Lo sostiene la commissione sanità e sicurezza sociale, che invita il Gran Consiglio a respingere una mozione dell’Udc Pamini (dell’ottobre 2021) sul tema
"La mozione di Paolo Pamini per il gruppo Udc, che chiede di rendere possibile il rilascio di certificati Covid nell’ambito dei test nelle aziende, è sicuramente interessante. Ma è ormai superata dagli eventi". È questa la conclusione della commissione parlamentare santità e sicurezza sociale, che invita quindi il Gran Consiglio a ritenere evaso l’atto parlamentare del deputato Udc, presentato nell’ottobre del 2021. "Quanto richiesto era già stato in gran parte implementato a ridosso della data della mozione", si legge nelle conclusioni del rapporto redatto da Danilo Forini (Ps).
La richiesta, ricorda il rapporto, è stata formulata nel periodo in cui il Consiglio federale aveva deciso d’introdurre l’obbligo del certificato Covid per muoversi liberamente nelle strutture del tempo libero come ristoranti, musei o centri fitness. Il certificato – oltre che per i vaccinati e i guariti – poteva essere ottenuto gratuitamente nei luoghi preposti quali farmacie, centri di test e studi medici.
Per quanto riguarda il futuro la posizione della commissione è chiara: "nessuna misura specifica è in vigore e non è previsto che in futuro sia rintrodotto l’obbligo di certificato e neppure dei test ripetuti aziendali". A questo si aggiunge il fatto, secondo Forini e colleghi, che "la tematica dei test mirati e ripetuti in azienda è stata molto controversa in quanto si è sempre trovata in equilibrio tra due strategie fondamentali – la vaccinazione e i test – nella lotta al Coronavirus".