Il Centro: uniformare i regolamenti comunali per anticipare il lavoro sui cantieri. L’Mps: indennità d’intemperie e climatizzazione nelle case anziani
Il caldo di questa rovente estate canicolare si fa sempre più insopportabile. E se per alcune persone è un fastidio, seppur grosso, per altre è un problema debilitante: come per chi lavora all’aperto. «Riceviamo continuamente segnalazioni di lavoratori ma anche di molte imprese, come sindacato siamo davvero sollecitati e bisogna assolutamente fare qualcosa»: è evidente la preoccupazione del sindacalista Ocst e deputato del Centro/Ppd Giorgio Fonio che, raggiunto da ‘laRegione’, spiega perché assieme al collega (sia di lavoro, sia in parlamento) Claudio Isabella ha inoltrato al Consiglio di Stato un’interrogazione «con cui diciamo chiaramente che urge creare le condizioni per tutelare concretamente la salute dei lavoratori».
La questione, nella sua difficoltà, è semplice: «In alcuni Contratti collettivi di lavoro, come quello che copre chi lavora nel settore delle pavimentazioni stradali, in caso di canicola i lavori devono assolutamente interrompersi alle 13 senza possibilità di deroga – spiega Fonio –. In altri settori questo non è possibile».
La soluzione? «Modificare l’orario di inizio dei lavori, anticipandolo alle 6 per poter finire nel primo pomeriggio evitando le ore più calde». Ma anche qui emergono problemi, perché «questo anticipo è fattibile solo nei Comuni che lo permettono nei propri regolamenti comunali, e questo non è codificato né uniformato a livello cantonale».
Un ostacolo non da poco, perché come afferma il sindacalista cristiano sociale «se il regolamento di un Comune dice che si può cominciare a far dei lavori rumorosi dalle 7 e una ditta comincia alle 6, se una persona reclama la polizia è obbligata a intervenire. L’autorità comunale in questi casi ha le mani legate da tale mancanza di uniformità».
La richiesta del Centro/Ppd, insomma, «è che il Cantone si faccia parte attiva nel cercare di uniformare la legislazione, facendo in modo che quando ci sono allarmi di canicola l’inizio anticipato del lavoro sia un automatismo. E di favorire l’accesso delle imprese al beneficio delle indennità d’intemperie».
E non si parla solo di edilizia: «Certo, chi lavora nei cantieri soffre particolarmente – sottolinea ancora Fonio –, ma le segnalazioni ci arrivano da moltissimi settori che lavorano all’aperto come i giardinieri, gli elettricisti, chi opera sui tetti e fondamentalmente da chiunque non lavori in un ambiente climatizzato. Io sono segretario regionale del Mendrisiotto, e posso assicurare che di segnalazioni e richieste di aiuto ne stiamo ricevendo davvero tante».
Ma che sia un’emergenza diffusa in tutto il cantone ce lo conferma anche il deputato Claudio Isabella, vicesegretario Ocst per il Sopraceneri: «Sono aumentate le chiamate anche nel Bellinzonese e in Leventina, soprattutto da operai che non riescono a sopportare o fanno estrema fatica a lavorare a temperature così alte. Soprattutto chi ha una certa età, o chi ha uno stato di salute non perfetto. In questo periodo già è difficilissimo lavorare in un ufficio senza aria condizionata, immaginatevi in un cantiere...».
Per Isabella è «importantissimo» che la politica si muova dando un segnale concreto, «anche perché è il Cantone stesso a mandare comunicazioni sull’attenzione da prestare in questi periodi, con avvisi, allerte, consigli e si rivolge a tutti, anche a chi fa hobby all’aperto. Ma qui si parla di lavoro – rimarca il deputato e sindacalista – e urge che vengano messi dei paletti, comunque governati dal buon senso». Perché «i comuni non sono tutti uguali, ci sono quelli più turistici come quelli più industriali e con più attività. Ma è impellente che ci si coordini e organizzi per tutelare la salute dei lavoratori».
Ad attivarsi sul tema è stato anche il Movimento per il socialismo. Nel primo di tre atti parlamentari, i firmatari Matteo Pronzini, Simona Arigoni e Angelica Lepori chiedono (come il Centro) d’introdurre nella Ladi (Legge federale sull’assicurazione obbligatoria contro la disoccupazione e l’indennità per insolvenza) il diritto alle indennità d’intemperie in caso di canicola. Si vuole quindi garantire ai lavoratori un’entrata sicura quando la perdita di lavoro "è computabile a un allarme canicola decretato dall’autorità". Attraverso un’iniziativa parlamentare si chiede inoltre che "a tutela della salute delle salariate e dei salariati in caso di allarme canicola, decretato dalle autorità, tutte le attività lavorative svolte all’esterno e in luoghi chiusi non climatizzati dopo le ore 13 è vietato".
Sempre per quanto riguarda le strutture sanitarie i tre firmatari fanno sapere "di aver ricevuto da parte di cittadine e cittadini segnalazioni in relazione alle situazioni ambientali nelle strutture sprovviste di una climatizzazione". Una situazione che preoccupa i tre deputati: "È particolarmente pericolosa nelle case per anziani dove le temperature nelle camere e negli spazi comuni sono, laddove non vi è climatizzazione, estremamente alte".
Si chiede quindi al Governo, attraverso un’interrogazione, "d’indicare quanto intrapreso dalle competenti autorità per verificare nelle case per anziani e più in generale nelle strutture socio-sanitarie se le strutture sono sufficientemente climatizzate" e, nel caso, "se non ritiene, sulla base del quadro della situazione, necessario proporre anche delle modifiche legislative, considerato il fatto che i periodi di canicola nel futuro saranno sempre maggiori".