A grande maggioranza ok ai crediti per il settore, con attenzione alla sostenibilità. Dalla sinistra critiche sulle condizioni lavorative
Via libera quasi unanime del parlamento ai due crediti quadro, uno di 18 milioni per l’adozione di misure cantonali a sostegno degli investimenti e delle attività per il turismo, l’altro di 24 milioni per il finanziamento delle attività di promozione turistica svolte dall’Agenzia turistica ticinese (Att) per il quadriennio 2022-2025, nonché alle modifiche della Legge sul turismo. Con 72 favorevoli, 6 astenuti e 3 contrari (Mps) è stato rinnovato il sostegno al settore che conta 22mila impiegati, costituisce circa il 12% del totale dei posti di lavoro e genera nel cantone 2,1 miliardi di franchi di valore aggiunto.
Nel suo intervento, la correlatrice del rapporto elaborato in Commissione gestione e finanze Alessandra Gianella (Plr), ricorda come il settore turistico non sia stato risparmiato dalla pandemia, «tuttavia, dopo le prime difficoltà, non si è lasciato prendere dallo sconforto e ha reagito prontamente con una grande campagna di marketing, portando a un importante aumento dei pernottamenti». La sfida ora, per Gianella, «è quella di rimanere attrattivi per i turisti confederati che hanno scoperto e riscoperto il Ticino, soprattutto dal momento in cui torneranno i viaggi fuori dai confini». Facendo una panoramica sui progetti strategici previsti da Att con le 4 Organizzazioni turistiche regionali (Otr), ha elencato il Centro di competenza per il turismo d’affari, il prosieguo della promozione di Ticino Ticket, e, tra i temi definiti di maggior rilevanza, la sostenibilità, riferita alla concessione di un bonus aggiuntivo che potrà essere valutato caso per caso per sostenere progetti che comprendono un percorso certificato. «Con questi crediti si appoggiano progetti che hanno ricadute positive sul territorio, in particolare per le regioni periferiche con un’offerta attrattiva durante l’intero anno. Il tutto permettendo di creare e mantenere posti di lavoro di qualità, strutture moderne e un’adeguata offerta per garantire competenze e promuovere territorio a livello nazionale e internazionale».
Da parte sua il correlatore Maurizio Agustoni (Ppd) auspica «un maggiore dialogo tra chi si occupa di turismo e il Gran Consiglio. Per questo è stata formulata la richiesta che i crediti vengano presentati con sufficiente anticipo per sviluppare anche una discussione più tranquilla e ponderata in commissione». Il 2022 – dice Agustoni citando degli studi – «sarà ancora un anno particolare per il turismo a causa di un perdurare di certe restrizioni per la mobilità. Il 2023 sarà il primo a regime ordinario e l’obiettivo è confermare clientela svizzero-tedesca e riattivare clientela internazionale».
Il terzo correlatore, il leghista Michele Guerra, definisce il piccolo cantone in cui viviamo «una sorta di comunità che valorizza le peculiarità territoriali e ciò che la sostiene e porta indotto, e a questo contribuisce il turismo, che per certe regioni è riuscito a fare la differenza». Per il granconsigliere leghista «il turismo è un filone dorato, una vena di quarzo da scavare ed è giusto e doveroso portare avanti politiche a suo sostegno».
Anche il quarto correlatore Ivo Durisch (Ps) accoglie favorevolmente il fatto di dare importanza a un turismo «sostenibile, sia ambientale che sociale. È fondamentale tener conto delle necessità ambientali e paesaggistiche, per questo chiediamo che si valuti sino in fondo l’impatto globale del turismo e non solo in termini di ricadute economiche». Anticipando la critica che non ci sono criteri precisi per misurare ricadute negative, fa degli esempi concreti: «Si potrebbe smettere di fare pubblicità al FoxTown che è un grande generatore di traffico, rinunciare alla costruzione dell’autosilo alle porte di Meride o alle piste di rampichino al posto di prati secchi».
Nel momento degli interventi di gruppo avanza dei dubbi il capogruppo leghista Boris Bignasca: «Non vorrei risultare eccessivamente critico ma ritengo si possa fare di più a livello di gestione di risorse pubbliche. Voteremo a favore, ma l’invito è a usare queste risorse di entità importante per migliorare il turismo in Ticino e aumentare il gettito e l’importanza economica anche a livello di posti di lavoro».
Dai banchi del Ps prende parola Fabrizio Sirica, che valuta in modo positivo il sostegno e il fatto che si indirizzi questo settore, ponendo anche lui l’accento sulla sostenibilità su cui lavorare sia in termini di cause che di conseguenze. A suo dire «però il turismo ticinese per essere sostenibile deve anche garantire dei buoni salari. Bisogna impegnarsi per migliorare le retribuzioni e la formazione continua, ciò che ha conseguenze positive per la cultura dell’accoglienza. È anche importante avere dei label pure sociali per evitare il precariato per un settore che ha inoltre una grande componente di lavoratori stagionali».
Diretta la replica al copresidente Ps da parte di Paolo Pamini (Udc): «Ricordo che i salari nel turismo sono perlopiù sotto Contratti collettivi di lavoro e con cifre generose. Il problema è l’opposto, assumere un cameriere è costoso, così come uno sguattero, e questo può portare a sostituirlo ad esempio con macchine lavapiatti più prestanti. C’è chi deve fare salti mortali per assumere collaboratori in più. Il nostro gruppo annuncia libertà di voto, ma siamo scettici sulla politica del turismo e come vengono spesi i soldi». Inoltre per Pamini «il vero problema è che andiamo a stimolare la domanda ma manca un’offerta nuova che attiri turisti. Ticino Ticket e il centro di competenze non lo fanno». E ammonisce: «Non facciamoci trarre in inganno dalle statistiche, le ottime stagioni durante la pandemia dipendono dal fatto che la concorrenza era chiusa, non dalla buona promozione».
Dalle fila dei Verdi, Samantha Bourgoin apprezza «lo sforzo promosso nel premiare la sostenibilità, con ricadute positive sia nel tessuto sociale che economico. È importante per la popolazione in modo che accetti gli ospiti e li accolga preservando il territorio, che è la nostra casa, di buona qualità».
In netto disaccordo sull’ultima affermazione è Matteo Pronzini (Mps): «La maggior parte della popolazione penso non viva bene in Ticino. È uno dei cantoni più inquinati, il mercato del lavoro ha grandi difficoltà, vige un atteggiamento autoritario, c’è distacco del centro politico dalla popolazione. In quel 12% dei posti di lavoro del settore turistico nel 2018 il salario mediano era di 3’714 franchi. Inoltre un terzo delle vertenze agli sportelli dei sindacati riguarda questi lavoratori. Si tratta di un settore di disperati, con molti pagamenti in nero e i mancati pagamenti di oneri sociali all’ordine del giorno. Per questo non voteremo i due crediti».
Secondo Maura Mossi Nembrini di Più Donne «è necessario impegnarsi nella promozione dell’offerta paesaggistica, ricreativa, ma anche culturale, preservando il territorio, con l’impegno anche del Dt e del Decs».
La deputata comunista Lea Ferrari afferma che «per il Pc il turismo è un settore economico come gli altri e non può essere assolutizzato. È soggetto a una grande dipendenza e presenta molti posti di lavoro precari e stagionali. Manca poi un approccio sistemico e integrato anche con la cultura. Servono gruppi di lavoro trasversali. Per la forma giuridica privata e il fatto di essere troppo svincolato dallo Stato ci asterremo».