Ticino

Taglio delle accise, ticinesi fanno il pieno in Italia

Pendolarismo al contrario, svizzeri fanno rifornimento nelle stazioni di servizio d’oltre confine

Dopo le misure del governo Draghi (Ti-Press)
24 marzo 2022
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Succede quello che nessuno poteva pensare sino a qualche giorno fa. Una inversione di 180 gradi. E in uno dei commerci di frontiera che hanno fatto storia: il pieno della benzina. Insomma, il pendolarismo di carburante a prezzo scontato. Da qualche giorno sono tornati i pendolari, ma al contrario. Ticinesi in coda che fanno rifornimento nelle stazioni di servizio di Como e della zona di frontiera. Succede così a Valsolda e Porlezza. Stessa musica anche nei comuni del Ceresio varesotto, come Lavena Ponte Tresa e Porto Ceresio. Idem come sopra a Cantello e Arcisate. Anche se non si può parlare di un fenomeno di massa, che sarebbe comunque destinato a durare solo una manciata di settimane, non è passato inosservato il capovolgimento di fronte giunto a sorpresa, effetto del taglio di 30 centesimi di euro al litro delle accise sul carburante deciso dal governo italiano per contenere gli effetti del caro benzina.

Da un momento all’altro, a partire da martedì pomeriggio (il decreto è in vigore dal 22 marzo e lo sarà per 30 giorni), ecco che il pieno in Italia è diventato più conveniente che oltreconfine. Un calo consistente quello deciso dal governo Draghi rispetto ai prezzi stellari delle ultime settimane che hanno avuto il pregio di far riscoprire i mezzi pubblici e il car pooling. I pendolari alla rovescia fanno dire a molti che siamo in presenza di un’inversione pressoché storica, anche perché secondo quanto raccontano i benzinai di Como, le auto con targhe ticinesi ferme alle pompe di benzina e diesel continuano a crescere.

Stando agli attuali prezzi praticati al di qua e al di là della frontiera per gli automobilisti ticinesi fare il pieno a Como (così come in tutti i benzinai della fascia di confine) significa risparmiare fra i 18 e i 22 centesimi di euro al litro sia per la benzina che il gasolio. Una differenza che per un rifornimento di 50 litri, si traduce in un risparmio di 10 euro. Il ragionamento vale anche per i frontalieri che da sempre fanno il pieno in Ticino (il discorso va esteso anche quelli che lavorano nei Grigioni e nel Vallese).

I benzinai italiani della fascia di confine sostengono di aver visto aumentare le vendite del 20% grazie a ticinesi e soprattutto frontalieri, un esercito di oltre cinquantamila lavoratori. "Questo provvedimento non può che portare un po’ di respiro alla categoria – sottolinea in una nota Daniela Maroni, presidente Figisc, la federazione dei gestori degli impianti di carburante di Confcommercio Como e vicepresidente nazionale –. Ci auguriamo che l’inversione di tendenza possa proseguire. Non escludo però contromosse da parte del governo svizzero".