L'appello dei cinque deputati del Plr membri della commissione parlamentare 'Sanità e sicurezza sociale'
Si dicono contrari all’obbligo vaccinale. Perché "è sempre meglio persuadere che obbligare, educare che punire". Così sostengono, nero su bianco, i commissari liberali radicali della 'Sanità e sicurezza sociale' del Gran Consiglio: Maristella Polli, Matteo Quaranti, Giorgio Galusero, Alex Gianella e Alessandro Cedraschi. "Come rappresentanti della Commissione della sanità e della sicurezza sociale lo chiariamo subito: siamo contrari all’obbligo vaccinale. È una questione di responsabilità individuale che si ripercuote a livello sociale e a livello di sanità pubblica. Ma ognuno di noi - scrivono i deputati - deve fare la sua parte: bisogna tener alta la guardia ed evitare altre ondate (e chiusure) come sta avvenendo in altri Paesi. Perché tutti coloro che si vaccinano devono poter anche riappropriarsi di una certa normalità". I cinque granconsiglieri del Plr invitano quindi "la popolazione ticinese ad approcciarsi alla vaccinazione, in particolare chi è vicino alle persone a rischio o si trova in una di queste fasce. Abbiamo bisogno di uno scatto di
responsabilità e di continuare con vigore a credere nella vaccinazione, il solo modo per ritrovare finalmente le nostre libertà".
La Costituzione, aggiungono, "ci rammenta i diritti inviolabili dell’uomo ma anche i doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale". Tutte le pandemie "sono state affrontate con vaccini e campagne a tappeto". Per i firmatari del comunicato "essere liberali vuol dire affrontare la realtà con spirito critico, riconoscendo però ciò che la storia e la scienza ci dimostrano: nel corso dei decenni, le vaccinazioni hanno guarito i popoli dalle pandemie e dalle malattie". In questo senso "stigmatizziamo alcune prese di posizione recenti della classe dirigente cantonale che si conferma incapace di dare il minimo buon esempio. In questi casi non si sta nel 'centro', fingendo di essere tolleranti". Poiché "il tam-tam dei social diventa cultura e verità". La politica "non può lanciare messaggi ambigui sull'utilità delle vaccinazioni". Occorre "fare una scelta. Se non per noi, facciamola per i morti, i licenziamenti, i fallimenti e l’abbandono scolastico. Perché in fin dei conti, abbiamo capito, tutti, una cosa: non c’è libertà senza responsabilità".