Ticino

Edilizia, un contratto che soddisfa ma fino a un certo punto

Bagnovini (Ssic): ‘Passi avanti su flessibilità e canicola, ma Unia...’. Cadenazzi secco: ‘Un attacco senza precedenti, il nostro un sì con forti critiche’

La firma c’è, la soddisfazione...
(Ti-Press)
16 giugno 2023
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Una maggiore flessibilità per i datori di lavoro, con l'introduzione del concetto di ‘banca ore’ per i salariati, e nuove regole per i periodi di canicola. Sono queste, in soldoni, le principali novità del Contratto collettivo cantonale dell'edilizia sottoscritto oggi da padronato e sindacati. «Ci sono voluti oltre cinque mesi, nonostante si fosse fissato un termine a fine aprile, per arrivare alla conclusione delle trattative. Una situazione problematica per tutti, imprese e lavoratori inclusi, anche perché il settore ha vissuto mesi di grande incertezza per rapporto al futuro di uno dei contratti storici del Cantone Ticino, quello dell’edilizia e del genio civile – osserva il direttore della sezione ticinese della Società svizzera impresari costruttori Nicola Bagnovini, contattato dalla ‘Regione’ –. Finalmente si è giunti a una soluzione, tutto sommato, equilibrata e conferma la bontà del nostro Contratto collettivo. È chiaro che per trovare un accordo ognuna delle parti contraenti deve essere disposta a fare un passo indietro, a scendere a un compromesso. Allo stesso modo, il risultato va però giudicato per quanto ottenuto nel complesso e non limitandosi a valutare singoli aspetti».

Bagnovini (Impresari costruttori): ‘Mantenuto il partenariato sociale’

Aggiunge Bagnovini: «Ritengo che il compromesso finale raggiunto, seppur non ottimale sotto ogni punto di vista, sia soddisfacente e permette di mantenere un partenariato sociale che è in essere ormai da oltre sessant’anni. Questo con tutte le implicazioni che ne conseguono a livello di possibilità, ad esempio, di regolare particolarità che il nostro settore vive a Sud delle Alpi, potendo quindi rispondere meglio a delle esigenze puntuali e influire su delle dinamiche che sono principalmente di carattere locale».

I cambiamenti rispetto al ‘vecchio’ Ccl ticinese, evidenzia il direttore della Ssic-Ti, «sono dei passi avanti significativi a favore di una maggiore flessibilità del tempo di lavoro, pur mantenendo invariate le ore annuali da garantire ai lavoratori. Con il nuovo Contratto collettivo di lavoro abbiamo pure prestato maggiore attenzione al problema della canicola per rapporto alla salute dei lavoratori. Infatti, in caso di allerta di grado 4 decretata dal Gosa, il Gruppo operativo salute e ambiente, per cantieri all'aperto il cui lavoro comincia in mattinata, la fine della giornata lavorativa dovrà avvenire entro le 15, tenuto conto di una presenza lavorativa di al massimo 8 ore in cantiere. Le ore perse dai lavoratori in questi casi potranno essere recuperate facendo capo alle ore aggiuntive accumulate durante l’anno».

‘Non ci è piaciuto l'approccio di Unia’

Cosa non vi soddisfa del nuovo Ccl? «L’approccio adottato da Unia, in particolare durante la parte finale delle trattative – afferma Bagnovini –. Un comportamento che poco ha da spartire con la nostra lunga tradizione di partenariato sociale, visto che sono stati clamorosamente e ampiamente disattesi i termini contenuti nell’accordo protocollare sottoscritto da tutte le parti all’inizio della trattativa e che hanno tenuto in stallo per oltre un mese il compromesso finale. Ma ora è meglio abbandonare le polemiche e lavorare seriamente, tutti assieme, per implementare le nuove disposizioni nel nuovo Ccl e per informare compiutamente imprese e lavoratori affinché i cambiamenti avvengano nel migliore dei modi».

Cadenazzi replica: ‘Volevano smantellare il contratto cantonale...’

Secca e a stretto giro di posta arriva la replica del responsabile del settore edilizia di Unia Dario Cadenazzi: «Dal mese di gennaio siamo stati confrontati con un attacco senza precedenti da parte degli impresari costruttori, che avevano la chiara volontà di smantellare il contratto cantonale. Di conseguenza lo svolgimento delle trattative è stato molto duro e lungo, e il risultato non ci soddisfa del tutto. La nostra base – sottolinea Cadenazzi – l'ha accettato con forti e pesanti critiche, ma resta comunque un contratto migliore di quello mantello nazionale».

La questione della canicola, riprende Cadenazzi, «è legata a dovuti, e sottolineo dovuti, aspetti di miglioramento che compensavano il cambiamento epocale relativo alla gestione della flessibilità, che premiava le imprese». La rivendicazione di Unia era «di fissare l'orario limite alle 14, soprattutto per dare una visione ai lavoratori che il pomeriggio in caso di allerta 4 di canicola si era liberati dall'obbligo di stare a cuocere sotto al sole in cantiere, ma non è andata così». Ogni mese di settembre, a ogni modo, padronato e sindacati torneranno a sedersi al tavolo per discutere di come è andata l'estate e di come è stata gestita la questione canicola, al fine di poter porre dei correttivi. «Comunque sia, vigileremo sulla corretta applicazione del tutto», conclude Cadenazzi.

Locatelli (Ocst): ‘Sul monte ore vigileremo’

Anche il responsabile edilizia dell'Ocst Paolo Locatelli ricorda, a mo’ di premessa, che «le difficoltà della trattativa stavano nelle dichiarazioni degli impresari costruttori che fondamentalmente dicevano che si poteva continuare con il contratto nazionale, ma così sarebbero venute a cadere la lotta alla malaedilizia in Ticino, perché il contratto cantonale limita gli interinali nei cantieri e pone il divieto di lavorare a cottimo ad esempio».

Sul monte ore, osserva Locatelli, «è un cambiamento importante che preoccupa i lavoratori e noi abbiamo loro assicurato che presteremo massima attenzione nell'applicazione» mentre per quanto concerne la canicola, anche in casa Ocst «la soluzione non è altamente soddisfacente: le ore più calde sono tra le 12 e le 14, che restano lavorative. Certo, usciamo dalla semplice raccomandazione di evitare di stare sotto al sole e stabiliamo che i lavori debbano essere interrotti al più tardi alle 15, è un vincolo».