Con l’Italia i negoziati non decollano. All’assemblea dell’Abt ribadita la necessità di avere regole chiare. Il settore si interroga sulla sostenibilità
Sostenibilità, accesso al mercato e sguardo oltre la crisi pandemica. Sono stati questi i temi portanti dell’assemblea annuale dell’Associazione bancaria ticinese (Abt) svoltasi al Lac di Lugano. All’evento hanno partecipato oltre 120 persone in presenza e circa 200 hanno seguito la conferenza in live streaming. Ospiti della manifestazione Daniela Stöffel, segretaria di Stato per gli affari finanziari e Jörg Gasser, Ceo di Swissbanking. Presente anche Rocco Cattaneo, presidente della deputazione ticinese alle Camere federali. Per quanto riguarda l’accesso al mercato, soprattutto a quello dei servizi finanziari transfrontalieri, Daniela Stöffel è stata piuttosto chiara: non è attesa per l’immediato. L’interruzione dei negoziati tra Svizzera e Unione europea sull’accordo quadro non permette in questo momento di riprendere a breve le trattative con l’Ue. Stöffel ha parlato di «silenzio radio» tra Berna e Bruxelles. È ancora irrisolto, per esempio, il riconoscimento delle regole di Borsa tra Svizzera ed Europa. Di contro – ha continuato la Segretaria di Stato – sono in stato avanzato le trattative con la Gran Bretagna per un accordo bilaterale sui servizi finanziari. Entro la fine dell’anno si dovrebbero conoscere i punti salienti di un eventuale accordo. «Dobbiamo cercare di trovare partner fuori dall’Unione europea e in questo senso oltre alla Gran Bretagna, si guarda con interesse all’Asia e agli Stati Uniti», ha ricordato. Ma quello che interessa la piazza finanziaria luganese è soprattutto – non solo – l’accesso al mercato italiano. Su questo punto Stöffel ha ricordato che la prossima settimana si incontrerà con la sua omologa italiana Maria Cecilia Guerra proprio in vista di riallacciare i rapporti con il nuovo governo guidato da Mario Draghi. Non si parlerà però di servizi transfrontalieri, ma di succursale light per operare dal mercato italiano. Soluzione che non soddisfa la piazza ticinese come ha avuto modo di ricordare il presidente dell’Abt Alberto Petruzzella in apertura dei lavori assembleari. «Per tornare a crescere è necessario risolvere la questione dell’accesso al mercato. In particolare per il Ticino rimane fondamentale poter operare in Italia ma purtroppo su questo fronte non vi sono novità rilevanti: anche il recente accordo sottoscritto da Svizzera e Italia sulla tassazione dei lavoratori frontalieri non ha portato allo sblocco del dossier», ha affermato Petruzzella.
L’Assemblea Abt è stata anche occasione per ripercorrere le tappe del Centesimo anniversario dell’associazione, caduto l’anno scorso e festeggiato con numerosi eventi e iniziative durante tutto il corso del 2020, nonostante le difficoltà dovute alla crisi pandemica. E proprio su questo punto Petruzzella ha sottolineato come la crisi economica legata alla pandemia di Covid-19 è stata evitata grazie alle misure prese dalla Confederazione e dai Cantoni, con un importante supporto del settore bancario. «Solo in Ticino sono stati concessi oltre 12mila crediti alle imprese con un lavoro amministrativo non indifferente da parte di tutti i collaboratori del settore». Il rischio di abuso c’era, ma in Procura sono stati aperti 12 incarti. Un numero piccolo, tutto sommato.
Anche dal punto di vista della gestione del personale gli istituti bancari hanno saputo adattarsi alle nuove circostanze, ricorrendo al telelavoro e mettendo sempre al primo posto la salute dei dipendenti. «Il ruolo delle banche è stato riconosciuto e apprezzato dalla popolazione e dal mondo economico», ha ricordato ancora Petruzzella che ha poi introdotto il tema della sostenibilità ambientale, sociale ed economica del settore bancario. La piazza finanziaria ticinese è stata oggetto per la prima volta di uno studio su questo tema. Studio realizzato dalla Supsi su mandato di Abt e con il supporto di Swiss Sustainable Finance.
Ormai da diversi anni la piazza finanziaria svizzera sta attraversando una fase di cambiamento che sta portando gli istituti bancari a considerare nelle loro attività anche aspetti ambientali e sociali e non solo economici. Questo approccio per essere coerente va applicato tanto ai servizi che la banca offre, dalla gestione patrimoniale ai crediti passando per il retail banking, quanto alla gestione della banca stessa, pensiamo in particolare al rapporto con i collaboratori e con il territorio. La ricerca è stata condotta dalle ricercatrici Supsi Jenny Assi e Caterina Carletti. Lo studio ha lo scopo di promuovere la tematica a livello settoriale, mappare le buone pratiche già attuate dalle banche presenti in Ticino, comprendere i punti forti e le fragilità delle strategie di Corporate social responsibility (Csr) applicate e non da ultimo fornire agli associati Abt stimoli utili per migliorare il loro posizionamento in materia di sostenibilità.
Dai dati raccolti è emerso – ha ricordato Jenny Assi – come, seppur vi siano rami di attività (ad esempio il settore crediti) dove permangono diverse lacune in ambito Csr, il settore bancario adotta già numerose buone pratiche per quanto riguarda la gestione aziendale, gli investimenti, i rapporti con i collaboratori e la tutela dell’ambiente. Importante infine sottolineare che le banche attive in Ticino offrono un grande apporto al territorio tramite donazioni, sponsorizzazioni e collaborazioni con il settore non profit.