Gli impresari costruttori incolpano il sindacato di voler far saltare il rinnovo del Ccl dell'edilizia ‘per un’ora’. Unia gira le stesse accuse alla Ssic
«La loro è una guerra di principio». «Dove c’è buonsenso fanno fatica ad arrivare». «Hanno come unico obiettivo quello di scioperare, sarebbe la goccia che fa traboccare il vaso». Quella verso il sindacato Unia è un’irritazione che la Società svizzera impresari costruttori (Ssic) sezione Ticino fa fatica a contenere. A spiccare tra i temi trattati nell'incontro con i media prima della 106esima Assemblea generale ordinaria sono proprio le trattative in stallo in vista del rinnovo del Contratto collettivo cantonale di lavoro (Ccl) dell’edilizia. Oggetto del contendere: l'orario in cui chiudere i cantieri in caso di canicola. «Unia e Ocst hanno chiesto di inserire l'obbligo nel nuovo Ccl – dice il direttore della Ssic Nicola Bagnovini –. Unia vorrebbe la chiusura alle 14, noi alle 15. Considerando che attualmente non c’è nemmeno l'obbligo di chiudere, facciamo già una grande concessione che si aggiunge a numerose altre, mentre loro sono disposti a mandare tutto all'aria solo per un'ora».
A entrare nei dettagli è il presidente della Ssic Mauro Galli: «Uno dei problemi principali con cui il nostro Ufficio presidenziale è stato confrontato negli ultimi mesi, è il rinnovo del Contratto nazionale mantello (Cnm) e la conseguente trattativa per il Contratto collettivo cantonale. Il Ccm è stato rinnovato all’inizio di quest’anno con degli aumenti salariali che, come rappresentanti ticinesi, abbiamo respinto con decisione». Per gli impresari costruttori infatti l’aumento generalizzato di 150 franchi al mese a partire dal primo gennaio 2023 è stato molto difficile da digerire. Una volta approvato il Cnm, «a partire da fine gennaio abbiamo affrontato un’estenuante trattativa con i sindacati ticinesi di Unia e di Ocst in previsione dell’eventuale rinnovo del Ccl per l’edilizia». Lo scorso 14 aprile il Consiglio sezionale della Ssic ha preso la decisione finale sui punti per i quali non si era ancora trovato un accordo, «concedendo un ulteriore spiraglio di trattativa e comunicando la decisione finale di compromesso ai sindacati. Dopo la nostra comunicazione vi è stata la conferma dell’accettazione da parte di Ocst dell’accordo che sarebbe dovuto entrare in vigore il 1°maggio». Per contro Unia «ha considerato insufficiente il risultato finale della trattativa e per questo ha deciso di consultare i lavoratori a cui sottoporre il risultato finale della negoziazione». Quale termine per una risposta definitiva il sindacato ha stabilito l’ultima settimana di maggio. «Unia sta cercando lo scontro frontale e continua a ragionare fuori da ogni logica di sostenibilità economica dei nostri posti di lavoro», attacca Galli, secondo cui così «grazie a Unia, non siamo ancora in grado di dirvi se ci sarà o meno un Contratto collettivo cantonale di lavoro».
Non ci sta Dario Cadenazzi, responsabile Settore edilizia Unia Ticino e Moesa, che abbiamo contattato per una replica: «Se avessimo voluto mandare a monte tutto o scioperare, non ci saremmo seduti al tavolo delle trattative per 12 tornate. Il nostro obiettivo è di rinnovare il Ccl dell'edilizia ma non a qualunque costo». L'aspetto della canicola, osserva Cadenazzi, «è un miglioramento chiesto per equilibrare delle concessioni fatte da parte dei lavoratori a favore delle imprese, come il nuovo sistema dell’organizzazione del lavoro più flessibile. Quanto al mandare tutto all'aria per un'ora, potremmo dire lo stesso di loro». E aggiunge: «È una questione di mostrare ai lavoratori sensibilità e rispetto per la loro salute. Inoltre terminando alle 14 e anticipando l'orario mattutino, i dipendenti potrebbero comunque lavorare sui cantieri 7,5 ore al giorno che in un conteso di canicola è molto».
Tra gli altri temi all'ordine del giorno dell'Assemblea della Ssic anticipati ai media, la richiesta reiterata – dopo il campanello d'allarme suonato a fine marzo – «che non si facciano falsi risparmi sugli investimenti». Come ricordato dal membro dell'Ufficio presidenziale Massimo Cereghetti, il 2023, almeno per i primi mesi, ha mostrato un drastico calo degli appalti pubblicati sul Foglio ufficiale: da circa 13 al mese del periodo pre-pandemia si è passati nel 2022 a circa 10 e nei primi mesi del 2023 a 6. «Non si vorrebbe che si trattasse di un pericoloso segnale legato a falsi risparmi effettuati sul fronte degli investimenti, in un momento dove le finanze pubbliche sono sotto pressione». Sul versante ambientale, «proprio con la volontà di essere di buon esempio», rende noto dal canto suo il vicepresidente Ferdinando Santaniello, negli ultimi anni la Ssic ha effettuato, sui suoi immobili, 2,2 milioni di investimenti oltre che pianificato interventi dal profilo energetico di quasi 5 milioni presso il suo Centro di formazione a Gordola. Preoccupazione è stata infine espressa anche per la carenza di manodopera e per gli stereotipi duri a morire secondo cui i profili professionali nell’ambito dell’edilizia siano delle scelte di serie B «nonostante ottime condizioni salariali e un settore che ha visto una forte digitalizzazione e meccanizzazione». Aspetti, questi, toccati da Paolo Ortelli in veste di direttore del Centro di formazione professionale di Gordola.