Ticino

Al Penitenziario cantonale torna la sezione femminile

Il Gran Consiglio dice sì alla riapertura del comparto per le donne condannate a pene da espiare. Undici posti cella. Tempi di realizzazione: venti mesi

In sintesi:
  • Elettricità e futuri aumenti: il Cantone non ha una strategia.
  • Settore ambulatoriale: approvato il regime transitorio per limitare il numero massimo dei medici.
Ultima seduta prima dell’estate
(Ti-Press)
21 giugno 2023
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Al carcere penale della Stampa, destinato alle persone in esecuzione di pena, verrà riattivata la sezione femminile, chiusa anni fa in pratica per inutilizzo. Undici posti cella, con una cella per detenute con figli (età massima 3 anni), un passeggio e un laboratorio. L’ok del Gran Consiglio - 66 voti favorevoli, due astensioni - al rapporto del centrista Giorgio Fonio e del socialista Fabrizio Sirica, rapporto favorevole al messaggio governativo, arriva in coda all’ultima seduta prima della pausa estiva. Il ripristino della sezione si rende necessario considerato l’aumento in Svizzera delle donne condannate a una pena detentiva. Donne che oggi in Ticino vengono rinchiuse, per pene privative della libertà di breve durata, nel carcere giudiziario della Farera dove sono così sottoposte allo stesso regime, e quindi alle stesse restrizioni, previsto per chi è in detenzione preventiva. Se condannate invece a lunghe pene, vengono trasferite in carceri femminili d’oltre Gottardo con conseguente distacco dal territorio in cui vivono e dagli affetti famigliari (per il collocamento in strutture fuori Ticino, il Cantone ha speso lo scorso anno 800mila franchi).

Luce verde dunque a 1,2 milioni di franchi per la realizzazione del comparto femminile e per l’adattamento di spazi al Penitenziario cantonale per i detenuti anziani e per quelli con disabilità fisica. E a 1,8 milioni annui per il personale "aggiuntivo" per ll citato comparto: di sorveglianza (una decina di agenti di custodia, capi compresi), amministrativo e medico. A quando la sezione per le detenute? Venti mesi la durata dei lavori. Dovrebbe entrare quindi in funzione, se tutto filerà liscio, nel 2025. «Riguardo alla detenzione delle donne, si pone fine a una situazione estremamente critica, a tratti disumana», commenta Giorgio Fonio. «Il calcolo del personale necessario è finalizzato a garantire anche condizioni detentive dignitose a chi finisce in carcere», rileva il direttore del Dipartimento istituzioni Norman Gobbi.

Stangata sull'energia, Durisch chiede una strategia. Che non c‘è

La stangata in arrivo sui prezzi dell'energia, con l'Associazione delle aziende elettriche svizzere che per il 2024 ha stimato aumenti in media del 12%, sbarca in Gran Consiglio. Nella discussione sul Consuntivo ’22 (alla fine approvato a larga maggioranza), quando l'analisi si è concentrata sui conti del Dipartimento finanze ed economia, è il capogruppo del Ps Ivo Durisch a esprimersi sul tema: «Quella che si prospetta sul costo dell'energia è un'altra batosta dopo l'impennata dei premi di cassa malati». E la domanda si pone: «Il Consiglio di Stato ha in mente una strategia per ridurre l'impatto delle bollette elettriche sulle economie domestiche?», chiede infatti Durisch. Che aggiunge come «ritengo sia inopportuno che le aziende distributrici versino dividendi che alleggeriscono le entrate dei Comuni in un periodo del genere». Durisch accenna «ai margini di manovra sulle leggi cantonali, come quella dell'utilizzo di suolo pubblico, o semplicemente dire che le aziende distributrici, come quelle dell'acqua potabile, non possono fare utili. Questo andrebbe a calmierare il costo finale per l'utente».

Ebbene, nella risposta del direttore del Dfe Christian Vitta di questa strategia non c‘è traccia. «Le aziende di distribuzione sono autonome perché dipendono dai Comuni – esordisce Vitta –, per la componente del prezzo dell'energia abbiamo fatto la nostra parte quando l'Azienda elettrica ticinese ha proposto ’Aet blu‘, energia a buon prezzo, che chi ai tempi l'ha acquistata oggi può beneficiare di tariffe buone». Risposta che non convince per niente Durisch: «’Aet blu‘ è un discorso vecchio, io parlo di oggi: si faccia qualcosa a livello legislativo sulla tassa per l'utilizzo di suolo pubblico». A ruota arriva il deputato dell'Mps Giuseppe Sergi: «Durisch pone un problema reale, mi chiedo davvero come sia possibile che un'azienda come l'Ail abbia accantonato 200 milioni di franchi e allo stesso tempo abbia aumentato le tariffe, c’è qualcosa che non funziona, richiamarsi all'autonomia è un po' riduttivo». Ma è muro contro muro, perché la replica di Vitta non si sposta di un centimetro: «Nel prezzo finale il costo dell'energia ha un ruolo molto importante, il resto è marginale».

Durisch, raggiunto dalla ‘Regione’ dopo la risposta del consigliere di Stato, afferma che «è deludente che il Dfe non abbia nessuna strategia per calmierare i costi, perlomeno quelli che dipendono dalle leggi cantonali». Nel 2016, ricorda il capogruppo socialista alludendo alla manovra di rientro di allora, «quando bisognava risanare le finanze dello Stato un’idea l’hanno avuta però, ovvero quella di alzare la tassa di utilizzo del suolo pubblico. Questa tassa stride ancor più oggi, visti i già alti costi dell’energia, e bisognerebbe abolirla!». Non è tutto. «Inoltre non è accettabile che le aziende distributrici versino dividendi ai Comuni quando i cittadini sono schiacciati dai costi crescenti». Conclusione e promessa: «Stiamo parlando di un settore molto importante su cui ci chineremo nel corso dell’estate visto che di idee dal Dipartimento non ne vengono».

Numero massimo di medici, sì al rapporto di Quadranti

Approvando il rapporto del liberale radicale Matteo Quadranti, il Gran Consiglio dà poi luce verde agli atti normativi cantonali proposti dal governo per poter determinare i numeri massimi di medici nel settore ambulatoriale. Questo in seguito alla revisione della Lamal che consente ai Cantoni "di limitare, in uno o più campi di specializzazione medica, o in determinate regioni, il numero di medici che forniscono prestazioni nel settore ambulatoriale a carico dell'assicurazione obbligatoria”. Il sì del plenum è al regime transitorio, un paio di anni dal prossimo mese, durante il quale i numeri attuali di medici potranno essere ritenuti quelli massimi. Dal luglio 2025 entrerà in vigore il cosiddetto modello di regressione. A quel punto il Cantone potrà anche, in base a dati criteri, rifiutare autorizzazioni a medici che chiedono di esercitare a carico della Lamal. Il direttore del Dss Raffaele De Rosa spiega che «la crescita della spesa sanitaria si riflette, aumentandoli, sui premi di cassa malati, sempre più insostenibili per gli assicurati. E i costi legati al settore ambulatoriale rappresentano il 40% dei costi totali Lamal. Il Consiglio di Stato intende applicare il nuovo strumento con decisione e giusto equilibrio, per garantire la qualità delle cure e della presa a carico, ma serve essere rigorosi per limitare la crescita della spesa sanitaria».