Ticino

I giovani chiedono più sostegno psicofisico

Le sezioni giovanili dei partiti di sinistra preoccupate per il crescente malessere psichico che attanaglia le nuove generazioni

Anche il riscaldamento globale tra le ansie dei ragazzi
(Ti-Press)
28 novembre 2021
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Secondo una recente ricerca commissionata da Unicef sul benessere psichico dei giovani in Svizzera, un terzo tra coloro che hanno un’età compresa fra i 14 e i 19 anni soffre di problemi psichici, e uno su 11 ha già tentato il suicidio. Tale dato è molto preoccupante: la Gioventù Socialista, la Gioventù Comunista, le Giovani Verdi e il Sindacato indipendente degli studenti e apprendisti denunciano da mesi le sempre più gravi condizioni di salute psicofisica dei giovani in Svizzera e in Ticino e si appellano alle istituzioni per agire con rapidità e affrontare tale urgenza.

Un terzo invece dei giovani soffre di problemi psichici. “Il tema della salute mentale dei giovani non è solo un problema legato alle circostanze attuali, bensì è un’urgenza. La società spinge tutte e tutti a dare il massimo, a competere fino allo sfinimento, ponendo aspettative altissime che spesso sono oltre le nostre capacità. Tale sistema asfissiante colpisce in particolare i giovani, insegnando sin da subito che ognuno di noi è solo davanti a queste difficoltà. Difficoltà e debolezze poi, che devono essere nascoste a tutti i costi. Siamo tutti in balìa di questa macchina che punta all’infinita crescita economica e che colpevolizza le sue vittime, giudicate singolarmente responsabili dei loro fallimenti: questa è la causa del malessere di fondo dei giovani in Svizzera”, si legge in una nota delle tre organizzazioni politiche giovanili ticinesi.

“La nostra generazione – si continua – è confrontata da prospettive future molto incerte, viviamo all’ombra di minacce globali come la catastrofe climatica, con un mercato del lavoro sempre più esigente, condizioni lavorative sempre peggiori e orari – sia sui banchi di scuola, sia sul posto di lavoro – che diventano ogni anno più pesanti”. “Nelle scuole questa tendenza è ben visibile: continui tagli ai fondi per l’istruzione causano una sempre maggior precarietà per studenti e studentesse”. Anche la leva obbligatoria fa la sua parte: ricerche svolte nel Regno Unito hanno dimostrato che l’arruolamento è correlabile a rischi più alti di suicidio, tendenze violente, abuso di sostanze o patologie mentali.

Si chiede perciò un potenziamento del servizio psicologico, “con accesso facile e discreto per tutte e tutti e maggiori attività di sensibilizzazione sulla gestione delle aspettative, dello stress emotivo, gestione dei momenti di crisi e di riflessioni sul sistema lavorativo”.