La richiesta di Commissione parlamentare d'inchiesta fatta dall'Mps non convince. La commissione Sanità e sicurezza sociale chiede un incontro al governo
La richiesta di istituire una Commissione parlamentare d'inchiesta (Cpi) su quanto avvenuto sabato 29 maggio a Lugano, con lo sgombero e la demolizione dell'Ex Macello, comincia a far discutere la politica. Ma la sensazione è che l'atto inoltrato al Consiglio di Stato dai deputati dell'Mps martedì 1° giugno sia su un binario morto. «Non ne abbiamo ancora parlato, vedremo cosa dirà il Consiglio di Stato - ci risponde per la Lega la vicecapogruppo in Gran Consiglio Sabrina Aldi -. Però posso già dire che ci sono stati fatti per noi più importanti e gravi, penso ad esempio alla richiesta d'istituire una Commissione parlamentare d'inchiesta sull'ex funzionario del Dss, che non è stata accolta. In ogni caso, dal nostro punto di vista per ora non ci sono elementi che ne giustificano l'apertura».
Molto perplessa, per usare un eufemismo, è la capogruppo liberale radicale Alessandra Gianella: «Prima di tutto c’è la magistratura che sta indagando e, come abbiamo detto in altri casi, per noi è importante che prima la magistratura faccia il suo corso, e quindi non è sicuramente il momento dove andare a inserirsi quando è il Ministero pubblico a dover fare tutte le verifiche del caso». Inoltre, continua Gianella, «lunedì, quando abbiamo deciso di rinviare il tema in commissione, il Consiglio di Stato tramite il suo presidente Bertoli ha fatto richiesta di essere sentito in audizione dalla Commissione parlamentare sanità e sicurezza sociale. Di conseguenza c’è anche questo altro elemento in più». Insomma, per la capogruppo del Plr «a oggi non c’è motivo di istituirla perché lo scopo è fare prima chiarezza. La richiesta dell’Mps arriverà in Gestione, intanto la magistratura avrà fatto i suoi approfondimenti e la ‘Sanità e sicurezza sociale’ avrà fatto tutte le domande che deve fare al governo: senza tutti questi elementi sul tavolo mi chiedo anche come possiamo proprio materialmente prendere una decisione».
A proposito della Commissione sanità e sicurezza sociale, da noi interpellata la presidente Maristella Polli (Plr) ci spiega che «il tema è all’ordine del giorno: la prossima seduta sarà giovedì 10 giugno, e ho chiesto tramite la nostra segretaria a Manuele Bertoli se è fattibile avere lui o una delegazione del Consiglio di Stato in questa riunione per l’audizione. Abbiamo formulato questa richiesta, anche se al momento non abbiamo ancora ricevuto una risposta».
«Viste la gravità degli avvenimenti accaduti e le varie versioni dei fatti che non coincidono, al di là delle procedure penali in atto e anche al di là dell’istanza agli Enti locali per verificare se le formalità cui doveva adempiere il municipio sono state rispettate, credo che bisognerà capire, considerata anche la partecipazione della Polizia cantonale, l’eventuale coinvolgimento di parte del Consiglio di Stato». È cauto ma apre alla possibilità di istituire una Cpi il capogruppo del Ps Ivo Durisch, secondo cui «l’unica cosa da fare è chiedere questi lumi, come è evidente che in seguito bisognerà far convergere le informazioni: attivare tre istanze differenti, e parlo di Ministero pubblico, sezione degli Enti locali e Commissione parlamentare d’inchiesta, che guardano ambiti diversi e aspetti differenti, necessiterebbe quantomeno una coordinazione, cosa che oggi vedo difficile, anche perché si tratta di tre poteri diversi». Ad ogni modo, per Durisch «una Cpi sarebbe figlia della necessità di fare chiarezza. Infine, mi chiedo se in merito alla questione delle ditte contattate per la demolizione dell’Ex Macello si sia già attivato l’Ufficio dell’ispettorato del lavoro».
Secco il capogruppo dell'Udc Sergio Morisoli che, dopo aver premesso di non aver ancora discusso la proposta con il proprio gruppo parlamentare, afferma che «tendenzialmente non siamo a favore, ma non tanto per i fatti in sé quanto per una questione di competenze: bisognerebbe prima capire se il Gran Consiglio dovrebbe verificare qualcosa dove il Cantone ha avuto una responsabilità effettiva in questa vicenda. E comunque - riprende Morisoli - finché c'è un'inchiesta penale è certamente prematuro, non ci verrebbero dati gli elementi necessari per approfondire. Poi, qualora emergessero responsabilità importanti del Cantone si potrebbe eventualmente chinarsi su un'eventuale Cpi».
Neanche i Verdi ne hanno ancora discusso, ma «a titolo personale» il capogruppo Nicola Schönenberger spiega: «È vero che i fatti accaduti sono gravi e di rilievo a livello istituzionale. Quindi i parametri per l'istituzione di una Cpi potrebbero anche esserci. Ma per me, tuttavia, è prematura come richiesta». Il motivo è che «ci sono stati una miriade di atti parlamentari sia a livello di Consiglio comunale sia di Gran Consiglio e prima di decidere se c'è bisogno di una Cpi, bisognerebbe avere le risposte. Inoltre - continua - ricordiamo che c'è anche una procedura penale in corso (aperta proprio in seguito alla denuncia dei Verdi, ndr). Se questi due iter dovessero risultare insoddisfacenti e se dovessero restare in ombra elementi importanti, avrebbe senso». Insomma, la Cpi «è l'ultima ratio, uno strumento per rielaborare gli avvenimenti. E invece la vicenda è ancora lungi dall'essere chiusa: per strada stanno succedendo ancora molte cose. Aspettiamo che torni la calma e con un occhio distanziato decideremo se è necessaria la Cpi o meno. Non credo debba essere, in questo momento, lo strumento per esercitare pressione politica e lo trovo un po' poco serio come approccio, se non abbiamo nemmeno dato all'esecutivo la possibilità di rispondere».
Di Cpi come ultima ratio parla anche il capogruppo del Ppd Maurizio Agustoni, che commenta: «Sul tavolo del Consiglio di Stato ci sono tre atti parlamentari, due interrogazioni e un’interpellanza alla quale verrà data verosimilmente risposta il prossimo Gran Consiglio. In più, oltre al procedimento penale aperto, il governo sarà presto ricevuto in audizione dalla Commissione competente. Prima di pensare a una Cpi vediamo cosa emergerà dalle risposte che darà il Consiglio di Stato, poi nel caso si vedrà».