L’uomo ‘bancomat’ di Matteo Messina Denaro, in carcere dal 2015, è stato riconosciuto colpevole anche di numerosi attentati incendiari
Quattro anni e mezzo di carcere. È la condanna inflitta dal Tribunale di Marsala a Domenico "Mimmo" Scimonelli, 55enne mafioso di Partanna, nato a Locarno (dove ha vissuto sino all’età di 18 anni) da genitori siciliani, considerato l’"uomo bancomat" di Matteo Messina Denaro, al quale aveva messo a disposizione carte di credito di istituti bancari di Lugano.
Scimonelli nei giorni scorsi è stato condannato per essere il mandante di numerosi attentati incendiari, commessi fra il 2010 e il 2012, in alcuni centri della Valle del Belice, tra Partanna, Santa Ninfa, Salemi, contro imprenditori e un direttore di banca, rei di aver insidiato gli interessi di Cosa Nostra, promuovendo consorzi di produttori di olio e olive che li avrebbero sottratti al condizionamento asfissiante che le cosche esercitano sul settore olivicolo.
La condanna di Domenico Scimonelli dall’associazione Libero Futuro antiracket di Castelvetrano, comune in cui è nato Messina Denaro, è considerata un segnale importante: "Sia la cattura del superlatitante che la condanna del suo ‘postino’ (Scimonelli recapitava i pizzini con gli ordini di Messina Denaro ai boss mafiosi, ndr) ci incoraggiano a proseguire sulla via della legalità cercando di coinvolgere sempre più imprenditori e cittadini".
Scimonelli è stato condannato a risarcire le otto parti civili, fissando una provvisionale di 130mila euro. Arrestato nell’agosto 2015, nell’ambito dell’operazione Ermes che aveva portato in carcere undici fiancheggiatori di Messina Denaro, il mafioso ticinese di nascita è alla sua terza condanna. Per favoreggiamento della latitanza dell’ultimo capo stragista di Cosa Nostra è stato condannato con sentenza passata in giudicato a 14 anni di reclusione. Deve scontare anche una condanna all’ergastolo per essere stato il mandante di un omicidio consumato davanti a un bar di Partanna: i sicari uccisero un 47enne pastore, reo di aver rubato un furgone con merce per 100mila euro di un supermercato di proprietà di Scimonelli, che fino a pochi mesi prima dell’arresto aveva effettuato numerosi viaggi a Lugano per controllare i movimenti bancari collegati alle carte di credito e a bancomat in uso da Matteo Messina Denaro.