Entro la fine di marzo sull’accordo si esprimerà il Senato, mentre alla Camera dovrebbe passare entro giugno di quest’anno
Procede l’iter parlamentare per la ratifica dell’accordo tra Italia e Svizzera sull’imposizione fiscale dei lavoratori frontalieri. Ieri in Senato si è svolta un’audizione in Commissione affari esteri, dei Comuni di frontiera e dei sindacati. A commentare l’esito dell’incontro è il senatore varesino del Pd Alessandro Alfieri: "Il confronto è stato positivo, molte delle osservazioni presentate sono già contenute nel progetto di legge di ratifica che ha recepito la gran parte delle richieste del territorio, su altre lavoreremo nei prossimi giorni, a partire dell’indennità di disoccupazione".
Per i Comuni di frontiera è intervenuto Massimo Mastromarino, sindaco di Lavena Ponte Tresa (2’700 famiglie, 1’350 frontalieri) nonché presidente di Acif (Associazione Comuni italiani di frontiera). Il sindaco ha illustrato i tre punti di un memorandum che i Comuni auspicano venga recepito nel nuovo accordo fiscale. "L’extragettito – ha sottolineato Mastromarino – deve essere reinvestito nella fascia dei Comuni di frontiera e deve essere gestito dai Comuni di frontiera che conoscono le problematiche che ci sono sul territorio e possono investire correttamente".
I componenti la Commissione esteri del Senato hanno sentito anche i sindacati, sia italiani (Cgil, Cisl e Uil) sia svizzeri (Unia e Ocst), che si sono soffermati sulla parte fiscale dell’accordo a tutela dei frontalieri, per poi sollecitare la convocazione di un tavolo interministeriale con l’obiettivo di arrivare a un’ipotesi di Statuto dei lavoratori frontalieri e a un sistema di monitoraggio periodico della situazione. L’approvazione dell’accordo da parte del Senato è attesa entro fine marzo, per poi passare all’esame della Camera. Entro giugno il via libera alla nuova imposizione fiscale dei frontalieri, destinata a entrare in vigore il 1° gennaio 2023.