Nel primo periodo di canicola, dal 15 giugno, 33 segnalazioni dagli ospedali. ‘Per metà giovani in salute che hanno sottovalutato la situazione’
Il tema della canicola torna ormai con sempre più frequenza alle nostre latitudini. Con 2,5 °C in più rispetto alla norma 1991-2020, quello appena trascorso è risultato il terzo giugno più caldo dall’inizio delle misurazioni, nel 1864 (al primo posto si trova giugno 2003, con un’anomalia di oltre +4 °C). Lo rivela il notiziario nell’Ufficio di statistica del Canton Ticino (Ustat). A contribuire in modo significativo all’anomalia della temperatura è stata una lunga serie di giornate – fra l’11 e il 21 – in cui la temperatura media è risultata sempre superiore alla norma. Per quanto riguarda il mese in corso, giovedì è stata lanciata da MeteoSuisse l’allerta di livello 3 su 5 che corrisponde a un pericolo di grado marcato.
Le ondate di caldo dunque si moltiplicano e con loro il fattore di rischio sanitario non solo per i gruppi più vulnerabili della popolazione, ma per la sua totalità. Ne abbiamo parlato con Angelo Tomada, coordinatore del Gruppo operativo salute e ambiente (Gosa) del Dipartimento sanità e socialità (Dss). «Con una canicola di volta in volta più frequente e intensa durante le nostre estati è sempre molto importante idratarsi, mangiare leggero e stare al fresco durante i momenti più caldi, soprattutto tra mezzogiorno e le 16 – ricorda le principali misure di precauzione Tomada –. È pure fondamentale astenersi dagli sforzi fisici, e questo vale anche per chi è in buona salute». Le temperature che stiamo affrontando, annota l’esperto, non sono affatto da sottovalutare: «Tutti devono stare attenti, questo caldo non va banalizzato». Per quanto riguarda le categorie più a rischio, ovvero i bambini e le persone anziane, «è necessario che prestino particolare attenzione all’idratazione, dato che non hanno ancora sviluppato o non hanno più un sistema di termoregolazione efficiente – mette in guardia il coordinatore del Gosa –. Ed è anche importante essere loro solidali e vicini». Quali sono le misure finora messe in atto dalle autorità? «Per adattarci abbiamo introdotto il sistema di allerta per la canicola nel 2004, dopo la torrida estate del 2003 che ha fatto registrare 15mila vittime in Europa – spiega Tomada –. Quando le soglie vengono raggiunte, il sistema emette un avviso che è distribuito sia alle autorità sia alla popolazione». Tutte le allerte canicola si possono ricevere tramite l’app di MeteoSvizzera, mentre su www4.ti.ch/dss/dsp/ gosa/canicola/home si trovano le pubblicazioni di volantini e video informativi. Rispetto alle previsioni per i prossimi giorni «ci aspettiamo temperature decisamente elevate – afferma Tomada –. Da parte nostra siamo pronti. In caso di un raggiungimento del livello 4 (pericolo forte) di canicola faremo delle comunicazioni». Nel frattempo il Gruppo operativo sta monitorando il numero di ricoveri insieme all’Ente ospedaliero cantonale (Eoc).
A questo proposito abbiamo interpellato il dottor Matta Lepori, vicecapo dell’area medica dell’Eoc. «Durante il primo periodo di canicola, a partire dal 15 di giugno, abbiamo ricevuto 33 segnalazioni dagli ospedali cantonali, ma nessuna di queste era grave. Ci sono stati solo alcuni ricoveri – informa Lepori, che rispetto alle categorie spiega –: le segnalazioni provengono per metà da giovani in buona salute, che hanno sottovalutato la situazione e, svolgendo attività fisiche all’aperto o partecipando a eventi sotto il sole, hanno avuto attacchi di caldo. L’altra metà viene da persone anziane con patologie, che assumono farmaci e sono disidratate. Tra le persone in età avanzata ci sono stati cinque ricoveri non gravi. Questi pazienti sono stati tenuti qualche giorno in ospedale per permettergli di reidratarsi e recuperare». Lepori tiene a sottolineare che «chi assume farmaci dovrebbe consultare il proprio medico per un’eventuale riduzione delle dosi, in particolare chi assume farmaci diuretici, che possono causare disidratazione».
Il caldo elevato può comportare anche accresciuti rischi per la salute dei lavoratori impegnati a svolgere, in particolare, attività all’aperto. È notizia di ieri che un operaio intento a lavorare sul tetto di uno stabile a Mendrisio verso le 13.15 è stato colto da un malore a causa, probabilmente, delle alte temperature. "Il lavoro in ambiente caldo, in particolare all’esterno, riduce il rendimento fisico e psichico, con conseguente aumento del pericolo di incidenti", si legge in una nota dell’Ufficio dell’ispettorato del lavoro che lo scorso mese ha svolto un’azione di informazione per richiamare al rispetto delle principali misure di prevenzione per la protezione dei lavoratori. Nel comunicato si ricorda che la tutela della salute dei dipendenti è un obbligo del datore di lavoro (art. 6 della Legge federale sul lavoro) e che la mancata applicazione di misure di protezione può essere perseguita penalmente. Tra i diversi provvedimenti elencati si richiama a fare in modo di non lavorare durante le ore più calde (per esempio, di comune accordo con i lavoratori, iniziando la giornata alle 5); ridurre la mole di lavoro muscolare allo stretto necessario; fornire la possibilità di riposarsi in un locale a temperatura moderata; diminuire la durata di permanenza nelle zone calde.
Ieri la Sezione forestale ha comunicato il divieto assoluto di accendere fuochi all’aperto a causa del pericolo d’incendio di boschi per Cantone Ticino, Moesano, Val Bregaglia e Val Poschiavo. Il rischio è dovuto al prolungato periodo di siccità delle ultime settimane che, tra l’altro, sta causando gravi difficoltà all’agricoltura, soprattutto nel Mendrisiotto. Per ridurre quest’ultimo problema il Dipartimento delle istituzioni, d’intesa con il Dipartimento delle finanze e dell’economia e con il Dipartimento del territorio ha approvato, grazie alla collaborazione delle organizzazioni regionali di Protezione civile (PCi), la messa a disposizione di motopompe e tubi per l’irrorazione delle colture. "Si tratta di una soluzione che già in passato era stata applicata con successo ed è indirizzata principalmente alle aziende agricole", comunicano le autorità. D’intesa con l’Ufficio dell’energia e i servizi cantonali competenti, si potranno fare prelievi temporanei d’acque di superficie tramite il preavviso favorevole del Guardiapesca locale. In caso di più prelievi dallo stesso corso d’acqua, per evitare il sovrapporsi degli effetti dei prelievi, saranno stabiliti degli orari precisi entro i quali il singolo titolare potrà procedere al pompaggio.
«Come gli esseri umani, cani e gatti soffrono il caldo – ci conferma il veterinario cantonale Luca Bacciarini –. A differenza degli esseri umani i nostri amici a quattro zampe non hanno un sistema efficace per abbassare la temperatura corporea. La regolano quindi attraverso la respirazione». Purtroppo, specifica Bacciarini, «nelle razze brachicefale come i bulldog francesi e quelli inglesi, che già soffrono normalmente di insufficienza respiratoria, le temperature alte possono avere gravi conseguenze sulla loro salute». Li si possono aiutare «tenendoli in luoghi freschi e non facendogli mancare acqua fresca». Regola che, in generale, vale per tutti gli animali.