Sulla decisione di Unia e Ocst di raccogliere le firme: ‘Vedremo se continuerà la retorica drammatizzante del dare una possibilità, senza imporre niente’
Il referendum che Unia e Ocst hanno lanciato oggi contro la decisione del Gran Consiglio sull’ampliamento delle aperture domenicali e degli orari dei negozi non turba il Plr, partito che ha proposto l’iniziativa parlamentare votata martedì.
«Sarà un’occasione per ottenere una decisione più larga e ampia, coinvolgendo la popolazione» commenta a caldo interpellato da ‘laRegione’ il presidente del Plr Alessandro Speziali, primo firmatario dell’iniziativa parlamentare approvata martedì dal Gran Consiglio. Ma affila già le unghie: «Non critico l’arma del referendum, il contesto democratico non va mai sminuito: critico semmai il modo in cui è stata affrontata la discussione dal punto di vista politico». Per Speziali «il dibattito continuerà, ognuno si spiegherà bene e sapremo anche quale sarà la visione dei ticinesi su questo tema: sono fiducioso».
Ma le tesi dei contrari all’iniziativa e dei sindacati che oggi hanno ufficializzato il referendum non fanno minimamente breccia nel presidente liberale radicale: «Vedremo se continuerà la retorica statalista e drammatizzante, perché in parlamento c’è stata quasi la criminalizzazione di una possibilità di scelta, non un’imposizione, che ci allinea ad altri cantoni. Noi siamo per dare la possibilità di lavorare, e per dare un colpo di mano all’economia e ai consumi. E difenderemo la scelta di dare, ripeto, una possibilità. Senza imporre niente».