Ticino

Decisioni Covid, Manuele Bertoli evidenzia alcune complicazioni

Il fatto che Berna non abbia optato per chiusure ‘è positivo’, ma i controlli per gli incontri privati e il booster possono comportare difficoltà

Il presidente del governo ticinese
(Ti-Press)
17 dicembre 2021
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Il fatto che il Consiglio federale non abbia optato per ulteriori chiusure «è sicuramente una nota positiva». Manuele Bertoli, presidente del governo ticinese, è da un lato soddisfatto dalle misure adottate dal Consiglio federale per combattere la quinta ondata della pandemia. Dall’altro, tuttavia, la decisione odierna comporterà anche delle difficoltà, in particolare per quanto riguarda i controlli relativi agli incontri privati e per la somministrazione della dose di richiamo.

Dose di richiamo: crescerà la domanda, ma ‘siamo organizzati bene’

Il consigliere federale Alain Berset ha infatti annunciato che il tempo di attesa dopo la seconda iniezione per effettuare il cosiddetto ‘booster’ sarà ridotto da sei a quattro mesi. Una misura che «implicherà un’organizzazione logistica accresciuta, visto che da settimana prossima vi saranno più persone che vorranno effettuare il richiamo per non dover fare il test in caso di applicazione del sistema 2G+», sottolinea Bertoli. In ogni caso «in Ticino siamo organizzati bene a livello logistico. Quindi non penso che sarà un problema fare in modo che queste richieste accresciute siano soddisfatte rapidamente, anche se sarà un impegno non da poco».

Nell’ambito invece degli incontri privati limitati a dieci persone, riemerge poi «la problematica dei controlli», rileva Bertoli. «Verosimilmente, scatterà una sanzione solamente nel caso in cui emergesse una situazione non conforme alla legge a seguito del tracciamento dopo un caso positivo».

Il Ticino in consultazione si era detto contrario all’obbligo del telelavoro che invece è stato introdotto. «Ora il grande lavoro per tutti i Cantoni sarà quello di rispondere alle domande sulle possibili eccezioni», precisa il presidente del Consiglio di Stato. Inoltre, «sul territorio vi sono molte piccole aziende che con questa misura potrebbero avere delle difficoltà, in particolare a livello organizzativo».

Per il momento ancora no ai test ripetuti nelle scuole

Berset oggi ha anche nuovamente raccomandato di effettuare test ripetuti nelle scuole, una misura alla quale il Ticino si è sempre opposto. «Per il momento non è un tema, anche perché la capacità dei laboratori è già al limite», ribadisce il direttore del Dipartimento dell’educazione. «Ragioneremo se prendere eventuali misure dopo le vacanze scolastiche natalizie, valutando anche la situazione epidemiologica a inizio gennaio», conclude Bertoli.