Aiuti studio, sì alla rimozione delle attuali soglie d’accesso

Dal Consiglio di Stato adesione ‘di principio’ all'iniziativa parlamentare. Il primo firmatario Fonio: ‘Si va a rafforzare un importantissimo diritto’

L’iniziativa parlamentare è stata depositata in gennaio. Dopo il governo, tocca ora al Gran Consiglio pronunciarsi
(Ti-Press)
5 ottobre 2023
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Dal governo un sì quasi pieno. “Considerato l’aumento generalizzato dei costi della vita degli ultimi anni e preso atto delle maggiori difficoltà finanziare con cui sono confrontate numerose famiglie, il Consiglio di Stato può aderire, di principio, alla proposta dell’iniziativa”. Tuttavia, aggiunge l’Esecutivo, “si ritiene che un importo minimo debba comunque essere fissato: in questo modo si eviterà di versare un aiuto finanziario di pochi franchi, ovvero una cifra irrisoria e addirittura di un solo franco”. E allora “si propone di indicare una soglia minima di 250 franchi sia per le formazioni di grado secondario II, sia per le formazioni di grado terziario”. Il governo si esprime così sull’iniziativa parlamentare, depositata nel gennaio di quest’anno, con cui Giorgio Fonio (primo firmatario) e Alessio Ghisla, entrambi del Centro, il liberale radicale Nicola Pini e l’allora deputata Maristella Polli, anche lei del Plr, chiedono di cancellare dalla legge le soglie minime di accesso all’aiuto agli studi.

La norma vigente

In ballo, per la precisione, è l’articolo 6 della Legge cantonale sugli aiuti allo studio. Al primo capoverso si spiega che l’aiuto allo studio “corrisponde alla differenza tra i costi di formazione e la quota di partecipazione personale, dei genitori, dell’eventuale coniuge, partner registrato o partner convivente, ritenuto un massimo annuo di 20’000 franchi”. Al secondo si afferma che “per ogni figlio a carico della persona in formazione l’importo è aumentato di 4’000 franchi”. Mentre al terzo si stabilisce che “l’aiuto è versato solo se risulta di almeno 1’000 franchi per formazioni di grado secondario II e di almeno 1’500 franchi per formazioni di grado terziario”. Ed è quest’ultimo capoverso che gli iniziativisti chiedono di eliminare. Di eliminare quella che definiscono una “distorsione”, dato che “un aiuto, seppur minimo, può essere estremamente importante per chi oggi se ne vede privato”. Attualmente “l’aiuto agli studi viene versato ai beneficiari solamente se questo risulta di almeno 1’000 franchi per formazioni di grado secondario II e di 1’500 per formazioni di grado terziario: questa norma è penalizzante perché la legge ha stabilito che, nonostante il cittadino abbia diritto a un aiuto, non raggiungendo gli importi minimi sopra indicati questo aiuto non può venir erogato”. Fonio e cofirmatari segnalano “alcuni costi al di sotto delle soglie minime, che pesano sulle famiglie e che potrebbero essere coperti dall’auto”. Fra gli esempi riportati nell’atto parlamentare, la “retta semestrale Supsi, 800 franchi”.

Come riferito, il Consiglio di Stato è di principio d’accordo con l’iniziativa. Propone però una soglia minima di 250 franchi. Tanto per le formazioni di grado secondario II, quanto per le formazioni di grado terziario. Il nuovo capoverso 3 dell’articolo 6 sarebbe quindi il seguente: “L’aiuto è versato solo se risulta di almeno 250 franchi”. A proposito dell’impatto sulle casse cantonali, l’operazione è sostenibile, rileva il governo. “Rispetto ai dati dell’anno scolastico 2022/2023 ed eliminando le soglie minime, si avrebbe un costo supplementare di 85’524 franchi: si tratta pertanto di una spesa contenuta”. Spesa in ogni caso, ma che “garantirebbe un aiuto importante a richiedenti/famiglie con difficoltà finanziarie”, evidenzia il Consiglio di Stato nel messaggio.

‘Più formazione anche per contrastare la povertà’

«Sono ovviamente molto soddisfatto di questa apertura del governo sull’iniziativa – commenta Giorgio Fonio, contattato dalla ‘Regione’ –. Il Consiglio di Stato ha riconosciuto la fondatezza della nostra proposta che mira a sostenere finanziariamente le famiglie penalizzate dai vigenti parametri legislativi e di conseguenza prive ad esempio di borse di studio. Faccio inoltre presente che in Svizzera il nostro è il cantone con il più alto tasso di povertà e che in quel venticinque per cento ci sono anche diverse persone con un basso livello di formazione. La soglia minima di 250 franchi prospettata dal governo mi sta bene». Continua il primo firmatario dell’iniziativa: «Se il Gran Consiglio darà luce verde, verrà rafforzato un importantissimo diritto. Il diritto allo studio».