Il parere di Christopher Jackson, legale dell’Associazione per la tutela e la difesa degli animali (Atda) di Lugano
Distaccato, ma con occhio interessato. È così che Christopher Jackson, legale dell’Associazione per la tutela e la difesa degli animali (Atda) di Lugano ha seguito la votazione di Basilea concernente i diritti dei primati. «Anche se alla fine l’iniziativa presentata da Sentience Politics è stata bocciata in votazione popolare, quanto è stato fatto a Basilea con questa campagna a favore dei diritti dei primati è stata sicuramente un grande e importante passo avanti per i diritti di tutti gli animali. È stata una primizia non solo svizzera, ma anche internazionale, che rappresenta una grande presa di coscienza sulla questione: per la prima volta sono stati paragonati i diritti degli animali a quelli delle persone. E questo va nella direzione di riconoscere all’animale un diritto che sia proprio, e che non sia unicamente quello derivato da quello del suo proprietario».
La popolazione di Basilea Città, o, meglio, la maggioranza del semicantone, ha però deciso di non fare il grande passo e scrivere quella che a tutti gli effetti sarebbe stata una pagina di storia a livello mondiale... «Che se fosse passata l’iniziativa si sarebbe scritta una pagina di storia è indubbio. Ci sono sicuramente cose che nell’attuale legislazione risultano obsolete o, almeno, non più al passo con i tempi. Come giurista, quando sfoglio il Codice civile non posso non provare un certo fastidio quando nell’incipit della sezione dedicata ai diritti reali e delle cose viene specificato (articolo 641a) che (capoverso 1) gli animali non sono cose, ma subito dopo viene aggiunto che (capoverso 2) salvo disciplinamenti particolari, le prescrizioni applicabili alle cose sono parimenti valide per gli animali. Ecco, torno a ripetermi, in questo senso, quello cioè di una maggiore considerazione concreta di quelli che dovrebbero essere i diritti degli animali, è stato fatto con l’iniziativa portata in votazione a Basilea. Supportata poi da un grande lavoro giudiziario di un giurista d’oltre San Gottardo che è stato capace di dimostrare come questa iniziativa non fosse lesiva di quelle che sono le competenze federali». Cosa che, appunto, ha dato modo a Sentience Politics di uscire dall’impasse risolvendo a suo favore la vertenza davanti alle istanze del Tribunale federale.
Creata nel mese di luglio del 2019, l’Atda è nata con idee che si discostano un po’ dalle classiche associazioni che si occupano di protezione di animali, in Svizzera o all’estero, e segnatamente la loro ricollocazione rispettivamente la loro importazione da altri Paesi. «La nostra volontà era quella di offrire un servizio maggiormente legato al territorio, qualcosa di più pragmatico dal punto di vista dell’aiuto concreto. Come intenti ci siamo dati quello di fornire il necessario supporto legale come pure un sostegno economico ai possessori di animali che ne avessero bisogno. In Ticino, è risaputo, sono diverse le famiglie che vivono sulla soglia della povertà, e per queste ultime non è certo evidente far fronte alle spese, magari improvvise e onerose, per il proprio animale domestico. Penso ad esempio a un cane che viene investito o a una sua malattia grave...».
Qui, appunto, entra in scena l’Atda: «In questi casi possiamo fare da tramite e anticipare le spese per le cure, per poi concordare con il diretto interessato il piano per la restituzione della somma anticipata. In casi eccezionali possiamo anche decidere per astenerci dal chiedere il rimborso. In ogni caso, al fine di evitare eventuali abusi, il nostro pagamento viene versato direttamente al veterinario incaricato di somministrare le cure all’animale».
In cosa consiste invece il supporto legale di cui vi occupate? «Provocatoriamente parlando, il mio ruolo si potrebbe definire quello di avvocato degli animali, figura la cui introduzione, a livello federale, era stata bocciata anch’essa in votazione dodici anni fa. Anche in Ticino, oggi come oggi, pare non esserci sufficiente interesse per introdurre una figura come questa in modo ufficiale, ma in altri cantoni, a cominciare da Zurigo, già c’è. Ad ogni buon conto, più che quello dell’avvocato degli animali – perché con l’attuale legislazione nel nostro Cantone un animale non ha un diritto proprio a essere rappresentato, nemmeno dalle associazioni – il mio ruolo è quello di affiancare, e talvolta anche rappresentare, il proprietario davanti alle autorità, vuoi perché coinvolto in un procedimento di natura amministrativa, vuoi perché implicato in un altro procedimento civile o penale derivante da un’aggressione o altro. In quel caso, i primo luogo offriamo una consulenza, e poi, se il caso lo dovesse richiedere, l’Atda mette a disposizione pure il patrocinio legale».
E sono tanti i casi in cui siete stati chiamati per una consulenza legale in questi due anni e mezzo di attività? «Sì, il numero di dossier è abbastanza rilevante, specie per quel che concerne i procedimenti amministrativi: nel caso degli animali da compagnia, spesso riguardano i documenti, la procedura d’importazione per quelli provenienti dall’estero, la loro tenuta... E poi tanti si rivolgono a noi anche per segnalare eventuali abusi. Un po’ come quello del calciatore francese che è balzato agli ‘onori della cronaca’ negli scorsi giorni per intenderci».