La crescita è robusta sia in termini quantitativi che qualitativi. Superata la pandemia, c’è l’incognita della guerra
Quaranta più due. Sono gli anni di attività di Farma Industria Ticino, l’associazione di categoria della farmaceutica ticinese. «In realtà il giubileo del quarantesimo cadeva nel 2020, ma a causa della pandemia i festeggiamenti sono stati annullati. Ora è il momento per sottolineare i quarant’anni», spiega Giorgio Calderari, presidente di Farmaindustria (Fit) che all’assemblea del prossimo 15 giugno rassegnerà le dimissioni dopo 13 anni alla guida dell’associazione. Anni che hanno visto il settore farmaceutico in Ticino crescere sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo. «Gli associati sono 44, di cui 36 membri ordinari, due start-up e 6 associati ad altro titolo. I dipendenti sono 3mila per un fatturato globale che supera i 2,5 miliardi di franchi. Ogni anno, inoltre, vengono versati più di 275 milioni (compresi gli oneri sociali)», continua Calderari. Insomma, un settore in ‘salute’ come dimostrano le performance in termini di fatturato, occupati e monte salari saliti costantemente dal 2005 con un’impennata da ‘hockey stick’, dalla caratteristica forma del grafico che richiama un bastone da disco sul ghiaccio, dal 2010. «Gli ultimi due anni sono stati caratterizzati dalla pandemia da Covid-19 e gli strascichi delle strozzature nella catena globale di fornitura si sono fatte sentire», spiega il presidente di Fit. La mancanza di fiale in vetro, monopolizzato dalla domanda per i vaccini, è stata una spina nel fianco di tutta la filiera internazionale. Ma anche la scarsità di cartone per gli imballaggi, di tappi e altri prodotti necessari a tutta l’industria, hanno pesato. «Pensavamo di essere usciti da questa situazione ed è giunta la guerra di aggressione della Russia all’Ucraina che ha portato altre incertezze in un mondo globalizzato, tanto che molti investimenti programmati sono stati procrastinati. Lo spirito imprenditoriale però non è venuto mai meno e si sono trovate altre vie per supplire alla scarsità», continua Calderari.
Tornando alla celebrazione del quarantesimo, il presidente di Farmaindustria ricorda che sono previste due giornate (il 14 e il 15 giugno) al Palazzo dei Congressi di Lugano. La formula scelta è quella della congresso-fiera. «È un modo per avvicinare la popolazione, i giovani e tutti gli stakeholder al mondo chimico e farmaceutico ticinese. Ci saranno quattro aree tematiche (ricerca, formazione continua, formazione di base e responsabilità sociale d’impresa) e 15 aziende espositrici», spiega da parte sua Daniela Bührig, direttrice di Farmindustria. Nel pomeriggio del 14 giugno, dalle 14.30, ci sarà anche un Pharma Summit con al centro la figura del paziente. «È un evento per addetti ai lavori, ma non solo. I pazienti e le loro organizzazioni stanno diventando sempre più influenti e il loro potere nel processo decisionale sta aumentando. Grazie a un panel di relatori internazionali (per la ricerca ci sarà il professor Franco Cavalli, ndr), si discuterà del ruolo del settore farmaceutico in questa trasformazione e di come le aziende farmaceutiche possano contribuire a elevare la voce dei pazienti», commenta Giorgio Calderari.
Il giorno dopo, il 15 giugno, ci sarà l’assemblea vera e propria di Farmaindustria che vedrà l’elezione di un nuovo comitato e quindi un nuovo presidente al posto del dimissionario Calderari. Il tardo pomeriggio vedrà un ospite d’eccezione come Mauro Lustrinelli, ex calciatore della Nazionale svizzera e attuale allenatore della Nazionale under 21 che dialogherà attorno al tema dei talenti. Talenti che non sono solo sportivi. «Farmaindustria da tre anni ha lanciato un progetto per cercare di attirare in Ticino laureati e professionisti con radici nel cantone. In questi anni qualcuno ha trovato occasioni di lavoro e sviluppo personale anche a Sud delle Alpi, in quella che chiamo una sorta di ‘multinazionale diffusa’», precisa Calderari. La manifestazione si concluderà con un concerto (‘Riconoscenza e Rinascita’) che vuole essere una forma di ringraziamento nei confronti del lavoro svolto dal personale sanitario durante la pandemia. I Barocchisti, diretti da Diego Fasolis, suoneranno per l’occasione ‘Le quattro stagioni’ di Vivaldi.
Sempre nel corso dell’assemblea verranno resi noti i risultati di uno studio commissionato al Bak economics sul settore delle scienze della vita in Ticino. Un settore che è diventato un pilastro dell’economia regionale. Un settore che abbraccia oltre alla farmaceutica anche il MedTech, il BioTech e tutto l’ambito medicale in generale. E i dati sono promettenti: le life science contribuiscono all’8,5% del Pil cantonale (2,7 miliardi di franchi su 32,3 miliardi totali) con il 3% della forza lavoro (5’800 addetti su un totale di 197mila occupati). Ma è la performance in termini di crescita che colpisce: +17,1% di media l’anno negli ultimi dieci anni: più della media svizzera (+13,4%) e molto più della crescita dell’economia in generale (+2,2% in Ticino di media e +2% in Svizzera).