Dallo scorso aprile alla Cecal vengono gestite anche le chiamate al 144. ‘Oggi è un centro di competenze per gli enti di primo intervento, un unicum in Svizzera’
Quattro postazioni operative della Polizia cantonale, altrettante delle Guardie di confine, una dei Pompieri. E dallo scorso aprile altre quattro postazioni: queste per la gestione delle chiamate al 144. Il tutto, compresa una postazione mista, nello stesso locale situato all’ultimo piano della Centrale comune d’allarme, la Cecal, in via Chicherio a Bellinzona. Inaugurata nel 2018, la Cecal da alcuni mesi può quindi contare sulla presenza anche della Centrale di allarme e coordinamento sanitario Ticino Soccorso 144. E così ora tutte le centrali d’allarme degli enti di primo intervento in Ticino sono sotto un unico tetto. Tradotto in numeri telefonici d’emergenza, parliamo del 117 (Polizia), del 118 (Pompieri), del citato 144 (Ambulanze) del 112 (numero di emergenza per tutta l’Europa) e dello 058 480 90 20, il numero della centrale di intervento dell’Amministrazione federale delle dogane. Oggi la Cecal, sottolinea il comandante della Polcantonale Matteo Cocchi, è «un vero e proprio centro di competenze degli enti di primo intervento». Che permette «interventi tempestivi e coordinati quando ci sono delle urgenze, quando i cittadini telefonano perché hanno bisogno», afferma a sua volta il direttore del Dipartimento istituzioni Norman Gobbi.
La presentazione ufficiale del nuovo inquilino della Centrale comune d’allarme sarebbe dovuta avvenire mesi addietro, ma a causa della pandemia e delle relative restrizioni è stata spostata a oggi. Rinviata la presentazione, ma non l’attività degli operatori e delle operatrici del 144 nello stabile di Bellinzona. La Centrale d’allarme della Federazione cantonale ticinese servizi autoambulanze, spiega Gobbi, «costituisce l’ultimo importante elemento che completa la Cecal». Il nostro cantone «è il solo a disporre di una struttura di questo tipo, che riunendo sotto il medesimo tetto tutti i partner del primo intervento consente uno scambio rapido delle informazioni». Da qui, rispetto al passato, un miglior coordinamento degli interventi e di riflesso una loro maggiore efficacia. Una struttura, la Cecal, «piuttosto performante dal profilo tecnologico», evidenzia ancora il capo del Dipartimento istituzioni. «È la più moderna a livello svizzero», puntualizza Cocchi. «Per garantire risposte rapide e adeguate nel momento in cui vi è un’emergenza, occorre unire le forze, valorizzando - aggiunge il direttore del Dipartimento sanità e socialità Raffaele De Rosa - le competenze dei membri della squadra». Ed è ciò che si è fatto e si fa alla Centrale comune d’allarme.
Nel 2018 alla Cecal sono giunte 256mila chiamate, l’anno seguente 258mila, 372mila nel 2020. Sono alcuni dati, illustrati dal comandante della Polizia cantonale, sull’attività della Centrale comune d’allarme dalla sua entrata in funzione. La quale, operativa ventiquattro ore su ventiquattro, «coordina e gestisce tutte le urgenze sul territorio cantonale».
Il dottor Luciano Anselmi, alla testa della Federazione cantonale ticinese servizi autoambulanze, non ha dubbi: la presenza sotto un unico tetto delle centrali d’allarme dei vari enti che si occupano delle emergenze «ha aumentato la qualità degli interventi, a beneficio della popolazione». Un aspetto non da poco visto che, rileva ancora il presidente della Fctsa, «in Ticino soccorriamo un abitante ogni due ore».