Il direttore di Aiti Stefano Modenini ricorda alle aziende associate regole e limiti vigenti
“Malgrado gli auspici pubblicamente manifestati, per il momento Italia e Svizzera non hanno ancora trovato un’intesa per un nuovo accordo amichevole in materia fiscale sul telelavoro dei frontalieri". Firmato Stefano Modenini, direttore dell'Associazione industrie ticinesi, in una circolare inviata di recente alle aziende associate. "Ciononostante – ricorda Modenini – l’Italia ha unilateralmente e autonomamente adottato una normativa interna che permette a livello fiscale un telelavoro dal proprio domicilio per un massimo del 40%". Questa norma, avverte il direttore di Aiti, "è riservata unicamente ai frontalieri che prima del 31 marzo 2022 hanno utilizzato lo strumento del telelavoro e, seconda limitazione, questa regola scadrà il 31 dicembre 2023. Non vi sono per il momento notizie certe circa un eventuale regime definitivo da gennaio 2024 in avanti".
Scrive ancora Modenini: "Considerato però che in Italia a livello di assicurazioni sociali, contrariamente al resto dell’Ue, il telelavoro dei frontalieri è attualmente tollerato per un massimo del 25%, per non avere conseguenze né a livello fiscale, né previdenziale, il telelavoro non dovrà superare questa soglia. Chi volesse superarla, per sfruttare il limite del 40% concesso a livello fiscale, dovrà annunciarsi alle competenti autorità italiane". Questa normativa italiana "si riferisce unicamente alla fiscalità dei frontalieri, non delle aziende". Restano quindi "applicabili le condizioni che possono concorrere a costituire, fiscalmente parlando, una stabile organizzazione d’impresa, rendendo l’azienda soggetto fiscale anche in Italia".