Ticino

Nuova fiscalità dei frontalieri, l’Aiti: effetti già nel 2023

L’Associazione industrie ticinesi scrive alle aziende affiliate

Il direttore dell’Aiti Stefano Modenini
(Ti-Press)
6 marzo 2023
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"Per poter beneficiare del periodo transitorio riservato ai cosiddetti frontalieri attuali i datori di lavoro e i collaboratori devono inoltrare la richiesta di permesso G prima della conclusione della procedura di ratifica che avverrà molto verosimilmente nel corso del 2023". Così l’Associazione industrie ticinesi (Aiti) in una comunicazione alle aziende affiliate in merito alla nuova intesa tra Svizzera e Italia sulla fiscalità dei frontalieri. A inizio febbraio infatti il Senato italiano ha ratificato il nuovo Accordo firmato da Roma e Berna. "Ora la procedura passa alla Camera dei deputati: si prevede – scrive l’Aiti agli associati – che la procedura di ratifica verrà conclusa nel corso dei prossimi mesi, ancora nel 2023".

Il nuovo accordo introduce un sistema di imposizione dei frontalieri differente. Verranno suddivisi in attuali e nuovi, ricorca l’Aiti: "Ai frontalieri attuali continuerà ad applicarsi il sistema fiscale che conosciamo oggi, ossia una tassazione esclusiva in Svizzera (alla fonte), con il riversamento all’Italia dei cosiddetti ristorni da parte delle autorità fiscali elvetiche. Per contro i nuovi frontalieri oltre all’imposizione in Svizzera, diventeranno soggetti fiscali anche in Italia, e vedranno un’imposizione fiscale a loro carico aumentata". Sono considerati frontalieri attuali ai sensi del nuovo Accordo, le persone che "alla data della ratifica svolgono oppure che tra il 31 dicembre 2018 e la data della ratifica hanno svolto un’attività di lavoro dipendente nell’area di frontiera".

Il nuovo accordo, aggiunge l’Aiti nella comunicazione, "verrà applicato dal 1° gennaio 2024. Ma attenzione, già la conclusione della procedura di ratifica, che avverrà con la comunicazione ufficiale da parte italiana alla Svizzera, implica però degli effetti nel 2023: infatti, tutti i frontalieri che inoltreranno una richiesta di permesso in Svizzera dopo tale data saranno considerati ‘nuovi frontalieri’ e quindi, da gennaio 2024, saranno imposti fiscalmente secondo il nuovo sistema". In altre parole, "la conclusione della procedura di ratifica nel 2023 sarà già concretamente determinante per la definizione dei ‘nuovi frontalieri’ ". Pertanto "rendiamo attenti che per poter beneficiare del periodo transitorio riservato ai cosiddetti frontalieri attuali i datori di lavoro e i collaboratori devono inoltrare la richiesta di permesso G prima della conclusione della procedura di ratifica che avverrà molto verosimilmente nel corso del 2023".

«Il testo – spiega, da noi interpellato, il direttore dell’Aiti Stefano Modenini – è stato concordato con la Camera di commercio. Entrambe le associazioni lo hanno trasmesso oggi alle rispettive aziende affiliate».