Il Consiglio nazionale passa il disegno di legge che offre base legale alle liste nere per i morosi. Il Ticino intanto le ha congelate
Non sarà Berna a liberarci dalla lista nera coi nomi di chi non paga la cassa malati, lettera scarlatta che per i morosi può significare la negazione di tutte le cure a eccezione di quelle urgenti. Dopo gli Stati in giugno, ieri anche il Consiglio nazionale ha approvato il progetto di legge che fornisce una solida base legale all’uso (facoltativo per ciascun cantone) delle cosiddette ‘blacklist’ presenti dal 2012 anche in Ticino, cantone che però ha introdotto una ‘moratoria’ a inizio pandemia.
La decisione di Berna è una doccia fredda per chi vorrebbe vedere scomparire ex lege uno strumento ritenuto incostituzionale e pure inutile sul piano della lotta agli abusi. Critiche, queste, già contenute in un’iniziativa presentata da alcuni granconsiglieri socialisti, liberali e verdi nel 2018, che trovano orecchie ricettive anche presso il Dipartimento della sanità e della socialità. È infatti il suo direttore Raffaele De Rosa che commenta la decisione del Parlamento federale dicendoci: «Personalmente ritengo che queste liste nere rappresentino un limite per il sistema sanitario e per la salute pubblica. A distanza di anni, restano dubbi sull’efficacia e sui risultati dal profilo economico e sanitario», una perplessità sollevata peraltro anche dal Consigliere federale e ‘ministro’ della sanità Alain Berset. Inoltre, prosegue De Rosa, «secondo l’Accademia Svizzera delle Scienze Mediche, la sospensione delle prestazioni e le liste nere sono incompatibili con i principi etici della solidarietà e dell’equità. Nell’ambito dei lavori della Conferenza latina degli affari sanitari e sociali mi sono impegnato anche per la non perseguibilità dei minorenni: è ingiusto che questi, al momento del passaggio alla maggiore età, siano caricati dei debiti pregressi per i premi non pagati dai genitori».
Il Ticino è uno dei pochi Cantoni a usare queste liste: gli altri sono Argovia, Lucerna, Zugo e Turgovia. San Gallo le ha abolite all’inizio di questo mese, e in passato anche i Grigioni sono tornati sui loro passi. Ê da ricordare anche come dall’inizio del 2021 nessuno includa più i minorenni negli elenchi. Da noi la blacklist comprende circa 4mila nominativi, è congelata da marzo 2020 e ciò «varrà fino al termine dell’emergenza sanitaria». Una scelta, spiega il direttore del Dss, «dettata proprio dalla volontà di non porre ostacoli alle diagnosi e alle cure per combattere il Covid-19 per ogni cittadino, anche se presente sulla lista».
Ma come reagisce chi nel 2018 si era speso per cancellarla, con quell’iniziativa oggi ferma in Commissione sanità e socialità? «Intanto ritengo molto positivo che la lista sia congelata, e posso accettare che si ridiscuta il tema a pandemia superata», concede il capogruppo socialista e primo firmatario Ivo Durisch, che però aggiunge: «La decisione di Berna conferma comunque quanto la questione resti di attualità. Mi aspetto dunque che prima o poi si prenda una decisione definitiva in Gran consiglio, anche alla luce di una presa di posizione governativa. Si tratta di liste inefficaci, discriminanti ed eticamente inaccettabili, che nulla hanno a che vedere coi cosiddetti ‘furbetti’: parliamo piuttosto di persone che fanno fatica ad arrivare alla fine del mese e devono scegliere tra un pasto caldo e il premio di cassa malati», come confermato da uno studio della Supsi. Inoltre, prosegue Durisch, «trascurare malattie croniche come il diabete finisce per aggravare, oltre ai problemi, anche i costi sanitari: sappiamo già che la povertà fa spesso il paio con una minore aspettativa di vita. Certe misure peggiorano solo il problema e la stigmatizzazione dei poveri».
La lista nera è visibile alle assicurazioni, alle autorità cantonali e ai Comuni, ai quali prima della pandemia spettava la convocazione del ‘soggetto moroso’. Nel 2020 la maggioranza della Commissione sanità e socialità si era espressa a favore del mantenimento della lista, ritenendo che grazie a essa “si possa avere in futuro un notevole beneficio nel contenimento degli assicurati morosi”. Di tutt’altro avviso la minoranza commissionale, secondo la quale per contenere le condotte dolose ci sono già efficaci alternative – diffida, precetto esecutivo, pignoramento del salario, requisizione di beni – e la blacklist costituisce “una vessazione inutile, degradante e disumana”. L.E.