L’Ufficio presidenziale del Gran Consiglio, dopo la sentenza del Tribunale d’appello, propone Silvia Torricelli, Fulvio Pezzati e Riccardo Crivelli
“Stante l’eccezionalità della procedura (mai prima d’ora il Tribunale d’appello aveva accolto un’analoga richiesta e di conseguenza mai prima d’ora un’Autorità è stata chiamata a designare un Consiglio della magistratura ad hoc)” e stando all’articolo 86 della Legge sull’organizzazione giudiziaria (“Il diritto di punire disciplinarmente si prescrive in un anno dal giorno in cui l’autorità di sorveglianza è venuta a conoscenza dei fatti contestati”), non c’è più tempo da perdere. Ecco perché l’Ufficio presidenziale del Gran Consiglio ha formulato oggi il proprio rapporto all’indirizzo del plenum nel quale propone la designazione, per quanto riguarda i membri di nomina parlamentare di questo Consiglio della magistratura ad hoc, dell’avvocata Silvia Torricelli, in sostituzione dell’avvocato Battista Ghiggia; dell’avvocato Fulvio Pezzati, in sostituzione dell’avvocato Luca Beretta Piccoli; di Riccardo Crivelli, al posto di Ivan Pau-Lessi.
Perché un Cdm ad hoc? “Con sentenza 30 novembre 2021, notificata al Gran Consiglio il 2 dicembre scorso, il Tribunale d’appello ha accolto l’istanza di ricusa presentata dalla procuratrice pubblica Marisa Alfier nei confronti del Consiglio della magistratura e dei suoi membri”, ricorda l’Up del Gran Consiglio nel suo rapporto. “Lo stesso Tribunale ha quindi stabilito la necessità di designare un’autorità ad hoc chiamata a statuire sulla segnalazione”, una segnalazione di cui è stata oggetto Alfier. Come noto, l’istanza di ricusazione era stata avanzata dalla procuratrice per le modalità con le quali nel 2020, in occasione del rinnovo delle cariche al Ministero pubblico, il Cdm aveva esaminato le candidature – ritenendole, per finire, non idonee – di cinque procuratori, tra cui la pp, che avevano sollecitato un ulteriore mandato. Nonostante gli insolitamente impietosi giudizi, nei contenuti e nella forma, espressi dal Cdm, nel dicembre di quell’anno il Gran Consiglio ha riconfermato i cinque dopo che gli approfondimenti della sua commissione ‘Giustizia e diritti’ avevano evidenziato importanti lacune nella procedura adottata dal Consiglio della magistratura presieduto dal giudice Werner Walser. Lacune/irregolarità come la violazione del diritto di essere sentito.
Sulla nomina dei membri laici del Cdm ad hoc, il parlamento si pronuncerà nella seduta del 24 gennaio. Dei quattro componenti non togati del Consiglio in carica (per legge i membri del Cdm sono sette, tre dei quali magistrati designati dall’Assemblea dei magistrati) solo uno non è stato ricusato: è Beatrice Fasana, eletta dal Gran Consiglio nel Cdm nel giugno 2021. Silvia Torricelli, avvocato e notaio, già giudice d’Appello ed ex magistrato dei minorenni, fa parte della Commissione di esperti chiamata a valutare l’idoneità degli aspiranti giudici e pp a ricoprire la carica, con relativo preavviso all’attenzione del parlamento, autorità di nomina delle toghe. In caso di designazione quale membro del Consiglio della magistratura ad hoc, lascerà la Commissione di esperti, essendo incompatibili le due cariche. Da ricordare poi che il Cdm ricusato terminerà in ogni caso il proprio mandato alla fine di quest’anno. Ed è assai probabile che i tre membri non togati che entreranno nel Cdm ad hoc vengano eletti/confermati, previa la loro disponibilità, quando a dicembre il parlamento nominerà i quattro componenti laici del nuovo (ordinario) Consiglio della magistratura.
Restando al settore giustizia, oggi anche l‘Ufficio presidenziale del Gran Consiglio ha dato luce verde alla designazione da parte del governo di un giudice supplente temporaneo, sino a fine marzo, per l’Ufficio dei giudici dei provvedimenti coercitivi (gpc). Un preavviso favorevole che segue quello espresso lunedì dalla ‘Giustizia e diritti’, secondo la quale vi sono le condizioni per l’applicazione dell’articolo 24 della Legge sull’organizzazione giudiziaria (“In caso di vacanza di qualsiasi seggio giudiziario o d’impedimento di carattere durevole, il Consiglio di Stato può designare un supplente a ricoprire l’ufficio fino alla sostituzione o alla cessazione dell’impedimento”). A sollecitare il rinforzo provvisorio è stato lo stesso Ufficio giudiziario, considerato che il quarto giudice ordinario (René Libotte, eletto lo scorso novembre dal Gran Consiglio) entrerà in funzione solo il primo di aprile. Data, peraltro, in cui l’attuale presidente dei giudici dei provvedimenti coercitivi Maurizio Albisetti Bernasconi cesserà di lavorare nella giurisdizione cantonale, dopo la sua elezione, ad opera dell’Assemblea federale, a giudice della Corte d’appello del Tribunale penale federale.
«Nella seduta di settimana prossima procederemo alla designazione del giudice supplente temporaneo», dice il direttore del Dipartimento istituzioni Norman Gobbi. E quasi certamente la scelta cadrà sull’avvocata Krizia Kono-Genini, da oltre dieci anni segretaria giudiziaria in seno all’Ufficio dei gpc. Nome proposto dai giudici dei provvedimenti coercitivi.