Luca Renzetti (Plr) chiede al Consiglio di Stato se intende farsi promotore di progetti ‘che sono una soluzione alla scarsa produzione solare invernale’
Il mondo dell'energia solare è in continua evoluzione. Considerata da molti come un’importante via per riuscire a sganciare il nostro paese dalla dipendenza dalle fonti fossili, negli ultimi anni sono aumentati gli aiuti e gli incentivi pubblici per spingere anche gli imprenditori a investire in questo settore. In questo senso, un importante passo in avanti a livello federale è stato fatto a fine settembre del 2022 quando, con l’articolo 71a della Legge sull’energia, il parlamento ha introdotto le condizioni quadro per l’autorizzazione agevolata degli impianti fotovoltaici di grandi dimensioni. È da questa considerazione che parte un'interrogazione del deputato Luca Renzetti (Plr) al Consiglio di Stato ticinese. Il liberale radicale chiede quale sia la posizione del governo su questo tema, e se il Ticino intende essere protagonista della transizione energetica e della produzione invernale di energia rinnovabile.
Tre i criteri minimi che un progetto deve soddisfare per ottenere le agevolazioni: una dimensione di almeno 10 gigawattora (GWh) di produzione annua, una produzione elettrica nel semestre invernale di almeno 500 kWh/KW e la domanda deve essere depositata pubblicamente entro la fine del 2025. “Se questi criteri sono soddisfatti – si legge nell’atto parlamentare – gli impianti sono considerati a ubicazione vincolata, di interesse nazionale e l’interesse alla loro realizzazione prevale in principio su altri interessi. Inoltre, i progetti non sottostanno all’obbligo di pianificazione, ossia non è necessario effettuare una pianificazione direttrice né un piano di utilizzazione”. Renzetti ricorda anche come sia sempre richiesto un esame dell’impatto sull’ambiente e l’impianto deve essere completamente smantellato dopo la messa fuori servizio.
Ad oggi – si ricorda nel testo – in Ticino si stanno progettando 2 impianti, promossi da pubblici e privati, che rispettano i requisiti richiesti dalla Confederazione. Il primo al Nara, promosso dalla Ses (Società Elettrica Sopracenerina). Un impianto pilota con potenza di 360MWh ma che ha il potenziale per raggiungere i 14 gigawattora (GWh) Vale a dire il consumo annuale di quasi 4mila economie domestiche. Il secondo sul monte Tamaro, promosso da un gruppo di privati capitanati da Rocco Cattaneo, è un progetto che prevede 17’544 moduli fotovoltaici e che sarebbero in grado di produrre dai 15,6 ai 17,6 (GWh) di elettricità all’anno (di cui oltre 800 kWh/kWp in inverno). Vale a dire, anche in questo caso, il consumo annuale di circa 4mila economie domestiche.
Gli impianti solari alpini, sottolinea Renzetti, a differenza di quelli previsti sulle coperture degli edifici nel fondovalle, hanno il grande pregio di avere una resa molto importante anche nei mesi invernali. Resa durante i mesi freddi che è “il vero tallone d’Achille degli impianti fotovoltaici ‘classici’, e che porrà una grande sfida per la svolta energetica. “Un altro vantaggio dei parchi alpini – prosegue il granconsigliere – è quello di facilitare la gestione da parte delle aziende responsabili. Curare pochi impianti di grandi dimensioni è più facile rispetto a tanti piccoli impianti”.
Al governo si chiede quindi cosa intenda fare per coprire il “buco” di approvvigionamento invernale dato dagli impianti fotovoltaici classici, quando e se progetti di parchi solari alpini saranno presentati alle dovute istituzioni e se il Ticino sarà promotore attivo di questa tipologia di impianti.