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Arp, per Agna ‘sui correttivi un’attesa eterna’

Tutorie, l'Associazione genitori non affidatari torna alla carica. La Divisione giustizia replica: ‘Capiamo, ma non tutto è attualmente di nostra competenza’

ti-press
5 agosto 2021
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«Questa indolenza è sconcertante, il nostro auspicio è che la direzione del Dipartimento istituzioni ci convochi e che, coinvolgendoci, affronti le nostre proposte di correttivi formulate ormai quasi cinque mesi fa», tuona alla ‘Regione’ il presidente dell’Associazione genitori non affidatari (Agna) Pietro Vanetti. Oggetto del contendere: l’infinito cantiere che riguarda la riforma del settore tutele e curatele in Ticino. Perché se è vero che entro fine anno dovrebbe arrivare il messaggio da parte del Consiglio di Stato che riformerà le attuali sedici Autorità regionali di protezione, è altrettanto vero che alle «richieste di correttivi di Agna non è stato dato ascolto, la gente ha bisogno oggi di risposte e non può aspettare ancora altri anni». Correttivi che, ricorda Vanetti, «possono essere implementati senza problemi in poco tempo. La risposta dei funzionari è che loro sono concentrati sulla riorganizzazione e che una volta ultimata tutto andrà a posto, ma noi non siamo di questo parere». Con una petizione inviata al governo il 20 marzo, Agna chiedeva “l’implementazione dell’applicativo Agiti/Juris nelle Arp, l’introduzione del programma informatico Mu@k per il calcolo dei contributi, l’introduzione nelle attuali Arp di procedure e processi di lavoro ispirati al modello ‘Cochem’ come stabilito dal Tribunale federale in merito all’affido condiviso, l’introduzione della regola di designare come nuovi membri delle Arp persone sempre rappresentative dei due sessi così come l’introduzione della stessa modalità nell’assegnazione di mandati per ascolto minori, valutazioni capacità genitoriali, perizie psichiatriche”.

Proposte che, riprende Vanetti, «non richiedono modifiche legislative e nemmeno investimenti, ci piacerebbe collaborare con il Dipartimento per vedere cosa si possa fare subito per migliorare una situazione che da troppo tempo ci preoccupa». La situazione che preoccupa Agna «è quella del sistema nel suo complesso. E il vero problema è che da parte dei responsabili non c’è la percezione che oggi i cittadini hanno bisogno di un servizio migliore, più efficiente. La società civile dovrebbe essere coinvolta di più, non è più accettabile sentirsi dire che quando è pronto il progetto di riforma sarà la panacea di tutti i mali. Le nostre proposte possono essere implementate, ci piacerebbe confrontarci. Il Dipartimento istituzioni – dice ancora Vanetti – metta a disposizione risorse umane e persone per affrontare il problema». Un problema che «riguarda moltissime persone: le Autorità di protezione dell’adulto e dei minori è l’istituzione cui si fa più capo, soprattutto a causa di divorzi e separazioni. E si fa capo per ricevere assistenza, non per aver commesso infrazioni. Ci vuole un’istituzione efficiente, e oggi non è così».

La riforma proposta dal Dipartimento istituzioni consiste nel passaggio dai Comuni al Cantone delle autorità di protezione e pertanto della competenza di stabilire e applicare le misure per adulti e minori contemplate dal Codice civile. In altre parole, si passerebbe dal modello amministrativo a quello giudiziario: al posto delle Arp ci sarebbero le Preture di protezione.

Andreotti: ci stiamo muovendo

«Capiamo le richieste dell'Associazione genitori non affidatari e ne condividiamo l’obiettivo, che è quello di far sì che le Autorità regionali di protezione presenti sul territorio adottino le stesse procedure e gli stessi processi interni», premette Frida Andreotti, responsabile al Dipartimento della Divisione giustizia. Ma, aggiunge, «l’attuale organizzazione pone tutta una serie di limiti che rendono oggettivamente difficile uniformare l’operato delle Arp. Ciò, sia chiaro, non significa che non si possano o non si debbano attuare alcune misure per migliorarne il funzionamento e tendere quindi all’obiettivo indicato dall’associazione. Un obiettivo, ripeto, da noi condiviso, come è condiviso dai cittadini che per un motivo o per un altro si rivolgono a un’Arp. Del resto se una persona cambia di domicilio in Ticino, magari più volte, ha diritto che il suo caso riceva, sul piano procedurale, lo stesso trattamento da parte della nuova Autorità regionale di protezione competente». Quanto al software Agiti/Juris, spiega la direttrice della Divisione giustizia, «abbiamo programmato per quest'autunno un incontro con i presidenti delle Arp per discutere anche di questo dossier. Confermiamo la volontà di implementare Agiti/Juris: preferiamo però procedere dapprima con un progetto pilota. Dobbiamo pertanto trovare un’Arp che si metta a disposizione per sperimentare l’applicativo».

L’Associazione genitori non affidatari, tuttavia, non (ri)sollecita solo l’implementazione di Agiti/Juris. «A proposito dell’introduzione del modello ‘Cochem’, affronteremo questo aspetto nell’ambito della riforma - fa sapere Andreotti -. Per quel che concerne le altre richieste di Agna, il Dipartimento istituzioni può fare ben poco oggi. Gli altri temi sollevati dall’associazione sono oggi di competenza dei Comuni. Ma anche delle stesse Arp, se ci riferiamo alla scelta degli specialisti cui affidare una perizia». Specialisti che rientrano fra i cosiddetti prestatori di servizio delle autorità di protezione. «Parliamo per esempio - ricorda Andreotti - di uffici e servizi cantonali, di servizi psico-sociali, di curatori comunali e di curatori privati professionisti o volontari». Il Consiglio di Stato ha nel frattempo istituito «un gruppo di lavoro sui prestatori di servizio per valutare, nell’ottica della riforma, se siano necessari dei cambiamenti. Non solo, stiamo fra l’altro per pubblicare un manuale del curatore». Di più. La Camera di protezione del Tribunale d’appello, chiamata a deliberare sui ricorsi contro le decisioni delle Arp, vigilando nel contempo sul loro funzionamento, «ha eseguito di recente ulteriori ispezioni nelle Arp per verificare tra le altre cose il fabbisogno di risorse», ricorda ancora Andreotti: «E pure questo sarà un tema che affronteremo a breve con i presidenti delle Arp e i Municipi».

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