Ticino

Il Ticino rischia di perdere due consiglieri nazionali

Potrebbe accadere entro il 2051 a causa del calo demografico, secondo i calcoli dell’Università di Losanna. Mazzoleni: ‘Si aggraverebbe l’isolamento’

(Keystone)
21 settembre 2021
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Un Ticino in calo demografico rischia di pesare sempre meno a Berna. È la previsione dell’Osservatorio della vita politica regionale, che ha incrociato le proiezioni demografiche dell’Ufficio federale di statistica (Ust) con la ripartizione dei seggi al Consiglio nazionale, proporzionale al numero di abitanti in ciascun cantone. La conclusione: nel 2051 i nostri ‘deputati’ potrebbero scendere da 8 a 6, con una prima poltrona a saltare già nel 2035.

L’istituto dell’Università di Losanna ha preso in considerazione tre diverse ipotesi elaborate dall’Ust, e anche nello scenario migliore – in cui la popolazione crescerebbe, ma a un tasso minore rispetto a oltre Gottardo – si dovrebbe rinunciare ad almeno un rappresentante alla Camera bassa (mentre agli Stati il numero di seggi resta fisso a due per ciascun cantone e uno per semi-cantone, a prescindere dagli abitanti). Il tutto, naturalmente, sempre che variabili quali l’immigrazione o un inatteso boom delle nascite non rovescino la prospettiva.

Ma è davvero così importante perdere un paio di rappresentanti? Dopotutto in certi consessi i politici non si contano, si pesano. Il responsabile dell’Osservatorio Oscar Mazzoleni invita però a non prendere sottogamba il segnale che arriva dai numeri: «Meno consiglieri nazionali significa una rappresentanza meno diversificata e meno antenne ticinesi nei rispettivi gruppi parlamentari. Questo rischia di aggravare l’isolamento di un cantone già periferico come il Ticino, in relativa solitudine anche dal punto di vista linguistico. Se è poi vero che prestigio e talenti individuali dei politici sono molto importanti, la riduzione dei posti a disposizione rende anche più difficile il loro emergere». Né consola l’idea che si può fare squadra con chi la pensa allo stesso modo in altri cantoni: «Ci sono specifici interessi locali che travalicano le aderenze ideologiche intercantonali e richiedono invece un fronte comune a livello di deputazione». Insomma, se va avanti così, secondo Mazzoleni «il Ticino potrebbe perdere ulteriore spazio politico nel contesto federale».

Ritorno al 1848

È dal 1971 che la Confederazione assegna al nostro cantone 8 consiglieri nazionali su un totale di 200, cifra confermata per le elezioni del 2023. Per ritrovare un Ticino con soli 6 deputati bisogna tornare al 1848, all’alba dello Stato Federale, quando d’altronde i seggi totali erano solo 111 (uno ogni 20mila abitanti). Il calo previsto non avrebbe paragoni in altri cantoni a eccezione di Neuchâtel, e rifletterebbe le dinamiche di una terra che si svuota mentre la popolazione elvetica continua ad aumentare.

Mazzoleni precisa però che «non si tratta di scenari ineluttabili. Variabili come l’attrattività economica e la mobilità possono cambiare i giochi, tant’è vero che non tutte le previsioni convergono. Potrebbero anche cambiare i calcoli utilizzati per la ripartizione dei seggi. Resta il fatto che una proiezione a lungo termine dell’impatto demografico sul piano politico è tanto importante quanto lo sono quelle, più comuni, sul piano economico e sociale».

Come funziona

Per ripartire i seggi si prende il totale della popolazione svizzera – stranieri inclusi – e lo si divide per 200, il totale dei seggi fissato nel 1963: il risultato dice approssimativamente quanti abitanti ci vogliono per ciascun seggio (se ne ottiene comunque uno se si è al di sotto di questo valore-soglia). Poi si procede all’assegnazione sulla base della popolazione di ciascun cantone, con una serie di arrotondamenti e aggiustamenti. Mentre negli ultimi cinquant’anni il Ticino ha visto aumentare – oltre alla popolazione – il numero di rappresentanti, altri cantoni hanno già visto calare il loro peso relativo. Tra questi Berna (passata da 33 seggi nel ’63 a 24 nel 2019, se includiamo anche i due del Canton Giura dal 1979) e Basilea Città (da 8 a 4). A crescere di più invece Argovia (da 13 a 16), Ginevra (da 10 a 12) e Vaud (da 16 a 19).