L'Aiti: la proposta del Consiglio di Stato si inserisce in uno schema di miglioramento della competitività fiscale e di sviluppo economico
La riforma “si inserisce in uno schema di miglioramento della competitività fiscale del cantone Ticino e di sviluppo economico che serve infine a creare valore economico a favore della popolazione. Non si tratta insomma di una riforma fine a sé stessa bensì di un tassello importante di quella visione futura del cantone che la nostra organizzazione richiede da tempo". L’Aiti, l'Associazione industrie ticinesi, “saluta favorevolmente” la proposta di riforma della legge tributaria cantonale presentata ieri dal Consiglio di Stato. Un progetto che “risponde fra l’altro alle richieste presentate da Aiti al capitolo fiscale del suo Piano strategico per lo sviluppo economico del cantone Ticino denominato ’Ticino 2032’, in particolare per quanto concerne la riduzione dell’aliquota massima d’imposta delle persone fisiche, la facilitazione della successione aziendale e la riduzione della fiscalità che grava sul capitale di previdenza”.
L’intervento sulla fiscalità che grava sul reddito, afferma l’Aiti in una nota, “è particolarmente importante perché anche in questo ambito il cantone Ticino si trova da tempo agli ultimi posti della classifica della competitività fiscale intercantonale”. Alla luce della recente votazione federale con cui il popolo ha approvato l’adozione dei criteri fiscali dell’Ocse che prevedono l’applicazione di un’imposta minima globale del 15%, continua l'associazione, “si tratta per il Ticino di diventare concorrenziale, generando pertanto nuovo gettito fiscale, riducendo l’aliquota massima d’imposta quale misura per mantenere e attirare sul territorio imprenditori, investitori e dirigenti d’azienda. Una scelta perfettamente logica perché da tempo si richiede al Consiglio di Stato e al Gran Consiglio una strategia di sviluppo economico che permetta di creare e mantenere sul territorio attività economiche a valore aggiunto che sostengano gli attuali posti di lavoro e ne creino di nuovi, remunerati in maniera soddisfacente”. La realizzazione di questa strategia “richiede per forza di cose anche un ammodernamento della legge tributaria nel senso indicato dal Consiglio di Stato”.
Per gli industriali, “la riduzione dell’imposizione sulle successioni e donazioni ma in particolare la facilitazione della trasmissione dell’azienda al di fuori della cerchia familiare, ad esempio ai dipendenti, considera da un lato l’evoluzione della società e della famiglia e dall’altro lato interviene a ridurre gli ostacoli che oggi penalizzano o addirittura compromettono il passaggio dell’azienda a nuovi responsabili: per un cantone fatto di piccole e medie imprese come il Ticino si tratta si tutelare il proprio tessuto aziendale e ridurre il numero delle aziende che di fatto vengono chiuse a causa di una fiscalità eccessiva che grava oggi sulle successioni aziendali”.
L'Aiti condivide inoltre anche “l’intervento atto a ridurre l’imposizione fiscale che grava sul capitale di previdenza”. Motivo? “Nella situazione odierna tanti contribuenti che dispongono di un capitale di previdenza mediamente elevato o elevato scelgono di domiciliarsi in un Cantone fiscalmente meno punitivo del Ticino, ciò che fa perdere al nostro Cantone preziosi contribuenti e attività – rilevano gli industriali –. Il fatto però che plafonando l’onere fiscale massimo dell’imposizione delle prestazioni fiscali in capitale della previdenza al 3%, la riduzione del gettito fiscale sia piuttosto limitata, significa che molti contribuenti in realtà lasciano il Ticino già prima di prelevare il capitale di previdenza”.
L'associazione confida quindi nell'approvazione da parte del Gran Consiglio del messaggio governativo sulla riforma tributaria. Con un invito, in prospettiva, all'Esecutivo: “Anche nell’ottica di raccogliere il consenso più ampio possibile attorno alla riforma, il Consiglio di Stato farebbe forse bene a dare già sin d’ora segnali chiari all’indirizzo di prossime riforme per l’ammodernamento del sistema fiscale cantonale, che riguardano il ceto medio e le persone sole”.