Interrogazione di Maderni e Speziali: il Consiglio di Stato ritiene il Ticino troppo poco concorrenziale nell’imposta sul reddito per i redditi elevati
“Considerato che la categoria degli alti redditi è molto mobile e che in Ticino il gettito fiscale è fortemente concentrato in pochi contribuenti, in caso di partenze di contribuenti benestanti le implicazioni finanziarie possono essere particolarmente gravose per gli enti pubblici. Basti infatti pensare che le imposte cantonali e comunali dell’1% delle persone fisiche più facoltose del cantone corrispondono a oltre 600 milioni di franchi all’anno”. E quindi, dal momento che il Ticino rimane “poco concorrenziale ai fini dell’imposta sul reddito per i redditi elevati (21° rango per quanto riguarda l’onere fiscale massimo nei capoluoghi cantonali)” – scrive il Consiglio di Stato nella risposta all’interrogazione dei deputati liberali radicali Cristina Maderni e Alessandro Speziali preoccupati per la diminuzione dei globalisti in Ticino di 129 unità, dal 2020 al 2022, a fronte comunque di un gettito complessivo aumentato da 157,8 a 183,5 milioni – “un intervento in quest’ambito per avvicinare l’aliquota massima ticinese ai valori medi intercantonali permetterebbe di reagire strategicamente e tempestivamente all’introduzione dell’imposta minima globale al 15% per le grandi imprese internazionali che comporterà inevitabilmente un inasprimento della concorrenza fiscale intercantonale sul fronte delle persone fisiche». Quanto invece all’aliquota massima sulla sostanza – che secondo i due granconsiglieri, come quella sul reddito, è tra le più alte della Svizzera ed è “senz’altro” un motivo per le partenze in altri cantoni – il governo osserva che “grazie alla riforma fisco-sociale entrata in vigore in due tappe nel 2018 e 2020 è stato possibile migliorare il posizionamento per quanto riguarda l’imposta sulla sostanza. Riducendo l’aliquota massima dal 3,5‰ al 2,5‰ il posizionamento del Ticino nel raffronto intercantonale è infatti passato dal 22° al 16° rango”.
Il governo propone poi una piccola panoramica sull’evoluzione dei principali contribuenti del cantone, ricordando che, per quanto riguarda le persone fisiche, rientrano in questa categoria i contribuenti con redditi o sostanze imponibili superiori a 500mila franchi, rispettivamente, 5 milioni. Ebbene, tra il 2016 e il 2022 i contribuenti appartenenti a queste casistiche che hanno trasferito il proprio domicilio fiscale fuori cantone sono stati complessivamente 395. Tra questi, 143 riguardano dei casi di fine assoggettamento (casi di contribuenti partiti senza più alcun legame fiscale con il Ticino), mentre 252 dei casi di cambiamento di assoggettamento (contribuenti che hanno trasferito il proprio domicilio fiscale ma che, ad esempio, continuano a essere imposti nel nostro cantone limitatamente all’immobile posseduto in Ticino). Sull’altro fronte, il numero degli arrivi di contribuenti facoltosi si attesta – sullo stesso periodo – in 190 casi.
Per quanto riguarda invece i soli globalisti – il cui reddito imponibile minimo è stabilito in 400mila franchi – tra il 2020 e il 2022 si è assistito a un calo del loro numero (-217 unità) solo in parte compensato dai nuovi arrivi (+88 unità). Tale flessione, secondo il Consiglio di Stato, è tuttavia principalmente da ricondurre al passaggio a tassazione ordinaria di contribuenti imposti secondo il dispendio fino al 2020 (119 casi su 217, pari al 55% del totale). Il 1° gennaio 2016 sono infatti entrate in vigore a livello federale alcune modifiche legislative che hanno inasprito l’imposizione globale introducendo un dispendio minimo di 400mila franchi ai fini dell’imposta federale diretta e l’assoggettamento all’imposta sulla sostanza anche per i globalisti. Tenuto conto che questa modifica di legge prevedeva un regime transitorio quinquennale, per buona parte dei globalisti l’inasprimento dell’imposizione secondo il dispendio è divenuta effettiva solo a partire dal periodo fiscale 2021. Le partenze fuori cantone sono invece state 62, mentre i restanti -36 sono da ricondurre a decessi.
Infine, alla domanda volta a sapere quale posizione abbia in merito alle conseguenze di queste partenze, l’esecutivo rimarca che “all’origine delle partenze di contribuenti facoltosi non vi sono sempre unicamente motivi di natura fiscale. Così come non è solo la leva fiscale che attira contribuenti benestanti in un determinato cantone, bensì anche la rete di servizi pubblici, le infrastrutture, l’offerta scolastica e formativa, la stabilità delle istituzioni, e altri fattori”.