Ticino

L’Educazione civica, tra luci e ombre, torna in Gran Consiglio

La settimana prossima il parlamento discuterà del rapporto intermedio di valutazione, a quattro anni dall’istituzione della nuova forma d’insegnamento

In attesa della prova cantonale
(Ti-Press)
27 aprile 2022
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L’Educazione civica a scuola tornerà sui banchi... del Gran Consiglio. Nella seduta che si inaugurerà lunedì prossimo, il parlamento infatti discuterà del primo Rapporto di valutazione presentato dal Consiglio di Stato a quattro anni dall’entrata in vigore del nuovo insegnamento della Civica. Era il 24 settembre 2017 quando con il 63,4% dei votanti la popolazione ticinese diede il proprio via libera alla riforma varata pochi mesi prima dal Legislativo per dare seguito all’iniziativa presentata dall’imprenditore Alberto Siccardi. E a quattro anni, si diceva, dall’istituzione di rivedere il concetto con almeno due ore mensili di Civica come materia a sé stante e con una nota alla Scuola media (e come insegnamento inserito in altre materie al post-obbligo), il Gran Consiglio discuterà dei primi risultati.

Bene le giornate-progetto e l’interdisciplinarità

Risultati che, si legge nel rapporto della commissione parlamentare ‘Formazione e cultura’, firmato dalla socialista Daniela Pugno Ghirlanda, hanno luci e ombre. Con una premessa fondamentale: "Purtroppo la pandemia ha ostacolato il percorso di questa nuova materia d’insegnamento, specialmente in tutte quelle attività che prevedevano uscite sul territorio e dibattiti con ospiti in presenza". Ad ogni modo, "è fuori di dubbio che sia le giornate-progetto, sia l’interdisciplinarità sono modalità di lavoro molto apprezzate dagli insegnanti e dagli allievi, e fanno parte delle buone pratiche della nostra scuola già da anni".

I problemi della scarsità di ore

Ciò detto, il Rapporto segnala anche alcuni aspetti critici che, scrive Pugno Ghirlanda, "a giudizio della stragrande maggioranza degli insegnanti interpellati sono dovuti principalmente alla scarsità di ore (18 all’anno) a disposizione di questo insegnamento in rapporto agli obiettivi. In particolare, gli insegnanti del settore medio, segnalano difficoltà nel portare a termine sia il programma di Storia sia quelli di Civica previsti nel piano di studio, da cui consegue che le condizioni in cui viene eseguita la valutazione sono poco rigorose e che alcune ore di Storia sono sacrificate".

Nel settore medio, "in particolare nel primo biennio, data la giovane età degli allievi risulta difficile far loro comprendere la distinzione tra Storia e Civica, data l’eccessiva astrazione del concetto". E in tutti i quattro anni "vengono segnalati problemi, sempre a causa della mancanza di tempo". Un tema a parte, "è costituito dalle crescenti difficoltà di carattere lessicale e linguistico e quindi di comprensione del manuale di Storia svizzera": tema che ha preoccupato e non poco il deputato dell’Udc Edo Pellegrini, che ha recentemente inoltrato un’interpellanza al Consiglio di Stato chiedendogli di fare chiarezza su questo aspetto. Infine, sempre per quanto riguarda la scuola media, emerge "la constatazione che la necessità di ristrutturare la programmazione e la doppia valutazione pesano sull’onere lavorativo del docente".

‘Importante continuare il monitoraggio’

Che fare, quindi? "È noto che aumentare la dotazione oraria di una materia avrebbe come diretta conseguenza la riduzione delle ore assegnate a un’altra materia, oppure l’aumento delle ore in griglia oraria (scelta al momento non proponibile), quindi rimane oggettivamente complicato trovare una soluzione per valutare con il necessario rigore gli apprendimenti di un allievo", sottolinea la commissione. Che, alla fine di un lavoro molto tecnico, "ritiene in ogni caso importante contrastare con tutti i mezzi la tendenza di una fascia importante di giovani (in particolare nel settore professionale) al disinteresse nei confronti della cosa pubblica e della politica in generale". Fondamentale sarà, quindi, "continuare questo monitoraggio e attendiamo, alla fine dell’anno scolastico 2021/2022, gli esiti della prova cantonale prevista destinata alle quarte classi di scuola media, che saranno le prime ad aver terminato il quadriennio con il nuovo insegnamento di Educazione civica formalmente separato da Storia". Anche se, non essendo possibile fare raffronti col passato, "sarà comunque difficile valutare la portata della riforma".