Alcune centinaia di giovani si sono riunite oggi pomeriggio per denunciare la crisi ambientale
«È arrivato il momento di attivarci e far vedere che ci siamo ancora», ci dice Matilde, 15 anni, membro del gruppo ticinese di Sciopero per il clima. Dopo quasi due anni i giovani sono tornati a manifestare per l’ambiente e l’hanno fatto oggi pomeriggio a Bellinzona all’inno ‘Giù le mani dal nostro futuro’. Erano alcune centinaia (circa 700 secondo gli organizzatori) i partecipanti che da Largo Elvezia hanno raggiunto Piazza Governo muniti di striscioni e megafoni. «C’è ancora tantissima gente che vuole combattere per questa causa. Siamo tornati, e più forti di prima».
‘Stiamo saltando le lezioni per insegnare a voi qualcosa’, si legge su un cartellone. Infatti per essere presenti al raduno i ragazzi hanno marinato la scuola: «Non è un pomeriggio di assenza che cambia il nostro andamento scolastico», risponde Matilde. «Siamo qui a combattere per tutti, la terra è di tutti. Mettiamo in secondo piano l’egoismo per fare del bene comune. Trovo importante essere un collettivo, lottare insieme». Il Dipartimento educazione, cultura e sport (Decs) ha rilasciato un permesso speciale per giustificare le assenze degli allievi e delle allieve delle scuole post-obbligatorie che hanno partecipato alla manifestazione senza conseguenze sul rendimento scolastico.
«Oggi stiamo ancora scioperando e questa volta per mettere in luce quelle aree e quelle persone che la crisi climatica la vivono già fin troppo», dice Tessa Viglezio, del coordinamento di Sciopero per il clima Ticino. «L’aumento delle temperature ha mostrato come anche qui in Svizzera alcune fasce della popolazione siano più vulnerabili a eventi meteorologici estremi.” Infatti il tema internazionale di questo raduno sono le ‘Mapa’, che sta per ‘Most affected people and areas’, dunque le regioni e le persone più afflitte dalla crisi climatica.
«La Svizzera è una nazione che sta da tempo iniziando a subire le conseguenze della crisi climatica, si stanno sciogliendo i ghiacciai, ci sono catastrofi come le inondazioni di quest’estate e l’aria è sempre meno respirabile. La politica però continua a non agire e l’economia e la piazza finanziaria vengono lasciate fare, come se non fossero i principali responsabili», sottolinea Gal Abramovich, anche lui membro del coordinamento.
«Giustizia climatica significa capire che non siamo tutte e tutti sulla stessa barca – dichiara Larissa Bison, coordinatrice, durante il suo discorso in Piazza Collegiata –. Vuol dire rendersi conto dei propri privilegi e del proprio ruolo inquinante, e agire di conseguenza». Ecco perché, secondo gli attivisti “la Svizzera deve essere promotrice della lotta alla crisi climatica e spingere le altre nazioni a fare lo stesso”.
Il movimento Sciopero per il clima è sceso in piazza anche in altre città svizzere, come Ginevra, Basilea e Berna. In quest’ultima diverse migliaia di persone si sono riversate nella piazza antistante il palazzo del Parlamento. Tra di esse anche numerosi piccoli gruppi provenienti da località della cintura urbana della capitale svizzera, che con una sorta di cammino a forma di stella si sono poi riuniti sulla Piazza Federale. I vari oratori hanno esortato la politica ad adottare misure sociali ed ecologiche di protezione del clima; gli stessi messaggi figuravano anche sui numerosi striscioni branditi dai dimostranti.
Il 31 ottobre a Glasgow, in Scozia, prenderà il via la 26a conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. Molte sono le critiche mosse alla comunità globale, dato che numerosi Paesi non hanno rispettato gli impegni presi in materia di protezione del clima. Pertanto, secondo gli esperti, l’obiettivo fissato congiuntamente nel 2015 di limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi rimane molto lontano.
Queste manifestazioni a livello internazionale intendono aumentare la pressione sui governi e spingerli ad agire finalmente e ad adottare le misure necessarie per raggiungere gli obiettivi climatici. Per quanto concerne la Svizzera, il movimento “Sciopero per il clima” si aspetta un maggiore impegno in misure internazionali ambiziose e una rapida riduzione delle emissioni in patria.